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300.000 professionisti in meno

allarme che arriva dagli ordini professionali....

meno commercialisti + idraulici?

meno architetti + imbianchini?

meno ingegneri+ muratori?

MAH....e non mi dite che se non c'era la crisi

degli americani eravam ridotti così....
 
doncamilloo ha scritto:
allarme che arriva dagli ordini professionali....

meno commercialisti + idraulici?

meno architetti + imbianchini?

meno ingegneri+ muratori?

MAH....e non mi dite che se non c'era la crisi

degli americani eravam ridotti così....

sarà che son sveglio da poco ma mica ho capito..
 
che ci vogliono più idraulici, muratori elettricisti e panettieri é fuori discussione; non so invece se i commercialisti gli ingegneri i gli avvocati siano troppi.
 
doncamilloo ha scritto:
keko01 ha scritto:
sarà che son sveglio da poco ma mica ho capito..

dagli ordini professionali si son cancellati 300.000 professionisti...quindi meno
afflusso di contributi.
capittòòòòòòò??????????

oh non incavolarti mica per così poco...si sono cancellate 300.000 persone...adesso ho capito...buongiorno...ci saranno 300.000 persone che versano contributi facendo altro sempre che la popolazione attiva sia invariata come numero...sai un giovane che ha appena terminato il liceo vede ingegneri disoccupati cronici , architetti che guadagnano meno di un di pescivendolo (con tutto il rispetto per i pescivendoli) ,medici che sono precari a vita, commercialisti che collaborano con qualche studio che guadagnano meno di un operaio ad un certo punto si chiede "ma chi me lo fa fare?"...forse il motivo è anche questo..che poi vengano a mancare elementi importanti per il funzionamento della società...è un altro discorso...dillo a chi quotidianamente sparge la voce che mancano "i vecchi mestieri" e che ci sono troppi laureati..
 
però...... mica è detto che quando un giovane decide di studiare architettura o ingegneria debba per forza avere la garanzia di trovare subito un lavoro dopo la laurea....

ben vengano le aspirazioni e le attitudini personali, ma non vi pare ovvio che bisognerebbe anche essere realistici e fare i conti con la realtà??

se in Italia siamo zeppi di ingegneri disoccupati pensiamoci prima di laurearsi o no?
 
lucianoVE ha scritto:
però...... mica è detto che quando un giovane decide di studiare architettura o ingegneria debba per forza avere la garanzia di trovare subito un lavoro dopo la laurea....

ben vengano le aspirazioni e le attitudini personali, ma non vi pare ovvio che bisognerebbe anche essere realistici e fare i conti con la realtà??

se in Italia siamo zeppi di ingegneri disoccupati pensiamoci prima di laurearsi o no?
In Italia i laureati sono ancora troppo pochi. Invece di creare nuove opportunità e migliori condizioni per chi è in possesso della laurea invitiamo i giovano a fare gli imbianchini e gli idraulici(con tutto il rispetto per gli imbianchini e gli idraulici)?
 
Torniassi indietro farei o il meccanico o il becchino.

Il meccanico spilla sempre e comunque un sacco di soldi al povero cliente :evil:, il becchino invece ha 6 miliardi di sicuri clienti :D
 
I 300.000 sono una previsione per il 2009 (non è dato sapere quanto "di parte") del CUP (Comitato unitario degli ordini e dei collegi professionali).

Sembra che vi sia aria di crisi tra i "grossi studi" (studio grande = grandi problemi?)

Come sempre, la questione non è tanto la situazione contingente, ma "come" la si affronta.

Per quanto mi riguarda, consapevole che "faccio statistica" ben meno del pollo di Trilussa, circa 2/3 anni fa avevo fatto un'energica e non semplice opera di "pulizia clienti", nonché trasferito per ampliamento la sede dello studio. Sembra che all'inizio di quest'anno abbia trovato (sgrat sgrat) la risorsa umana in più che cercavo, per impostare una strategia espansiva, che ora mi sta dando i primi, se pur timidi, riscontri.

Saluti
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
In Italia i laureati sono ancora troppo pochi. Invece di creare nuove opportunità e migliori condizioni per chi è in possesso della laurea invitiamo i giovano a fare gli imbianchini e gli idraulici(con tutto il rispetto per gli imbianchini e gli idraulici)?

Caro Tdi,
ti confesso che se la maggior parte degli attuali laureati (e, soprattutto, matricole ...) sono ciò che ho potuto vedere e toccare di prima mano (anche in aula), penso che sarebbe addirittura meglio ridurre la produzione del laureificio :?
 
doncamilloo ha scritto:
dagli ordini professionali si son cancellati 300.000 professionisti...quindi meno afflusso di contributi. capittòòòòòòò??????????
Tranquillo Rik, se vi "fondiamo per incorporazione aggrattiss" la tua pensione è al sicuro :D :D
 
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
lucianoVE ha scritto:
però...... mica è detto che quando un giovane decide di studiare architettura o ingegneria debba per forza avere la garanzia di trovare subito un lavoro dopo la laurea....

ben vengano le aspirazioni e le attitudini personali, ma non vi pare ovvio che bisognerebbe anche essere realistici e fare i conti con la realtà??

se in Italia siamo zeppi di ingegneri disoccupati pensiamoci prima di laurearsi o no?
In Italia i laureati sono ancora troppo pochi. Invece di creare nuove opportunità e migliori condizioni per chi è in possesso della laurea invitiamo i giovano a fare gli imbianchini e gli idraulici(con tutto il rispetto per gli imbianchini e gli idraulici)?

attenzione.

non è questione di diminuzione dei laureati, ma di diminuzione dei professionisti.
ovvero, la tendenza dei laureati a passare al lavoro dipendente per una impresa piuttosto che alla libera professione.

il che ha parecchie diverse cause (credo che la crisi economica sia l'ultima delle ultime), tra le quali la "aziendalizzazione" di molti servizi specialistici che fino a poco fa erano tipici del professionista, e non poco anche il trattamento fiscale che rende impraticabile la professione "nei ritagli di tempo" da parte di chi ha una diversa occupazione principale.
 
testerr ha scritto:
non so invece se i commercialisti gli ingegneri i gli avvocati siano troppi.

i commercialisti forse.

gli avvocati sicuramente si.

gli ingegneri sicuramente no.

detto questo, non vedo dove sia il problema: per prima cosa non è detto che per un laureato sia obbligatorio mettersi in proprio, seconda cosa il rischio di impresa prevede che uno possa farcela ma anche no...

ciao!
 
belpietro ha scritto:
il che ha parecchie diverse cause (credo che la crisi economica sia l'ultima delle ultime), tra le quali la "aziendalizzazione" di molti servizi specialistici che fino a poco fa erano tipici del professionista, e non poco anche il trattamento fiscale che rende impraticabile la professione "nei ritagli di tempo" da parte di chi ha una diversa occupazione principale.
Concordo (e ce ne sarebbe di che parlarne)
Mi viene tuttavia da pensare che i "superstiti" staranno meglio. L'eccessiva specializzazione e la conseguente frammentazione della conoscenza potranno restituire valore a chi (pochi, si spera) manterrà una "visione d'insieme"
 
belpietro ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
lucianoVE ha scritto:
però...... mica è detto che quando un giovane decide di studiare architettura o ingegneria debba per forza avere la garanzia di trovare subito un lavoro dopo la laurea....

ben vengano le aspirazioni e le attitudini personali, ma non vi pare ovvio che bisognerebbe anche essere realistici e fare i conti con la realtà??

se in Italia siamo zeppi di ingegneri disoccupati pensiamoci prima di laurearsi o no?
In Italia i laureati sono ancora troppo pochi. Invece di creare nuove opportunità e migliori condizioni per chi è in possesso della laurea invitiamo i giovano a fare gli imbianchini e gli idraulici(con tutto il rispetto per gli imbianchini e gli idraulici)?

attenzione.

non è questione di diminuzione dei laureati, ma di diminuzione dei professionisti.
ovvero, la tendenza dei laureati a passare al lavoro dipendente per una impresa piuttosto che alla libera professione.

il che ha parecchie diverse cause (credo che la crisi economica sia l'ultima delle ultime), tra le quali la "aziendalizzazione" di molti servizi specialistici che fino a poco fa erano tipici del professionista, e non poco anche il trattamento fiscale che rende impraticabile la professione "nei ritagli di tempo" da parte di chi ha una diversa occupazione principale.
Certamente. Rispondevo però in particolare a LucianoVE il quale sostiene che, siccome abbondano i laureati disoccupati, forse prima di prendere una laurea bisognerebbe pensarci due volte. I laureati in Italia sono ancora troppo pochi, l'ideale sarebbe che aumentassero le opportunità per i laureati e che il numero dei cittadini con la laurea aumentasse, non certo il contrario.
 

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