renatom
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Come vi avevo accennato a suo tempo, la vacanza principale di quest'anno è stato il tour Persia classica.
A parte la parte culturale e di paesaggio che è stata all'altezza delle aspettative, o anche meglio, volevo condividere qualche impressione che avevo ricavato di questo paese, abbastanza particolare.
Parto volentieri dagli iraniani che sono molto migliori dell'immagine che abbiamo.
Gentili, simpatici, curiosi, disponibili. In particolare le ragazze giovani si accostavano spessissimo alle donne del nostro gruppo per iniziare conversazioni, ma, anche gli uomini, spesso chiedevano, magari di fare il classico selfie. Si vedeva che avevano voglia di comunicare qualcosa, ma, spesso, il problema era la lingua.
Sono consapevoli di avere una brutta immagine dalle nostre parti e cercano di farti cambiare idea.
In generale c'è molta insoddisfazione per la situazione del paese, ma anche rassegnazione.
A livello economico, il paese non è ricco, ma neanche così povero. Un sistema economico che mi pare un po' a metà tra il socialismo reale e una economia di mercato, un PIL procapite nominale di 9000 dollari all'anno e PPA di 13000, una produzione agricola spaventosa, mi pare un paese che, in ogni caso garantisce i tre pasti al giorno e un tetto a tutti gli abitanti.
Le città sono piuttosto pulite e curate a livello di pulizia e manutenzione, probabilmente, mediamente, meglio delle nostre.
Anche Teheran che è un mostro di oltre 15 milioni di abitanti è mediamente piuttosto pulita e ha anche quartiei piuttosto eleganti.
Traffico infernale; attraversare la strada è un'avventura, le strisce pedonali neanche le vedono.
Clima da altopiano, 1200-1800 metri ,caldo secco, abbastanza gradevole, nonostante, a volte, ci si avvicinasse ai 40 gradi, nelle città più basse. Nonostante i miei timori, fondamentalmente, si stava meglio che qui, da questo punto di vista.
Eravamo in un gruppo di 13 che abbiamo conosciuto sul posto, ma siamo stati fortunati: tutta gente simpatica e di buon senso, 8 più o meno "milanesi" e tre toscani.
Pochissimo turismo occidentale e, curiosamente, in massima parte, italiano.
Ultima nota: dopo un paio di giorni, nel gruppo, ha iniziato a girare il Covid. Ovviamente, anche se lo sapevamo tutti, nessuno ha fatto tamponi e, tanto meno, chiamato medici e siamo andati avanti. Il Covid era "l'innominato". Si alludeva, solo.
A parte la parte culturale e di paesaggio che è stata all'altezza delle aspettative, o anche meglio, volevo condividere qualche impressione che avevo ricavato di questo paese, abbastanza particolare.
Parto volentieri dagli iraniani che sono molto migliori dell'immagine che abbiamo.
Gentili, simpatici, curiosi, disponibili. In particolare le ragazze giovani si accostavano spessissimo alle donne del nostro gruppo per iniziare conversazioni, ma, anche gli uomini, spesso chiedevano, magari di fare il classico selfie. Si vedeva che avevano voglia di comunicare qualcosa, ma, spesso, il problema era la lingua.
Sono consapevoli di avere una brutta immagine dalle nostre parti e cercano di farti cambiare idea.
In generale c'è molta insoddisfazione per la situazione del paese, ma anche rassegnazione.
A livello economico, il paese non è ricco, ma neanche così povero. Un sistema economico che mi pare un po' a metà tra il socialismo reale e una economia di mercato, un PIL procapite nominale di 9000 dollari all'anno e PPA di 13000, una produzione agricola spaventosa, mi pare un paese che, in ogni caso garantisce i tre pasti al giorno e un tetto a tutti gli abitanti.
Le città sono piuttosto pulite e curate a livello di pulizia e manutenzione, probabilmente, mediamente, meglio delle nostre.
Anche Teheran che è un mostro di oltre 15 milioni di abitanti è mediamente piuttosto pulita e ha anche quartiei piuttosto eleganti.
Traffico infernale; attraversare la strada è un'avventura, le strisce pedonali neanche le vedono.
Clima da altopiano, 1200-1800 metri ,caldo secco, abbastanza gradevole, nonostante, a volte, ci si avvicinasse ai 40 gradi, nelle città più basse. Nonostante i miei timori, fondamentalmente, si stava meglio che qui, da questo punto di vista.
Eravamo in un gruppo di 13 che abbiamo conosciuto sul posto, ma siamo stati fortunati: tutta gente simpatica e di buon senso, 8 più o meno "milanesi" e tre toscani.
Pochissimo turismo occidentale e, curiosamente, in massima parte, italiano.
Ultima nota: dopo un paio di giorni, nel gruppo, ha iniziato a girare il Covid. Ovviamente, anche se lo sapevamo tutti, nessuno ha fatto tamponi e, tanto meno, chiamato medici e siamo andati avanti. Il Covid era "l'innominato". Si alludeva, solo.