<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Gruppo Stellantis | Page 298 | Il Forum di Quattroruote

Gruppo Stellantis

Scusate ma arrivate tardi... il calo era 30 anni fa, graduale, ma in progresso, 20 anni fa, era virtualmente fallita, poi il tentato matrimonio con GM, poi l'ammalloppamento con Chrisler, delocalizzazioni ad effetto domino, anzi, reazione espinenziale a catena, sfociato con l'abbandono totale di tutti i siti industriali, dell'indotto etc, il tutto coronato dall'abbandono della sede fiscale e legale con svuotamento del GQ di corso Marconi, due isolati privati di ogni traccia dell'imponente ruolo storico... devastante per l'intera regione, lo vado scrivendo da decenni... tutto iniziato col defenestramento del mai abbastanza compianto ing. Ghidella...

Allora iniziamo dall'inizio. Senza che sia troppo inizio.....anni ottanta Ghidella e rinnovamento della gamma fiat ( e quando dico rinnovamento della gamma fiat dico sostituzione di modelli di tutti i marchi, Lancia compresa, non come oggi che qualcuno ha detto per salvare Lancia bisognerebbe rifare la gamma e qualcuno ha rifatto la Lancia Gamma) con forti e cospicui investimenti che riflettendosi positivamente sul prodotto riportano il gruppo in posizione di leadership nazionale ed europea.

Sì il 1988 è in soldoni la fine di quel gruppo fiat, ma per un lustro circa si vive di rendita e le cose comunque vanno a gonfie vele, a memoria. Anche nel post Ghidella qualcosa la si fa bene, Punto ad esempio....il declino di prodotto/vendite si attua prepotente verso la metà dei novanta ma gli incentivi del 1997 fanno un nuovo miracolo italiano che complice modelli non demodè la proiettano verso il nuovo millennio ma.....

Ma dimentichiamo una cosa. Una cosa grave senza la quale oggi il panorama automobilistico in particolare per questo agglomerato sarebbe stato diverso. L'erede designato, Giovannino Agnelli morì.

Fu da quel lutto che venne l'idea della fusione con GM non c'entrano le dimensioni e bla bla bla....era un problema di fturo, morto il "vecchio" mancava un "erede"

E proprio per dimostrare la "bontà" dell'investimento al futuro partner che bisognava aumentare le vendite.....

E come? Se abbassi il prezzo vendi di più, ovvio, km zero a volontà....e questa pratica andò avanti un bel lustro.....chiaro che aveva i suoi costi e....e nel 2003 erano già nelle canne come si suol dire.

Ma se posso permettermi in quel canneto c'erano ancora volatili pronti a spiccare il volo....ossia vi era ancora una struttura aziendale che volenti o nolenti magari non era più in grado di impensierire più di tanto i giapponesi, magari non era più in grado di competere a armi pari coi tedeschi, magari non faceva vedere i sorci verdi ai transalpini ma....ma poteva ancora fare uscire qualche coniglio dal cappello.....

Oggi se Tavares non avesse fatto il miracolo con Leapmotor altro che....per fortuna è riuscito a aprirsi la porta d'oriente per il dragone che forse forse, ma dico forse, ci metterà una pezza.....
 
Vero, cresce, si sviluppa, crea innovazione, diversifica, crea spinoff, altre declinano inesorabilmente... quelle che pensano di aver acquisito un ruolo primaziale sopratutto...
Che poi diventare "grande" certamente non a livello di occupazione , in certe regioni, a meno di non ridare un lavoro a 40-50-80 enni fuori del mercato del lavoro....
O aprire le "coste" sottobanco...
Ghe più'....
 
Scusate ma arrivate tardi... il calo era 30 anni fa, graduale, ma in progresso, 20 anni fa, era virtualmente fallita, poi il tentato matrimonio con GM, poi l'ammalloppamento con Chrisler, delocalizzazioni ad effetto domino, anzi, reazione espinenziale a catena, sfociato con l'abbandono totale di tutti i siti industriali, dell'indotto etc, il tutto coronato dall'abbandono della sede fiscale e legale con svuotamento del GQ di corso Marconi, due isolati privati di ogni traccia dell'imponente ruolo storico... devastante per l'intera regione, lo vado scrivendo da decenni... tutto iniziato col defenestramento del mai abbastanza compianto ing. Ghidella...
Il defenstramento di Ghidella (santo si, ma con riserva) è proprio la cacciata di chi pensava in grande per dedicarsi all'orticello dell'italietta (Romiti).
Si può fare populismo dicendo che cce vo', basta che rimani piccoletto ed è tutto risolto, ma la verità se ne infischia delle ricette facili: l'automobile è un prodotto maturo e di larga diffusione e come tale attrae investimenti anche da chi prima non aveva mai fatto auto. Ed è la dimensione ciclopica dei concorrenti- oltre alla qualità del prodotto di alcuni - che sta strizzando per bene gli italiani, convinti come sono che era meglio quando era peggio e che si possa e si debba continuare all'infinito con la Panda Fire. Per sopravvivere facendo auto, oggi, ci vogliono le palle, intese come dimensioni che ti danno le risorse e come capacità manageriale, perché i soldi, da soli, non bastano. Il signor Brembilla con la sua fabrichetta ha già chiuso, e quando chiuse nessuno se ne accorse perché non fece notizia. Altro che soluzione, sono già morti! E capirai che sorpresa: erano talmente piccoli che vivevano in balia di quello grande (Fiat)
 
Il defenstramento di Ghidella (santo si, ma con riserva) è proprio la cacciata di chi pensava in grande per dedicarsi all'orticello dell'italietta (Romiti).
Si può fare populismo dicendo che cce vo', basta che rimani piccoletto ed è tutto risolto, ma la verità se ne infischia delle ricette facili: l'automobile è un prodotto maturo e di larga diffusione e come tale attrae investimenti anche da chi prima non aveva mai fatto auto. Ed è la dimensione ciclopica dei concorrenti- oltre alla qualità del prodotto di alcuni - che sta strizzando per bene gli italiani, convinti come sono che era meglio quando era peggio e che si possa e si debba continuare all'infinito con la Panda Fire. Per sopravvivere facendo auto, oggi, ci vogliono le palle, intese come dimensioni che ti danno le risorse e come capacità manageriale, perché i soldi, da soli, non bastano. Il signor Brembilla con la sua fabrichetta ha già chiuso, e quando chiuse nessuno se ne accorse perché non fece notizia. Altro che soluzione, sono già morti! E capirai che sorpresa: erano talmente piccoli che vivevano in balia di quello grande (Fiat)
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Si può fare populismo dicendo che cce vo', basta che rimani piccoletto ed è tutto risolto, ma la verità se ne infischia delle ricette facili: l'automobile è un prodotto maturo e di larga diffusione e come tale attrae investimenti anche da chi prima non aveva mai fatto auto. Ed è la dimensione ciclopica dei concorrenti- oltre alla qualità del prodotto di alcuni - che sta strizzando per bene gli italiani, convinti come sono che era meglio quando era peggio e che si possa e si debba continuare all'infinito con la Panda Fire.
Io sono in totale disaccordo con il discorso del populismo e le ricette facili.
L'esempio è proprio Ferrero: Rimanere italiani pur diventando uno dei più grandi gruppi al mondo del settore.
La differenza casomai sta nel confronto tra VW e Ferrero, dove la vw è favorita in primo luogo dal governo nazionale, ma non come è stato in Italia con la Fiat buttando un oceano di soldi per nulla(e che non salti fuori qualcuno con il solito "eh, ma intanto in migliaia lavoravano"...che era meglio pagarli per stare a casa che costava meno!), quindi pur diventando il primo o secondo produttore mondiale con stabilimenti in vari paesi è rimasta tedesca come centralità operativa ma anche PRODUTTIVA, la seconda ha mantenuto una parte minoritaria in Italia perchè non è sicuramente il posto ideale causa i motivi che credo sappiano tutti (o forse no?).
Altrimenti succede proprio come con stellantis e vai tranquillo che i francesi non azzereranno la produzione in francia ma in italia probabilmente si o quasi.
Che poi mi risulta che oltre alla germania anche la francia ha i suoi bei problemini ultimamente...ma sono sempre bravi gli altri...
(secondo me siamo più bravi noi ad essere come e dove siamo con quello che abbiamo! Bisognerebbe solo tagliare qualche palla al piede e anche qualche testa. Chissà chiedere all'AI, quella vera, non quella del motore e-power che scalda in discesa, come potrebbe essere l'italia in una ipotetica germania!:emoji_thinking:).
Le grosse aziende per quanto mi riguarda possono benissimo comprare uffici a Milano ma a produrre non ci vengono e se ci vengono sono potenzialmente quanto di peggio, PER NOI, ci possa essere.
Il signor brembilla, torno a dire, è quello che fa i componenti per la ZF che in una organizzazione aziendale immensa, ma neanche troppo, non è possibile gestire e non si va a cercare chi è in grado in bangladesh, ma dove c'è una cultura e indotto produttivo adatto.
Quindi il problema non è tanto diventare grandi, che mica tutte le decine di migliaia di aziende possono farlo, nemmeno accorpandosi, che poi si perderebbero le peculiarità e potenzialità del NON essere troppo grandi, ma anche di come e perchè...e per stellantis sicuramente, a mio parere, il come è stato sbagliato in pieno.
Ma appunto bisognava pensarci qualche decina di anni fa...
 
Bah....io non sono totalmente d'accordo che oggi per sopravvivere bisogna giocoforza essere grandi. Infatti la qualità cui una azienda si è dedicata per oltre cento anni aveva proprio individuato un limite massimo di vetture seguendo quel modello cui con studio e tenacia si erano dedicati. Un milione.

Quella casa è giapponese....meglio un milione di auto vendute per passaparola nel mondo che dieci milioni di porcate senza stile qualità e pure neanche economiche.
 
Secondo me, parlando di automotive, fare confronti col passato e/o generalizzazioni è impossibile e fuorviante.

Oggi come noto la battaglia dell'automotive, soprattutto "allargato", "generalista" si combatte soprattutto tra 4-5 gruppi di enormi dimensioni (previsione che aveva fatto lo stesso Marchionne anni fa), multinazionali senza particolari scrupoli, che hanno come obiettivo un buon profitto, essere al passo con tempi, produrre a basso costo, in poche parole cercare di stare sul pezzo e battere l'agguerrita concorrenza.

Sappiamo tutti quali siano questi gruppi e le sfide che devono affrontare in vista del prossimo futuro e del futuro meno prossimo (transizione). Non mi sento quindi di buttare la croce addosso a nessuno in particolare, fanno quello che possono nei limiti delle capacità del management, delle risorse a disposizione, della lungimiranza e delle norme europee.

Non vedo un gruppo che prevalga nettamente sugli altri. Forse Toyota?
 
Secondo me, parlando di automotive, fare confronti col passato e/o generalizzazioni è impossibile e fuorviante.

Oggi come noto la battaglia dell'automotive, soprattutto "allargato", "generalista" si combatte soprattutto tra 4-5 gruppi di enormi dimensioni (previsione che aveva fatto lo stesso Marchionne anni fa), multinazionali senza particolari scrupoli, che hanno come obiettivo un buon profitto, essere al passo con tempi, produrre a basso costo, in poche parole cercare di stare sul pezzo e battere l'agguerrita concorrenza.

Sappiamo tutti quali siano questi gruppi e le sfide che devono affrontare in vista del prossimo futuro e del futuro meno prossimo (transizione). Non mi sento quindi di buttare la croce addosso a nessuno in particolare, fanno quello che possono nei limiti delle capacità del management, delle risorse a disposizione, della lungimiranza e delle norme europee.

Non vedo un gruppo che prevalga nettamente sugli altri. Forse Toyota?
Concordo, anche se forse i gruppi sono circa una decina (5 in Europa, 1 in USA, 1 in Corea, 1 in giappone e poi bisogna capire quanti sono in Cina, con tutti quei marchi non ci capisco nulla).
Le dimensioni sono essenziali per avere un certo potere politico nei relativi mercati e per avere potere di condizionamento sui piu piccoli fornitori, che producono pezzi di eccellenza ma che spesso sono facilmente sostituibili da altri competitor. Le dimensioni sono inoltre essenziali per potere gestire gli enormi stabilimenti di assemblaggio che hanno costi funzionamento molto alti (con differenze molto importanti tra le varie zone del pianeta)
 
Concordo, anche se forse i gruppi sono circa una decina (5 in Europa, 1 in USA, 1 in Corea, 1 in giappone e poi bisogna capire quanti sono in Cina, con tutti quei marchi non ci capisco nulla).
Le dimensioni sono essenziali per avere un certo potere politico nei relativi mercati e per avere potere di condizionamento sui piu piccoli fornitori, che producono pezzi di eccellenza ma che spesso sono facilmente sostituibili da altri competitor. Le dimensioni sono inoltre essenziali per potere gestire gli enormi stabilimenti di assemblaggio che hanno costi funzionamento molto alti (con differenze molto importanti tra le varie zone del pianeta)

Si, i gruppi di dimensioni importanti sono una decina sicuramente, io ho considerato quelli più grossi in assoluto.
 
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