L'ho segnalato più volte anche io, anche ai trionfalistici commenti ai proclemi dei proventi finanziari del megagrupone...
Non 'è più niente, dalla testa in corso Marconi a Torino, alle fabbriche di omponenti e ricambi, ai magazzini, alle officine, ai centri di ricera e sviluppo, alle aziende di servizi industriali (interne ed esterne). Il dramma si vive in piccoli borghi, con grandi fabbriche produttrici di componentistica (cablaggi, servomeccanismi, etc).
Magari nella stessa azienda, lavoravano intere famiglie... un conto è che uno in casa perda il lavoro, ma se lo perdono tutti... e poi lo perdono in un paese in cui quasi tutti lo hanno perso, e quindi si fanno la guerra per cercarne uno, o se ne devono emigrare, con depressione di tutte le altre attività del territorio, commerciali e di servizi pubblici e privati, e crollo delle quotazioni commerciali immobiliari... una catastrofe a 360°... e poi leggi i proclami trionfalistici ed i commenti entusiasti per auto straniere di progettazione, costruzione etc rimarchiate, che tengono in piedi dei marchi, che, nella sostanza, sono morti da molti anni.
Quando scrivevo queste cose, che stavano iniziando ad avverarsi, erano quasi 2 decenni addietro, mi presero per catastrofista... mi ricordo i rimbrotti di un redattore, per fortuna passato ad altre attività che inorridì quando definii un cadavere più morto che morente... l'industria, sopratutto legata a FIAT e Lancia, in Piemonte, è estinta, con buona pace dei bei sorrisi di John & Co.