<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 1486 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Servirebbe anche che ci fosse un responsabile capace di mandare quelle macchine e "aggiustare" le temperature e i flussi secondo esigenza.
A volte c'è un servizio tecnico interno. Nella clinica davanti a casa mia e dove ho fatto consulenze, un piccolo servizio tecnico e l'hanno per il pronto intervento. Impensabile che siano competenti su tutto, dal clima agli ascensori passando per i sistemi elettrici, informatici et, ma la piccola manutenzione sì. I grandi ospedali hanno più servizi interni specializzati ma anche aziende di global service e manutentori specifici per i singoli apparati.
Mi pare che l'HSR di Milano stipulasse, con l'acquisto di tenologie, un ontratto di formazione per due service engeneer interni e si attrezzassero per un piccolo magazzino ricambi. Però sono passati tatni anni da quando li avevo visitati e scoperto il sistema.
 
A volte c'è un servizio tecnico interno. Nella clinica davanti a casa mia e dove ho fatto consulenze, un piccolo servizio tecnico e l'hanno per il pronto intervento. Impensabile che siano competenti su tutto, dal clima agli ascensori passando per i sistemi elettrici, informatici et, ma la piccola manutenzione sì. I grandi ospedali hanno più servizi interni specializzati ma anche aziende di global service e manutentori specifici per i singoli apparati.
Mi pare che l'HSR di Milano stipulasse, con l'acquisto di tenologie, un ontratto di formazione per due service engeneer interni e si attrezzassero per un piccolo magazzino ricambi. Però sono passati tatni anni da quando li avevo visitati e scoperto il sistema.
Credo che anche laddove esiste la figura spesso non ci sia la competenza e/o la volontà.
Girando per uffici e aziende mi trovo spesso a occuparmi di situazioni delle quali dovrei disinteressarmi ma alle volte li vorresti prendere a pacconi.
 
Dipende sempre da chi trovi.
Guarda, è raro trovare persone competenti inserite negli staff.
Ci sono, non dico di no, ma è molto raro. Più facile che agiscano a mo di vigile come i medici di base .. passi da loro per chiamare lo specialista.
D'altra parte sono loro deputati a valutare e quindi prima di prendersi una qualunque responsabilità sempre meglio chiamare l'esterno che emette fattura.
 
infatti, le proiezioni che ricordavo indicavano il 20%. Probabilmente al 30% ci arrivi con i surplus.

Ne dubito. Ho l'impressione che per Musk il settore auto non sia il centro dei suoi interessi, a maggior ragione adesso che è entrato a pieno titolo nello staff dello spettinato, e che le Tesla non sono più le uniche a correre nel campionato. Inoltre, 1,8 milioni di unità vendute, per la prima volta in calo in un decennio, sono tante o tantissime, ma su 70 milioni stimati nel mondo siamo ancora un po' lontani....
Se analizzi la storia di Elon, è molto probabile che Tesla stia per passare di mano.
Avrà, oltre ai viaggi interstellari, almeno altri due obiettivi pronti ad essere estratti dal cilindro.
 
Basta cercarlo nell'Adriatico e non lasciarlo tutto ai croati...
Qualcuno più preparato e intelligente di me, ha chiarito bene che:
La quantità da estrarre è modesta ed il roi sarebbe scarso.
Il costo di questa operazione, collegandosi a quanto sopra, porterebbe ad avere un solo vantaggio, non doverlo chiedere ad altri.
Ma un'estrazione quantitativamente interessante, durerebbe un quinquennio, poi la falda sarebbe esaurita.
 
Ultimo punto.
Come direbbe l'amico Agri, la toppa è peggio del buco.
Tornare sui propri passi adesso, ovvero rinunciare agli investimenti sull'auto elettrica per investire su carburanti alternativi, farebbe perdere ulteriori posizioni all'Europa.
Senza sconfinare in politica, fare del populismo adesso è pericoloso per la nostra situazione economica futura.
 
Ultimo punto.
Come direbbe l'amico Agri, la toppa è peggio del buco.
Tornare sui propri passi adesso, ovvero rinunciare agli investimenti sull'auto elettrica per investire su carburanti alternativi, farebbe perdere ulteriori posizioni all'Europa.
Senza sconfinare in politica, fare del populismo adesso è pericoloso per la nostra situazione economica futura.
Le Case automobilistiche sono da decenni di respiro internazionale e hanno in produzione diversi modelli, quando non intere gamme complete, con motori a combustione per mercati ove l'utopia elettrica non esiste o è valutata solo come opzione "per chi vuole". Ergo, l'unica mossa sensata a parer mio sarebbe invece l'immediata revoca di tutto il pacchetto di norme che hanno portato le Case automobilistiche sull'orlo del baratro e riportare sul nostro mercato automobili che sono correntemente in vendita su altri mercati. Finendola, in soldoni, con il mantra del "carbonio" per tornare a parlare di cose serie.

Di più, potrebbero anche esserci tutti i presupposti legali per intraprendere cause miliardarie contro i legislatori colpevoli aver imposto norme direttamente e volutamente penalizzanti per i costruttori europei...

Se invece una Casa ha fatto delle scelte discutibili e controproducenti sotto il profilo economico e commerciale, come la Ford, sono tutti fatti suoi...
 
Le Case automobilistiche sono da decenni di respiro internazionale e hanno in produzione diversi modelli, quando non intere gamme complete, con motori a combustione per mercati ove l'utopia elettrica non esiste o è valutata solo come opzione "per chi vuole".
Quindi il "bando" dovrebbe lambirle appena.
Il fatto è che i "nostri" non riescono più a vendere neanche le loro termiche fuori dall'ambito europeo, ormai meno attrattive e meno "esclusive" di un tempo.
Fintanto che il blasone di avere una stella, un'elica o quattro anelli nel cofano aveva un suo peso abbiamo gongolato vendendo a peso d'oro il marchio e poco più.
Di fatto costruttori emergenti stanno vendendo da noi termiche ed elettriche, noi, ai loro paesi, neanche le termiche, fuori prezzo ed assolutamente paragonabili.
Li abbiamo seguiti sulla strada dei tablet al posto del multilink, della connettività al posto della reattività, abbiamo spostato trazioni da dietro a davanti per contenere i costi, abbiamo semplificato telai ed assetti, abbiamo lasciato indietro la dinamica di guida per il gadget.
Le auto ormai si assomigliano tutte, le prestazioni sul dritto sono largamente bastanti, tanto vale prendere quella che costa meno e che, magari, gode di garanzie doppie o triple.
Ci siamo adagiati sui fasti passati e concorrenti più motivati ci hanno lasciati al palo.
Le sorti dell'industria automobilistica europea non si risollevano togliendo il bando alle termiche, mi sa.
 
Voglio dire, se io costruttore ho un prodotto vincente riesco a venderlo in tutto il mondo, fregandomene quasi del mercato interno (succede per la moda per le supercar, per l'agroalimentare).
Ma, purtroppo, così non è.
 
Quello è un discorso che funziona se vendi auto sportive o prodotti di lusso.
In quei casi se vendi un sacco nel mondo puoi quasi fregartene se perdi il mercato interno.
Il mercato europeo poi non sarà grande come quello americano men che meno quello cinese.
Però sempre di centinaia di migliaia di auto si parla.
Se devi comunque proporre un prodotto imposto per legge che però non vende ci rimetti anche la strada per tornare a casa.
 
Voglio dire, se io costruttore ho un prodotto vincente riesco a venderlo in tutto il mondo, fregandomene quasi del mercato interno (succede per la moda per le supercar, per l'agroalimentare).
Ma, purtroppo, così non è.
Certo, ma il Green Deal ha costretto i carmaker europei a togliere risorse all’hardware in cui erano forti per dirottarlo sui fornitori cinesi che detengono determinati monopoli di fatto, grazie al pesante supporto governativo.

Che poi i nostri bravi produttori siano stati talmente “illuminati” da pensare che gli acquirenti europei si sarebbero buttati tutti come un gregge di pecore sull’elettrico e che pertanto potevano fare il bello e il brutto tempo, è un altro paio di maniche.
 
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