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-15% in 10 anni

Imho dipende molto da che posizione si occupa.
Ci sono persone che hanno una formazione che permette loro di cambiare lavoro,cambiare in meglio intendo,frequentemente essendo ragionevolmente sicure di non rimanere a spasso.
Altre persone non hanno questa possibilità e si tengono stretto un lavoro stabile anche se la paga non è il massimo per mancanza di alternative.
Ci sono settori poi in cui per una posizione che si libera ci sono 50 persone qualificate che ambiscono a occuparla.
Purtroppo non è solo una questione di volerlo non sarebbe corretto secondo me farla così facile.
 
Ho conosciuto colleghi che non avevano i titoli giusti per ambire ad altre posizioni, ma che non hanno accettato "il destino". Hanno seguito corsi e formazione supplementari e ci sono riusciti. Da semplici operai a tecnici di laboratorio seguendo i corsi giusti. Altri hanno fatto master per ambire a ruoli più elevati. 2 si sono presi la laurea in ingegneria mentre lavoravano. Avevano solo il diploma, ma a loro non bastava.
Come ho già detto per ambire devi anche uscire dalla tua "comfort zone". Devi "rischiare" con l'incognito, certo. Chi non risica non rosica
 
Ultima modifica:
Ampliare la propria formazione certamente aiuta.
Ma ripeto non tutti sono project manager.
Ci sono persone che lavorano in ambiti in cui purtroppo le opportunità sono limitate e non allettanti.
Un amico che lavora nel settore delle spedizioni da oltre 20 anni quando ha saputo che il titolare dell'azienda per cui lavorava aveva deciso di ritirarsi si è guardato intorno.
Era sicuro con la sua esperienza che non avrebbe faticato molto a trovare un altro posto e così è stato.
Ma nonostante abbia cambiato altre 2 volte non ha trovato una sistemazione migliore di quella che aveva in origine.
Specialmente quando si parla di settori che non sono in espansione ma anzi si stanno ridimensionando è facile che per sostituire 2 persone che vanno in pensione ne venga assunta una sola.
Il primo anno dopo aver cambiato è stato traumatico perchè si è ritrovato con un carico di lavoro molto superiore rispetto a prima e soprattutto senza nessuno che potesse sostituirlo in caso di bisogno.
Poi è andata un po' meglio ma tuttora rimpiange la posizione che aveva prima che l'azienda chiudesse.
Spronare la gente a rimettersi in gioco è giusto ma far credere che basti questo per migliorare la propria situazione secondo me è ottimistico.
Si devono allineare parecchie congiunture astrali prima fra tutte il settore in cui lavori e sul quale hai investito magari formandoti per 10 anni o più non deve crollarti addosso come un castello di carte.
Per dire conosco persone laureate che quando hanno capito che purtroppo il settore nel quale si erano formate non dava opportunità lavorative decenti sono andate a riempire gli scaffali nei supermercati.
Cosa triste imho sia per loro,che in pratica hanno dovuto ricominciare da zero come se non avessero alcuna formazione ne esperienza lavorativa,che per gli altri che ambivano a tale posizione che si sono ritrovati con la concorrenza anche dei laureati che prima non si candidavano per lavori manuali.
 
Chi non risica non rosica. Se non ti muovi tu credi che verranno a cercarti, specialmente se non hai doti speciali? Non è una garanzia, ma è l'unico modo se desideri ambire. L'immobilismo non fa aumentare le entrate, ma è comodo. Conosci tutto e non hai sorprese. Quello che prendi ti basta. Perché cercare altro?
 
Io ho portato esempi,e ne potrei portare molti altri,di persone che hanno risicato e si sono mosse eppure stanno decisamente peggio di come stavano 10 anni fa o comunque non hanno avuto la carriera che si immaginavano.
Purtroppo nel nostro paese c'è la tendenza quando le cose vanno bene a guardare gli altri e pensare che se a loro invece è andata male è perchè non sono stati altrettanto bravi.
Mai sentito nessuno dire di essere stato anche fortunato,sottolineo anche.
 
Direi il contrario. Spesso le persone non fanno autocritica e si chiamano sfortunati...a cominciare da scuola. Quel gran bast**** di professore mi ha chiesto quello che non avevo studiato. Che sfortuna...
 
Sicuramente.
Però ripeto ogni tanto mi piacerebbe sentire qualcuno dire sono stato bravo,mi sono impegnato,mi sono guardato intorno E ho avuto anche un po' di fortuna.
Invece non capita mai.

Ad esempio metti che l'opportunità lavorativa della vita capiti proprio quando hai appena firmato un contratto.
Bisogna anche avere secondo me la fortuna di cercare nel momento giusto o almeno non avere la sfortuna che l'opportunità migliore si presenti nel momento sbagliato.

Sull'immobilismo concordo che è un male ma vorrei riportare anche un esempio opposto.
Un ragazzo che conosco da sempre si è guardato intorno e ha colto ogni volta che ha potuto l'opportunità per cambiare lavoro se portava delle condizioni economiche più vantaggiose.
L'ha fatto anche dopo aver assicurato all'azienda che l'aveva assunto,scartando altri candidati,che sarebbe rimasto.
L'azienda non è che gliel'ha chiesto così per cattiveria ma perchè hanno investito su di lui pagandogli dei corsi di formazione molto costosi.
Lui li ha fatti,ha acquisito nuove competenze e le ha usate per trovarsi un nuovo lavoro.
Però poi ha pagato il conto.
Quando è arrivata l'opportunità più ghiotta al colloquio gli hanno chiesto come mai aveva cambiato lavoro così spesso,a volte anche a distanza di soli 6 mesi.
E li cosa rispondi?
Perchè se c'è un'opportunità migliore il la colgo e voi vi attaccate al tram?
Perchè non andavo d'accordo coi colleghi?
Qualsiasi cosa dici fai brutta figura,soprattutto se l'azienda in questione cerca qualcuno su cui investire nel lungo periodo.
Poi presumo che una telefonatina all'azienda che aveva lasciato in braghe di tela facendosi pagare la formazione e subito dopo mandando la lettera di dimissioni l'abbiano fatta...
 
Certo che serve la fortuna. A parità di sforzo chi è più fortunato ottiene di più. Ricordare che la fortuna premia gli audaci, cosi dicono.
Dubbito fortemente che un'azienda chiami l'altra. Sono a fare un colloquio con un vostro dipendente. Com'è, me lo raccomanda?
Ho un amico. Ci siamo laureati insieme. Lui a forza di cambiare azienda ogni max 2 anni è arrivato a diventare dirigente Accenture all'età di 35 anni. Cosa ha fatto più di me? Si è trasferito a Milano. Per qualche anno pagava (conviveva con la fidanzata) 1000 euro di affitto più spese (per un buco), ma poi con lo stipendio adeguato ha acquistato un appartamento a Milano, non fuori nell'hinterland. Devo dire che si ammazza di lavoro. Orari prolungati. Torna a casa alle 8-9 di sera. Sabato è catatonico perché deve recuperare le forze. Ne vale la pena? Per lui si
 
Ex dipendente perchè nel frattempo aveva già cambiato.
Chiedere referenze non è così insolito e le voci girano e visto che si trattava di aziende che operano nello stesso settore probabilmente qualche contatto c'era.
Aggiungiamoci anche che il titolare dell'azienda che ha pagato i corsi di formazione e ha visto il dipendente andarsene subito dopo,nonostante gli avesse assicurato che era intenzionato a restare, avrà fatto quanto in suo potere per rovinargli la reputazione.
Sarà stato il karma.
 
Ne vale la pena?

La risposta è molto soggettiva, e può cambiare negli anni.

La mia risposta, oggi, è assolutamente no

Si può migliorare la situazione reddituale anche senza sacrificare tutto il resto all'altare del lavoro.

Nessuna vieta di cambiare attività drasticamente cercando qualcosa che corrisponda ad un miglioramento sia di confort lavorativo, sia di condizioni economiche.
Che poi è quello che fanno da sempre i liberi professionisti
 
Ex dipendente perchè nel frattempo aveva già cambiato.
Chiedere referenze non è così insolito e le voci girano e visto che si trattava di aziende che operano nello stesso settore probabilmente qualche contatto c'era.
Aggiungiamoci anche che il titolare dell'azienda che ha pagato i corsi di formazione e ha visto il dipendente andarsene subito dopo,nonostante gli avesse assicurato che era intenzionato a restare, avrà fatto quanto in suo potere per rovinargli la reputazione.
Sarà stato il karma.

Se si lascia un'azienda che è disposta ad investire sulla tua persona, come potrebbero dimostrare i corsi di formazione pagati, non è già di suo una buona carta da visita.

Denota inaffidabilità del soggetto, e sapendolo molti datori di lavoro, se non tutti, darebbero più peso a questa "caratteristica" che alla capacità ed ai titoli.
 
Ma che titolare è? Non sa come funziona? Il dipendente gli ha assicurato a voce che sarebbe rimasto...Esistono contratti che ti blindano. Esiste il patto di non concorrenza. Mi sembra abbastanza sprovveduto. Esiste solo un modo per tenersi i dipendenti. Guardare sempre il mercato e fare in modo che ciò che si offre (non solo lo stipendio, ma tutto a contorno) rimanga concorrenziale.
Se gli altri offrono stesso compenso, ma si lavora solo 40 ore a settimana mentre da te 50 non sei concorrenziale. Se gli altri offrono smart working e tu non lo fai non sei concorrenziale. Se gli altri offrono retribuzione più alta non sei concorrenziale. Se tu autorizzi le ferie solo ad agosto e natale mentre altrove è più libero non sei concorrenziale. Se tu nin offri bonus e welfare mentre gli altri si non sei concorrenziale. Ecc ecc ecc
 
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