La "transizione" io la vedo anche come un tentativo di affrancarci dai combustibili fossili, in previsione di un loro futuro, forse lontano ma inevitabile, esaurimento.
E per ridurre, o possibilmente annullare, la dipendenza energetica da alcuni paesi che da troppo tempo ci tengono al guinzaglio.
E poteva essere una buona/ottima opportunità di riconversione della nostra industria.
Nel paese del sole, del vento e dei mari, poi.
Ma siamo più propensi al piagnisteo, alla conservazione dello stato di fatto, più che all'innovazione e alla ricerca.
Allora i nostri politicanti, politici è forse eccessivo, e i nostri "capitani d'industria" che fanno?
Invece di cavalcare quella che poteva essere un'opportunità, investendo in ricerca, stringendo accordi commerciali per i materiali necessari con quei paese che ne dispongono, riconvertendo le industrie, come peraltro ha fatto la Cina in maniera lungimirante, fanno pressioni affinché si dilati all'infinito la situazione attuale, sapendo benissimo che, appunto, si tratta solo di procrastinare un cambiamento comunque inevitabile.
Modalità polemica ON:
Certo, bisogna tutelare anche le orde di indomiti macinatori di chilometri al ritmo di 1000 ogni 7,692307...... ore.

Ma, non me ne vogliano questi fenomeni che ammiro davvero per le loro capacità di guida, di concentrazione e di resistenza fisica, nonché per la loro fortuna nel trovare sempre strade sgombre di traffico e di cantieri, per quanto tanti non sono statisticamente significativi.
Scusate, ma leggo spesso "ma io ho fatto da qui a lì in 2 ore e mezza", "io vado spesso da A a B in 10 ore senza soste"....
Ebbene, comprendo i disagi per costoro, e non voglio assolutamente sminuirne la valenza.
Come so benissimo che le mie condizioni non siano ripetibili per i più.
Ma se si prova a pensare che COMUNQUE, prima o poi, sarà inevitabile un diverso modello di mobilità, io leggo il fatto di aver fissato dei paletti temporali come uno stimolo ad una classe dirigente e ad una classe imprenditoriale verso una riconversione.
Mi par di capire però che detto stimolo rimarrà inascoltato.
PS. Dopo averlo scritto, ho riflettuto se fosse il caso di pubblicare il post, perché immagino già le comprensibili reazioni.
Ma, in fondo, è quello che penso, al netto delle scaramucce e dei dileggi

In ultima analisi ritengo che sarebbe più interessante, e forse più utile, non disquisire tanto sulla "transizione" o sulle tempistiche di questa, che appunto ritengo comunque inevitabile, prima o poi, quanto su quali accorgimenti possano contribuire ad alleviarne o addirittura eliminarne gli inevitabili disagi.