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Un paese di poveracci

Per un non autosufficiente le RSA costano sempre meno delle badanti.

Si ma non c'è il posto.
Quindi tanti vengono assistiti alla bell'e meglio a casa,magari con una o due badanti in nero.
E ne ho sentiti diversi di figli di anziani che si lamentavano che le badanti guadagnavano uguale (in nero) o addirittura di più (in regola) rispetto a loro laureati e impiegati in studi professionali.
Anche li gli avrei dovuto dire di fare cambio visto che c'era da guadagnarci ma sospetto che mi avrebbero detto che preferivano di no.
 
Si ma non c'è il posto.
Quindi tanti vengono assistiti alla bell'e meglio a casa,magari con una o due badanti in nero.
E ne ho sentiti diversi di figli di anziani che si lamentavano che le badanti guadagnavano uguale (in nero) o addirittura di più (in regola) rispetto a loro laureati e impiegati in studi professionali.
Anche li gli avrei dovuto dire di fare cambio visto che c'era da guadagnarci ma sospetto che mi avrebbero detto che preferivano di no.

Per una badante convivente....In regola....
( altrimenti ce ne vogliono 2 )
Arrivare, con tutto, da 2300 Euri in su, e' un attimo....
Ma e' un lavoro che, se fatto a regola d' arte, e' terribile....
 
Esatto.
Eppure al figlio dell'anziano tira terribilmente una certa parte del corpo che la persona che lo assiste guadagni quanto o più di lui.


Io,
SPECIFICO CHIARO,
parlo di
" badante seria, amante del proprio lavoro "....
Non dico una " missionaria ", ma quasi....
Poi,
di contro, fatto un tanto al metro,
potrei raccontare di quelle cose....
Che se non le avessi vissute sul mio portafogli,
farei, per primo, fatica a credere
 
Permettimi un commento probabilmente è anche perchè ci sono persone con qualifiche maggiori che si mettono a fare gli insegnanti nei ritagli di tempo che le code di aspiranti insegnanti sono sempre folte.
Prendo spunto da questa parte per dirti che sono molto d’accordo con te.
È profondamente e moralmente sbagliato mettersi a fare anche l’insegnante per tirare su qualche soldo in più, perché è una professione totalizzante e sconfina nella “missione”.

Io feci dei seminari per alcuni anni esclusivamente per lo spirito di provare a fare una cosa diversa dal solito e per vedere se riuscivo a trasmettere qualcosa (mi dicono che gli studenti ne rimasero soddisfatti), in una occasione partecipai anche ad una sessione di esami (relativamente a quanto fatto da me, oltre ad una sorveglianza alla parte scritta in cui mi rividi giovane :p ). Compenso zero/zero (non ci sono fondi), esperienza gratificante da un lato e molto impegnativa dall’altro. Pur andando solo a braccio e lavagna, ogni ora di lezione me ne richiedeva un’altra abbondante di preparazione e se avessi dovuto preparare le slides su PowerPoint, ammesso e non concesso di saperlo usare, ci avrei dovuto aggiungere un’altra ora buona in più. Dopo di che correzione test scritti e partecipazione agli orali (il titolare del corso ovviamente ha poi, oltre ad altri corsi, tutta una serie di ulteriori impegni e smeni accademici e non).

Sono molto contento dell’esperienza fatta e soprattutto che i ragazzi siano rimasti soddisfatti, ma da lì decisi di non chiedere alcuna supplenza alle superiori. Certo, sarebbe stata un’entrata mensile sicura su cui far conto, ma a farla bene avrebbe distolto troppe energie dallo studio professionale, e farla alla buona non rientra nelle mie corde.
 
Rinfresco solo la memoria poi mi pongo in disparte... e non parlate di "produttività" perché in (minima) parte sarà anche vero, ma con certe cifre % in ballo direi che la realtà è un'altra....

stipendi-italia-auropa-1990-2020.jpg
 
Rinfresco solo la memoria poi mi pongo in disparte... e non parlate di "produttività" perché in (minima) parte sarà anche vero, ma con certe cifre % in ballo direi che la realtà è un'altra....

stipendi-italia-auropa-1990-2020.jpg

Relativamente al discorso produttività, dalle analisi che hanno fatto, è vero che in Italia la produttività è salita meno, ma anche che, rispetto agli altri paesi, è salita di più la quota destinata agli utili a scapito di quella destinata agli stipendi.
 
Relativamente al discorso produttività, dalle analisi che hanno fatto, è vero che in Italia la produttività è salita meno, ma anche che, rispetto agli altri paesi, è salita di più la quota destinata agli utili a scapito di quella destinata agli stipendi.


Il punto e' tutto li'....

D' altro canto,
e' un dato talmente mostruoso nella sua incredibilita',
che e' pacifico che ci sia una sperequazione
fra la ripartizione degli utili, seppur pochi che siano.
Basti guardare la continua tendenza di spostare la ricchezza
dagli ultimi ai primi....

Vedere dal paragrafo: " Quasi raddoppiato...."

https://it.euronews.com/2024/01/15/...ultra-ricchi-a-fronte-di-56-milioni-di-poveri

Cinicamente dico persino che costoro fanno bene....
Tanto i poveri, sono i primi, a stare zitti....
 
Ultima modifica:
Prendo spunto da questa parte per dirti che sono molto d’accordo con te.
È profondamente e moralmente sbagliato mettersi a fare anche l’insegnante per tirare su qualche soldo in più, perché è una professione totalizzante e sconfina nella “missione”.

Io feci dei seminari per alcuni anni esclusivamente per lo spirito di provare a fare una cosa diversa dal solito e per vedere se riuscivo a trasmettere qualcosa (mi dicono che gli studenti ne rimasero soddisfatti), in una occasione partecipai anche ad una sessione di esami (relativamente a quanto fatto da me, oltre ad una sorveglianza alla parte scritta in cui mi rividi giovane :p ). Compenso zero/zero (non ci sono fondi), esperienza gratificante da un lato e molto impegnativa dall’altro. Pur andando solo a braccio e lavagna, ogni ora di lezione me ne richiedeva un’altra abbondante di preparazione e se avessi dovuto preparare le slides su PowerPoint, ammesso e non concesso di saperlo usare, ci avrei dovuto aggiungere un’altra ora buona in più. Dopo di che correzione test scritti e partecipazione agli orali (il titolare del corso ovviamente ha poi, oltre ad altri corsi, tutta una serie di ulteriori impegni e smeni accademici e non).

Sono molto contento dell’esperienza fatta e soprattutto che i ragazzi siano rimasti soddisfatti, ma da lì decisi di non chiedere alcuna supplenza alle superiori. Certo, sarebbe stata un’entrata mensile sicura su cui far conto, ma a farla bene avrebbe distolto troppe energie dallo studio professionale, e farla alla buona non rientra nelle mie corde.

Seguendo un ragionamento simile io qualche pagina fa ipotizzavo che nelle graduatorie o nei concorsi per la scuola si tenesse conto anche delle altre entrate dei candidati,privilegiando quelli per cui l'insegnamento non rappresenta il secondo o terzo lavoro.
Sia per lasciare qualcosa anche agli altri.
Sia perchè ho avuto tanti insegnanti che facevano altro e si assentavano spessissimo e sempre con scarso preavviso (che al liceo voleva dire non avere un supplente della stessa materia e quindi perdere la lezione,all'università significava farsi 50 km e poi scoprire che il professore non c'era una volta arrivati in aula).
 
Idem.
Il primo giorno di università ricordo che ci saranno stati 300 studenti alla lezione di Istituzioni di Diritto Romano.
Per fortuna c'era qualche studente più anziano che dopo quasi mezz'ora salì in cattedra e annunciò che il professor XXXXXX non sarebbe arrivato.
L'anno dopo incrociai sul treno una compagna di liceo che iniziava con un anno di ritardo l'università e le chiesi chi aveva come professore (eravamo talmente tanti che alcune cattedre coprivano gli studenti dalla A alla D,altri corsi meno affollati dalla A alla L etc etc).
Mi rispose XXXXXX e allora io le dissi che secondo me non si sarebbe presentato.
Il giorno dopo scoprii che la previsione era esatta.
 
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