<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 76 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

Perdonami ma credo che tornare al modello tradizionale, nel quale la donna si limitava a svolgere il ruolo sociale di "angelo del focolare", non sia la soluzione. Tra l'altro, i dati macroeconomici sono concordi nel sostenere che, nei contesti nei quali le donne lavorano poco o nulla, i tassi di crescita sono più bassi e così anche il reddito medio pro capite.

Questo e' vero....
Anche se credo che la percentuale di lavoratrici nostrane
cosi' mostruosamente bassa
( rispetto la UE ),
sia ammorbidita da grosse quote di nero
 
Io ho conosciuto diverse donne che hanno sempre lavorato pur non avendone bisogno.
Per realizzarsi o per altre ragioni comprensibili e condivisibili.
Però ammetto di aver pensato che in qualche caso se avessero lasciato il proprio posto di lavoro a un'altra persona che ne aveva più bisogno forse non sarebbe stato un male.
Mi vengono in mente due insegnanti,un uomo e una donna,che ho avuto.
Il primo aveva,a quanto dicevano,14 auto.
La seconda aveva una Mercedes ML poi sostituito con una Maserati Levante.
Poi ovvio in una società in cui la disoccupazione è a zero non si pone il problema ma visto che di insegnanti che darebbero un rene per avere una cattedra ce ne sono tanti forse potrebbe avere senso lasciare qualche posto libero per chi ne ha bisogno.
 
Fiero sostenitore della parità uomo donna nell'accudimento dei figli, nelle faccende di casa e di tutto ciò che riguarda la vita di una famiglia Non siamo più nel 1800

Anche io. Ma purtroppo il gap c'è e rimarrà per tutta una serie di motivi, a partire da quelli fisiologici.
Possiamo mettere il congedo parentale al papà di 4 mesi ma purtroppo il bimbo avrà sempre bisogno di essere allattato dalla mamma. Lasciamo stare le migliaia di situazioni in cui noi uomini risultiamo degli imbranati rispetto alla concretezza di una mamma...
Non sto nemmeno a tirare in ballo il tema azienda, in cui spesso delle manager con figli fanno la festa a delle neo mamme in quanto tali.
 
Diciamo che il maschietto puo' dare
comunque una mano

-andando a fare la spesa ( strettamente da lista )
-quel minimo di cucina
-quel minimo di pulizie

E per la regola del
" meglio prevenire che....",
cercando di lasciare meno disordine possibile per casa
 
Diciamo che il maschietto puo' dare
comunque una mano

-andando a fare la spesa ( strettamente da lista )
-quel minimo di cucina
-quel minimo di pulizie

E per la regola del
" meglio prevenire che....",
cercando di lasciare meno disordine possibile per casa

Ancora per tanti uomini,non necessariamente over 60,è fantascienza.
Tanti passano direttamente dall'essere accuditi dalle madri a essere accuditi dalle mogli.
A mia madre sono capitati negli anni tanti clienti che rimasti da soli (in genere dopo un divorzio,in qualche caso purtroppo perchè le mogli erano morte) che chiedevano consigli su tutto.
Uno le è rimasto impresso.
Ogni settimana arrivava con una camicia bianca diventata rosa o azzurra.
Mia madre provava a spiegargli che non poteva mettere assieme in lavatrice la camicia bianca coi calzini blu ma lui non voleva saperne di fare due lavatrici...
 
Diciamo che il maschietto puo' dare
comunque una mano

-andando a fare la spesa ( strettamente da lista )
-quel minimo di cucina
-quel minimo di pulizie

E per la regola del
" meglio prevenire che....",
cercando di lasciare meno disordine possibile per casa

Per quanto riguarda il "regime" di casa mia quanto sopra è il minimo sindacale (e considera che convivo senza figli alla tenera età di 45 anni). Se venisse meno anche il solo 10% di quel che faccio credo dormirei in terrazza :)
Secondo me, per quanto si cerchi di essere dei padri presenti ed efficaci, la lotta con la mamma è impari.
Io ho la fortuna di avere una compagna che è una professionista stimata all'interno di uno studio gestito da persone (uomini) intelligenti e dal profondo senso civico. Se mai decidessimo di fare un bimbo avrebbe tutto quello che serve in termini di comprensione, disponibilità etc. Purtroppo però la sua dimensione è una rarità.
 
Io ho conosciuto diverse donne che hanno sempre lavorato pur non avendone bisogno.
Per realizzarsi o per altre ragioni comprensibili e condivisibili.

Però ammetto di aver pensato che in qualche caso se avessero lasciato il proprio posto di lavoro a un'altra persona che ne aveva più bisogno forse non sarebbe stato un male.
Mi vengono in mente due insegnanti,un uomo e una donna,che ho avuto.
Il primo aveva,a quanto dicevano,14 auto.
La seconda aveva una Mercedes ML poi sostituito con una Maserati Levante.
Poi ovvio in una società in cui la disoccupazione è a zero non si pone il problema ma visto che di insegnanti che darebbero un rene per avere una cattedra ce ne sono tanti forse potrebbe avere senso lasciare qualche posto libero per chi ne ha bisogno.
Quindi in realtà lavoravano ESATTAMENTE perché ne avevano bisogno! ;)

Sul tema insegnanti e scuola non voglio entrare, mantenendomi "di lato" il problema per me è più relativo alla voglia e alla passione per ragazzi e insegnamento mancante nei più invece che di chi occupa o libera una cattedra, ma ripeto, pensiero personale sviluppato nell'ultima decina di anni di scuole delle bimbe...
 
Quindi in realtà lavoravano ESATTAMENTE perché ne avevano bisogno

Dipende da cosa si intende per bisogno.
C'è chi va a lavorare altrimenti non mangia e chi volendo potrebbe non lavorare e vivere lo stesso dignitosamente.
Se ci fossero posti disponibili in abbondanza la cosa non avrebbe alcuna rilevanza,se qualche candidato giovane che al posto del Maserati aveva la bici è rimasto a bocca asciutta imho nel discorso può rientrare anche l'effettiva necessità di un posto di lavoro.
 
Dipende da cosa si intende per bisogno.
C'è chi va a lavorare altrimenti non mangia e chi volendo potrebbe non lavorare e vivere lo stesso dignitosamente.
Se ci fossero posti disponibili in abbondanza la cosa non avrebbe alcuna rilevanza,se qualche candidato giovane che al posto del Maserati aveva la bici è rimasto a bocca asciutta imho nel discorso può rientrare anche l'effettiva necessità di un posto di lavoro.
Il senso di "bisogno" nel tuo post è chiaro: tu gli ascrivi solo e unicamente valore di necessaria sussistenza economica (se non lavoro non mangio).

Io invece considero bisogni ugualmente importanti anche il senso di realizzazione, di soddisfazione, di impegno, di responsabilità e di passione nel fare un lavoro (quale che sia, dal lavapiatti all'AD).

Non trovo giusto che qualcuno che possa economicamente essere autosufficiente senza un lavoro rinunci allo stesso se fa qualcosa con capacità, impegno e passione solo perché abbiamo un tasso di disoccupazione elevato.

Su questo non mi trovi d'accordo, nella maniera più assoluta.
 
Per quanto riguarda il "regime" di casa mia quanto sopra è il minimo sindacale (e considera che convivo senza figli alla tenera età di 45 anni). Se venisse meno anche il solo 10% di quel che faccio credo dormirei in terrazza :)
Secondo me, per quanto si cerchi di essere dei padri presenti ed efficaci, la lotta con la mamma è impari.
Io ho la fortuna di avere una compagna che è una professionista stimata all'interno di uno studio gestito da persone (uomini) intelligenti e dal profondo senso civico. Se mai decidessimo di fare un bimbo avrebbe tutto quello che serve in termini di comprensione, disponibilità etc. Purtroppo però la sua dimensione è una rarità.


A me lo dici....

:emoji_wink::emoji_wink:

Io son 45 anni che lo faccio....
Lei fa i letti
Rassetta dopo mangiato
E' la regina di lavastoviglie/lavatrice/asciugatrice.
( le pulizie le fa la colf ).

Da giovani il bambino lo portavo io all' asilo e talvolta o ogni tanto anche a prendere
 
Non trovo giusto che qualcuno che possa economicamente essere autosufficiente senza un lavoro rinunci allo stesso se fa qualcosa con capacità, impegno e passione solo perché abbiamo un tasso di disoccupazione elevato.

Su questo non mi trovi d'accordo, nella maniera più assoluta.

Perfettamente d'accordo con te
Pensare che il senso di realizzazione di un individuo dipenda esclusivamente dai soldi, mah...
Molto, molto limitato come pensiero
 
Il senso di "bisogno" nel tuo post è chiaro: tu gli ascrivi solo e unicamente valore di necessaria sussistenza economica (se non lavoro non mangio).

Io invece considero bisogni ugualmente importanti anche il senso di realizzazione, di soddisfazione, di impegno, di responsabilità e di passione nel fare un lavoro (quale che sia, dal lavapiatti all'AD).

Non trovo giusto che qualcuno che possa economicamente essere autosufficiente senza un lavoro rinunci allo stesso se fa qualcosa con capacità, impegno e passione solo perché abbiamo un tasso di disoccupazione elevato.

Su questo non mi trovi d'accordo, nella maniera più assoluta.

Però il fatto di lasciare il posto a qualcuno che ne ha più necessità non significa dover stare a casa a fare la maglia.
Credo che esistano altri modi per realizzarsi,uno a caso il volontariato.
Io se fossi un insegnante che ambisce a una cattedra come docente di storia dell'arte e vedessi che il posto a cui ambivo viene assegnato a Sgarbi (sto estremizzando ovviamente) qualche pensiero sul senso che una persona che non ha bisogno dello stipendio si metta in graduatoria lo farei.
Ripeto in una situazione di penuria di posti o di sovrabbondanza di candidati.
 
Però il fatto di lasciare il posto a qualcuno che ne ha più necessità non significa dover stare a casa a fare la maglia.
Credo che esistano altri modi per realizzarsi,uno a caso il volontariato.
Io se fossi un insegnante che ambisce a una cattedra come docente di storia dell'arte e vedessi che il posto a cui ambivo viene assegnato a Sgarbi (sto estremizzando ovviamente) qualche pensiero sul senso che una persona che non ha bisogno dello stipendio si metta in graduatoria lo farei.
Ripeto in una situazione di penuria di posti o di sovrabbondanza di candidati.


Eticamente corretto, ma giuridicamente sbagliato. Il lavoro deve essere accessibile a tutti allo stesso modo, non importa se sei ricco o povero. Se vuoi lavorare, il lavoro da lavapiatti ti piace e sei adeguato, allora puoi lavorare, anche se di cognome fai Elkann.
 
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