Primi anni settanta.
Tecnicamente una economia ricca e con prospettive stabili o di sviluppo in positivo, capace di garantire redditi pro capite buoni se non elevati, dovrebbe permettere ai cittadini altrettanto elevati tenori di vita. E il fare figli una logica conseguenza. Ma credo sia una combinazione complessa tra spinte istintuali, culturali, sociali ed economiche, e tutte pure in senso lato.
Ti porto ad esempio i paesi est europei dell' ex blocco sovietico, di cui ho conoscenza diretta: mi ricordo che una trentina di anni fa, caduto il muro da poco e passati presto a democrazie di tante belle speranze e con economie tutte da inventare, era pieno di bambini, normale metter su famiglia a venti anni, trovarsi nonni a meno di cinquanta. Che fosse dovuto forse ancora all'onda lunga della cultura imposta dai caduti regimi (lavorare, stare zitti e fare figli) può essere, magari centrava anche la gioia che il peggio era passato e di sentirsi liberi e credere in un nuovo futuro nonostante tutto.
Fatto sta che oggi in quei paesi, a fronte di economie sviluppatesi sul modelli occidentali (ed quasi tutti entrati in UE), di redditi medi pro capite triplicatisi o più, di bambini ne vedo sempre tanti ma non più come venti anni fa, ci si sposa a trenta e non a venti, in ogni caso una situazione neanche comparabile con quella nostrana, qui siamo alla desertificazione procreativa.
Molto probabilmente per fare figli bisogna avere degli obbiettivi: ad esempio per i nostri bisnonni rurali era il garantirsi braccia da lavoro nonostante l'elevata mortalità infantile (e quelli sani, svegli ma gracilini via in seminario a studiare da prete), oppure per gli islamici (soprattutto oggi) un dovere socio- religioso (e mi fermo qui).
Obbiettivi degli italiani oggi boh, non pervenuti, imho.