Sì, adoro la Simca che poi il Gruppo PSA cambiò il nome in Talbot. La Talbot non era, come si potrebbe pensare, un nome preso a caso o inventato, ma addirittura era una casa automobilistica nata nel 1903 tramite il francese Adolphe Clement ed il suo finanziatore inglese Charles Talbot; si può dire quindi che era un marchio anglo-francese.
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Dopo qualche vicissitudine, nel 1935, l'italo-francese Tony Lago acquista la Talbot ed il marchio divenne Talbot-Lago e cominciò a produrre auto sportive, lussuose e da corsa.
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Lago, non è propriamente un grande gestore e per diversi motivi, la Talbot comincia ad avere problemi finanziari e deve accettare la proposta di Teodoro Pigozzi, il fondatore della Simca e gli vende tutto nel 1959. A Pigozzi, non interessa minimamente la Talbot, ma solamente il suo polo produttivo per poter ampliare la produzione delle sue Simca ed intanto aveva anche acquisito la Ford France. Tra i primi anni 60 e la fine degli anni 60, la Chrysler fiuta l'enorme potenziale di Simca e decide di fare il grande passo: conquistare l'Europa! Stessa cosa che già avevano fatto General Motors e Ford. Per completare l'opera, la Chrysler in UK, diventa proprietaria del Gruppo automobilistico Rootes (Sunbeam, Singer, Humber, Hillman). Ovviamente, le cose per gli americani vanno tutte storte e non solo non sono in grado di gestire tutti quei marchi, ma ci sono anche problemi di mentalità e di gelosie tra i francesi e gli inglesi! Nel 1978, la Chrysler si accorge di trovarsi in un mare di.....cioccolata; modelli inglesi che vendono poco, debiti su debiti e decidono di trovare un compratore che si accolli il Gruppo Rootes (divenuto Chrysler UK) e la Simca (divenuto Chrysler France); c'è da dire però che la Simca andava a gonfie vele. Il neonato Gruppo PSA (Peugeot-Citroën) nel 1978 si fa avanti e per una cifra simbolica, compra tutto il pacchetto messo in vendita e ripiana tutti i debiti che gli americani avevano. Per prima cosa PSA si toglie dalle scatole tutti i marchi inglesi (rimane solo la Sunbeam che nel 1977 viene degradato da marchio a modello, ma sparisce nel 1981) e per far capire che sarebbe tirato un vento nuovo, ma soprattutto per scrollare un'immagine di auto facenti parte di un gruppo disastrato; rispolverano lo storico nome di Talbot (che ora appartiene a loro). Dal 1979, tutte le Simca, le Hillman, le Sunbeam, saranno Talbot. Perché Talbot? Perché in Inghilterra le Simca erano vendute come Chrysler ed ora la Chrysler non c'era più, gli inglesi si ricordavano ancora le belle auto Talbot. In Europa, la cosa era più difficile, la Simca era fortemente conosciuta ed affermata, ma d'altronde non si poteva fare un marchio per ogni mercato e poi Talbot era anche francese e quindi....vada per Talbot. Unica differenza è che dal 1979 al 1980, le auto avevano sul muso la scritta Talbot e sulla coda la scritta Simca.
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Dal 1980, Talbot per tutti e per tutte le auto.
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Cosa è andato storto quindi con Talbot? Sono diversi fattori. Il cambio di nome ha un pò destabilizzato i clienti, scarsi investimenti per gelosie della Peugeot (la Talbot aveva il suo gruppo di ricerca e sviluppo indipendente). La Tagora non ebbe il successo sperato e la Peugeot la boicottò apertamente, la Sunbeam concluso il suo ciclo produttivo (chiusero la fabbrica in Scozia) venne rimpiazzata dalla Samba che non era altro che una Peugeot 104 ristilizzata, la Horizon venne abbandonata a sé stessa, la 1510 non attirava più e non venne sostituita, la Solara nasce e muore così com'era. La Samba Cabriolet di Pininfarina venne tolta di produzione per far posto alla 205 CJ. Qualcosa la Peugeot voleva fare in extremis, come la Samba 2 che era una Citroën AX col logo Talbot e la Arizona che doveva sostituire le Horizon e poi divenne la Peugeot 309. Grazie al cavolo direi, prima alla Peugeot se ne sono fregati di Talbot che, ricordiamolo, fino ai primi anni 80 vendeva più della Peugeot ed addirittura di Volkswagen e poi cercano di salvare il salvabile troppo tardi. Diciamo apertamente che a Peugeot interessavano le fabbriche Simca, la sua rete di vendita ed assistenza e levarsi dalle scatole un concorrente.