Certamente, qui però volevo dire un'altra cosa e cioè che spesso le fusioni tra grandi gruppi sottendono delle vere incorporazioni, soprattutto se uno dei due soggetti si presenta in condizioni di debolezza. Abbiamo detto più volte che la nascita di Stellantis, ancorché presentata come una fusione tra FCA e Psa, rappresenti nei fatti un'incorporazione della prima da parte della seconda. Quindi la Francia per alcuni versi mantiene un'industria automobilistica, l'Italia no e credo che Montezemolo volesse dire questoMa se vuoi fare un gruppo grande e forte non puoi limitarti ad annettere piccole aziende
La parte italiana aveva già ampiamente delocalizzato la propria produzione per sfruttare le facilitazioni fiscali e finanziarie di paesi in via di sviluppo. Chiaro che presentandosi così... ricordiamoci che oltre 10 anni addietro il gruppo torinese era virtualmente fallito. Marchionne lo ha salvato finanziariamente anche sfruttando facilitazioni governative di vari paesi, non ultimi gli USA dopo la fusione con Chrysler. Non so quanto alla nuova proprietà interessi l'attività industriale, e relativa localizzazione, quanto la situazione finanziaria. Il socio francese invece ha imposto severi criteri protezionistici, senza mai accettare compromessi.Quindi la Francia per alcuni versi mantiene un'industria automobilistica, l'Italia no
LogicamenteMi aspettavo questa obiezione, ero in attesa che arrivasse.
Maranello a parte, sono tutte PMI, per essere casa automobilistica occorre ben altro. Così come tante aziende artigianali... è stato lo stesso per la produzione motociclistica, avevamo tantissimi produttori e marchi sparsi in giro per l'Italia, quasi tutti estinti, il giappone ha dominato il mercato mondiale, arrivando dopo, con sole 4 aziende. Sorte simile all'Italia per l'industria meccanica, ha subito, ben prima, quella britannica, estinta o assorbita dall'estero.Ferrari, DR, Pagani e Dallara
Sicuro, cento, contro i milioni delle case cinesi, in tutto il mondo, ma sopratutto in Cina, il cui pil è maggiormente beneficiario.l’azienda è di proprietà italiana, fornisce il lavoro ad oltre 100 dipendenti e contribuisce al PIL italiano
Come succede a tanti marchi che necessitano di capitali freschi che non trovano nei confini nazionali. Esattamente come fanno gli investitori piccoli e grandi che affidano i propri capitali ai fondi medesimi o ai tanti lavoratori che ai fondi pensionistici integrativi versano le proprie piccole eccedenze mensili e a volte anche i risparmi nella speranza di assicurarsi una vecchiaia più serena.ha pensato bene di vendere
Maranello a parte, sono tutte PMI, per essere casa automobilistica occorre ben altro.
Come succede a tanti marchi che necessitano di capitali freschi che non trovano nei confini nazionali. Esattamente come fanno gli investitori piccoli e grandi che affidano i propri capitali ai fondi medesimi o ai tanti lavoratori che ai fondi pensionistici integrativi versano le proprie piccole eccedenze mensili e a volte anche i risparmi nella speranza di assicurarsi una vecchiaia più serena.
Non sono l'avvocato di nessuno, ma, a quanto ho letto, pare abbia solo risposto ad una domanda citando una situazione di fatto.Sicuramente....
E poi, come si direbbe, ( quei beni ) sono i suoi....
Semplicemente lo vedo come ultimo a fare commenti
su quell' argomento specifico
Non sono l'avvocato di nessuno, ma, a quanto ho letto, pare abbia solo risposto ad una domanda citando una situazione di fatto.
Alla fine anche lui avrebbe seguito il diktat della famiglia: differenziare gli investimenti e cercare di sbarazzarsi del settore auto.Credo che sottilmente abbia voluto dire anche questo. Lui gestì la fase di passaggio dal gruppo Fiat al gruppo FCA, quindi di fatto il salvataggio di Fiat, che evitò anche di essere assorbita da GM. Il tutto insieme a Marchionne, ma già nel 2010 fu "fatto fuori" da Marchionne stesso (ed Elkann) come Fiat e nel 2014 come Ferrari, dopo il fallimento della F.1 ibrida del 2014, quindi d'accordo con la proprietà, e credo che non abbia mai digerito questa cosa. Lui si lamentò del "modo" e definì Marchionne "un dittatore". Di Elkann non ha mai voluto parlare, mentre ammirava Giovanni Agnelli.
Quindi penso che abbia anche voluto dire che se fosse rimasto presidente lui forse le cose sarebbero andate diversamente, ma questo lo ha fatto capire anche altre volte................
Fiat non ha delocalizzato, almeno negli ultimi 10 anni: in Polonia produce dai tempi della 126, la Tipo è fatta in Turchia perché progetto Tofas. La Punto non la fa più, la Ritmo/Tipo/Bravo è diventata una low cost, la Croma anni 80 non ha mai avuto una degna erede. Il gruppo ha avuto (GIUSTAMENTE) problemi di numeri perché la concorrenza ha stritolato il gruppo.La parte italiana aveva già ampiamente delocalizzato la propria produzione per sfruttare le facilitazioni fiscali e finanziarie di paesi in via di sviluppo. Chiaro che presentandosi così... ricordiamoci che oltre 10 anni addietro il gruppo torinese era virtualmente fallito. Marchionne lo ha salvato finanziariamente anche sfruttando facilitazioni governative di vari paesi, non ultimi gli USA dopo la fusione con Chrysler. Non so quanto alla nuova proprietà interessi l'attività industriale, e relativa localizzazione, quanto la situazione finanziaria. Il socio francese invece ha imposto severi criteri protezionistici, senza mai accettare compromessi.
Appunto, si era portata avanti in passato.. oltre Tychy, c'è pure Kragujevac..Fiat non ha delocalizzato, almeno negli ultimi 10 anni
Certo che lo ha fatto, per esempio ha dismesso musa ed idea, che vendevano, prodotte in casa, per aprire le linee della 500L in Croazia dove c'erano incentivi governativi. P.es.Fiat non ha delocalizzato, almeno negli ultimi 10 anni:
Io vedo Montezemolo più come "affarista" che imprenditore.
agricolo - 3 ore fa
quicktake - 2 anni fa
Suby01 - 1 mese fa