<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Crescita economica e carenza di personale | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

Crescita economica e carenza di personale

Ah, certo alle facoltà umanistiche incontravi principalmente studenti(esse), provenienti da classico, linguistico e magistrali. Però di tutti quelli che ho visto all'opera ad ingegneria, fisica, matematica, informatica, etc erano brillanti.
esatto, hai colto quello perfettamente che intendevo.
Se da un lato sono brillanti in tutte le facoltà, dall'altro c'è una parte importante di loro che intraprende studi per ragioni prevalentemente culturali senza valutare correttamente gli sbocchi professionali
Si trova qualcosa a questo link:
https://www.almalaurea.it/sites/alm...nto_dellingresso_alluniversita_pagg.71_84.pdf

Per questo alla fine si crea un mismatch tra domanda ed offerta di lavoro.
 
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Anche perchè dai tecnici chi prosegue con l'università è una risicata minoranza.
Ho frequentato un istituto tecnico (privato) di Milano , che godeva di un’ottima fama : gli insegnanti delle materie tecniche erano quasi tutti tecnici operanti nelle industrie del ramo (ma c’erano anche docenti del Politecnico) , che dovevano quindi conciliare gli impegni di lavoro con le lezioni , per cui capitava spesso di far lezione al sabato o alla domenica mattina .
Mi sono diplomato nel 1965 e ho subito trovato lavoro come progettista elettronico ; contemporaneamente frequentavo il corso di laurea in Economia e Commercio (serale) presso l'Università Cattolica : l'idea era che con una laurea in discipline economiche e un diploma tecnico avrei avuto più possibilità .
Mi sono però reso conto che non ero tagliato per le materie economiche , anche se avevo già dato parecchi esami , per cui , dopo due anni mi sono licenziato e mi sono iscritto al Politecnico .
Per non gravare troppo sulla famiglia mi sono dato da fare con lavori vari (corsi teorici e pratici presso l'istituto tecnico dove mi ero diplomato , ripetizioni , riparazione radio e televisori , che allora si facevano ancora , installazione di impianti di antenna) , ma sono riuscito a laurearmi senza andare fuori corso , quindi a 26 anni .
La votazione non è stata molto alta , poichè ho accettato anche qualche 18 , però l'imperativo era di finire al più presto : mi è capitato di dare anche cinque esami nella sessione estiva , una volta due nello stesso giorno .
Avevo molti amici provenienti dal liceo , ma non ho mai avuto la minima soggezione nei loro confronti .
Una settimana dopo l'esame di laurea sono stato assunto nella stessa azienda dove avevo lavorato subito dopo essermi diplomato .
Successivamente (in parallelo col lavoro di progettista elettronico nell’industria) ho tenuto per parecchi anni il corso di misure elettroniche presso l'istituto tecnico dove mi ero diplomato : molti dei miei studenti hanno proseguito gli studi con ottimi risultati (mi sono sempre preoccupato di motivarli a dovere perché non avessero complessi di inferiorità nei confronti dei “liceali” , come era normale a quei tempi) .
 
Sarebbe interessante sapere che corsi di laurea pensa poi di seguire uno che si iscrive al Classico??
A occhio solo con Medicina, e un po' Legge*, puo' pensare di avere sbocchi interessanti e/o remunerativi.
*Magari, questa, col babbo a copertura
Premesso che uno dovrebbe fare ciò che gli piace e non ciò che “rende” di più (soprattutto per medicina …), aggiungi economia, varie branche dell’ingegneria, architettura e pure ingegneria, nonché altre che ora mi sfuggono. Il fatto è che emergono solo le eccellenze, come è normale che sia. Quanto a giurisprudenza, quelli bravi hanno la possibilità di superare i concorsi in magistratura nonché il notariato.
 
-Premesso che uno dovrebbe fare ciò che gli piace e non ciò che “rende” di più (soprattutto per medicina …),
-aggiungi economia, varie branche dell’ingegneria nonché altre che ora mi sfuggono. Il fatto è che emergono solo le eccellenze, come è normale che sia. Quanto a giurisprudenza, quelli bravi hanno la possibilità di superare i concorsi in magistratura nonché il notariato.

-Purtroppo alla teoria si sovrappone spesso la " pratica ". Almeno 50 anni fa
-Ribadisco il mio stupore di quando mi dicesti che avevi fatto il Classico.
Aggiungo e chiudo: probabilmente per causa
( II, III, IV L.S. inframezzati, causa riproduzione, da altro supplente )
di uno dei profe, non di ruolo piu' ignoranti di Matematica e Fisica esistenti allora in Italia, la mia Cultura complessiva
( normalissima del resto ) e' molto, per " assurdo " piu' spostata sul Classico....Seppur resto bravissimo a fare i conti a mente....Insomma sulla aritmetica di base, quella di tutti i giorni, vado fortissimo con l' 8 delle medie
 
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Premesso che uno dovrebbe fare ciò che gli piace e non ciò che “rende” di più
far ciò che piace è corretto perchè permette di esaltare le proprie potenzialità, ma bisogna sempre valutare l'impiegabilità di quello che vai a fare.
Non intendo certo quello che rende di più ma perlomeno qualcosa che consente uno sbocco concreto.
 
Premesso che uno dovrebbe fare ciò che gli piace e non ciò che “rende” di più (soprattutto per medicina …), aggiungi economia, varie branche dell’ingegneria, architettura e pure ingegneria, nonché altre che ora mi sfuggono. Il fatto è che emergono solo le eccellenze, come è normale che sia. Quanto a giurisprudenza, quelli bravi hanno la possibilità di superare i concorsi in magistratura nonché il notariato.

Per il notariato, essere bravi è sufficiente?
 
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