<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Galeotta fu la caramella | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

Galeotta fu la caramella

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A proposito di poter dire liberamente in pubblico tutto ciò che passa per la testa, stamattina, mentre andavo a fare la spesa, ho incrociato un gruppetto di anziani che conversavano tra loro, e uno parlava di "riaprire i forni crematori" (non parlavano di normali cremazioni di defunti, né scherzavano...)

gli anziani provengono, lo sappiamo, da un'epoca diversissima dalla nostra. Credo che il più delle volte non si rendano neanche realmente conto di quel che dicono.
Quello che mi preoccupa è la recrudescenza tra i giovani di certi atteggiamenti o addirittura ideologie.
 
Non era una cosa tanto strana in passato farsi chiamare diversamente dal nome scritto sui documenti vero?
Io ho conosciuto il nonno di una compagna di scuola che all'anagrafe si chiamava Walter ma tutti lo chiamavano Pippo.
Poi un ex collega di mio padre che sarebbe stato Edoardo ma si è sempre fatto chiamare Achille.
Poi ci sono i casi accidentali.
I miei genitori per un decennio hanno conosciuto un ragazzo che faceva l'idraulico e l'hanno sempre chiamato Andrea.
Solo dopo 10 anni hanno saputo dalla moglie che in realtà si chiama Paolo ma non li ha mai corretti,probabilmente per timidezza.
Però forse era il contrario...

Un ragazzo che veniva al mio stesso liceo si chiamava Sergio, e io per lungo tempo sbagliando lo chiamavo Diego, ma lui non diceva niente.
Finché mi accorsi del tremendo errore e gli dissi: "Scusami! Ti ho sempre chiamato Diego anziché Sergio!"
E lui tranquillo: "Non fa niente. Anche a casa mia mi chiamano sempre Diego".
 
gli anziani provengono, lo sappiamo, da un'epoca diversissima dalla nostra. Credo che il più delle volte non si rendano neanche realmente conto di quel che dicono.
Quello che mi preoccupa è la recrudescenza tra i giovani di certi atteggiamenti o addirittura ideologie.

Sicuramente la stessa frase se pronunciata da parte di una persona nata in un contesto storico totalmente diverso ha un peso minore.
Però considerando l'età media della nostra popolazione preoccupa comunque un po' sapere che una buona fetta di essa rimpiange i tempi dei forni crematori.
 
Sicuramente la stessa frase se pronunciata da parte di una persona nata in un contesto storico totalmente diverso ha un peso minore.
Però considerando l'età media della nostra popolazione preoccupa comunque un po' sapere che una buona fetta di essa rimpiange i tempi dei forni crematori.

Quello che i nostri vecchi patiscono è questa mescolanza di razze che portano con se usi e costumi a volte molto diversi dai nostri, in provincia, nelle piccole città mai come oggi.
 
Quello che i nostri vecchi patiscono è questa mescolanza di razze che portano con se usi e costumi a volte molto diversi dai nostri, in provincia, nelle piccole città mai come oggi.

Però tante volte imho la loro diffidenza è esagerata.
Mi viene in mente il film Gran Torino in cui Clint Eastwood dopo aver disprezzato per anni gli immigrati che avevano "invaso" il suo quartiere scopre di avere in comune con loro più di quanto pensasse
gran_torino.jpg
 
Però tante volte imho la loro diffidenza è esagerata.
Mi viene in mente il film Gran Torino in cui Clint Eastwood dopo aver disprezzato per anni gli immigrati che avevano "invaso" il suo quartiere scopre di avere in comune con loro più di quanto pensasse
gran_torino.jpg

Non possiamo fare il paragone con l'america che è un paese di immigrati. Quali sarebbero i veri americani? quelli del Mayflowers?

PS
poi c'è un fattore importante: la maggior parte di loro non ha mai messo il naso fuori di casa. Noi viaggiamo, giriamo il mondo siamo a contatto con altre culture.
 
Quindi abbandonare la dicitura padre e madre perchè retrograda e non al passo coi tempi ma senza abbandonare del tutto la concezione classica della famiglia in cui l'uomo viene prima.
Mezzo passo avanti e uno indietro.

Io fino a qualche anno fa ero fortemente contrario anche alla tradizione di dare ai figli primogeniti il nome dei nonni paterni.
E ai secondo geniti quelli dei nonni materni.
Ma sto rivalutando la tradizione.

Nel mio caso sono contento che i miei genitori non l'abbiano seguita.
Mio fratello si sarebbe chiamato Antonio (che è un bel nome).
E a me sarebbe toccato Benito.

Però ho conosciuto alcune coppie che hanno chiamato i figli Sharon,Michael,Jimmi (scritto proprio così) etc etc.
E tra me e me ho pensato che forse i nomi dei nonni potevano essere meglio...


Benito....
Gran nome....
Il capostipite ( del nome ) fu nientemeno che presidente del Messico
 
Può darsi.
Però tieni anche presente che mio padre a sentir lui è una persona moderna,compatibilmente con la carta d'identità.
Ma se lo senti parlare con dei suoi coetanei a briglia sciolta,senza la censura che ha sempre avuto in presenza dei figli,c'è da chiedersi se non viva ancora negli anni 50.
Moderni sulla carta però poi l'uomo lavora e la donna cucina...


Magari....
Io son 43 anni che cucino
ahahahahahahahahahahahahahah
 
Sicuramente la stessa frase se pronunciata da parte di una persona nata in un contesto storico totalmente diverso ha un peso minore.
Però considerando l'età media della nostra popolazione preoccupa comunque un po' sapere che una buona fetta di essa rimpiange i tempi dei forni crematori.

io non darei troppo peso a quello che dicono gli anziani. A volte non sono lucidi, vuoi l'età, vuoi l'ignoranza, vuoi un bicchierino di troppo.
 
Non possiamo fare il paragone con l'america che è un paese di immigrati. Quali sarebbero i veri americani? quelli del Mayflowers?

PS
poi c'è un fattore importante: la maggior parte di loro non ha mai messo il naso fuori di casa. Noi viaggiamo, giriamo il mondo siamo a contatto con altre culture.


Che gli frega....
Si fanno tutto
ottimamente
( secondo il loro metro )
in casa loro:
la pizza
la pasta
il caffe
ahahahahahahahahahahahahahah
 
Quello che i nostri vecchi patiscono è questa mescolanza di razze che portano con se usi e costumi a volte molto diversi dai nostri, in provincia, nelle piccole città mai come oggi.

Non è questione di età, quanto di apertura o chiusura mentale.
Mio suocero, morto l'anno scorso a quasi 90 anni e persona di grande cultura, fino all'ultimo è stato, nella mentalità, molto più "giovane" di tanti molto più giovani di lui.
 
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