<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> L'educazione dei figli | Page 7 | Il Forum di Quattroruote

L'educazione dei figli

Arrivava a casa e puntuale mi diceva "Ti ho preso i XXXXXX,però non mangiarli...".

Questo succede regolarmente in casa mia, però ad opera di moglie e figlia, ovviamente coalizzate come iene contro di me, colpevole di avere la glicemia borderline (in pratica sono diabetico tipo 2, ma ampiamente compensato con la metformina tanto che non mi faccio nemmeno più il controllo a casa, visto che l'AULSS deve risparmiare e non mi passa più le strisce reattive...). In pratica, ogni volta che arriva a casa un dolce, o dei biscotti o cose simili, è un rituale sciamanico di lettura prima delle calorie e della tabella nutrizionale (solo la riga "zuccheri", il resto fregaunka), poi della data di scadenza e in seguito l'archiviazione in qualche pertugio dei mobili della cucina o del soggiorno, perchè "dato che scade a giugno, si può anche mangiare per Pasqua..." (sì, ma ca**o, siamo a gennaio........). Poi finisce regolarmente che o ci si ricorda dopo la scadenza e si butta via o si regala alla nonna, che tanto magna tutto, o a me ne tocca una fetta trasparente.......
 
In pratica, ogni volta che arriva a casa un dolce, o dei biscotti o cose simili, è un rituale sciamanico di lettura prima delle calorie e della tabella nutrizionale (solo la riga "zuccheri", il resto fregaunka), poi della data di scadenza e in seguito l'archiviazione in qualche pertugio dei mobili della cucina o del soggiorno, perchè "dato che scade a giugno, si può anche mangiare per Pasqua...

Imho questa pratica andrebbe inquadrata per quello che è : una forma di tortura che va contro la carta dei diritti umani.
Un po' come i confetti del battesimo.
Che senso ha tenerli in un cassetto finchè il battezzato non va all'Università e poi buttarli perchè stranamente in 20 anni si sono lievemente deteriorati?
Tanto vale mangiarli così uno si toglie anche il dubbio su quale sia il ripieno.
Un conto è rinunciare ad acquistare e consumare un determinato alimento.
Un altro è averlo in casa e non poterlo toccare.
Abbasso la crudeltà...
 
Ultima modifica:
Poi finisce regolarmente che o ci si ricorda dopo la scadenza e si butta via o si regala alla nonna, che tanto magna tutto, o a me ne tocca una fetta trasparente.......

Ma se la nonna è ancora viva, vuol dire che poi alla fine tanto scaduti non erano. A questo proposito vorrei sfatare dei miti, ho mangiato yogurth scaduti da 6 mesi ed in 1 caso da un anno: forse gli animaletti che fanno tanto bene erano tutti morti ma lo yogurth era buonissimo, perso niente ( forse gli animaletti). E come lo yogurth tante altre cose, sono la nonna di casa mia.
 
Ma se la nonna è ancora viva, vuol dire che poi alla fine tanto scaduti non erano. A questo proposito vorrei sfatare dei miti, ho mangiato yogurth scaduti da 6 mesi ed in 1 caso da un anno: forse gli animaletti che fanno tanto bene erano tutti morti ma lo yogurth era buonissimo, perso niente ( forse gli animaletti). E come lo yogurth tante altre cose, sono la nonna di casa mia.

Sicuramente le date di scadenza e in generale le precauzioni che vengono sempre raccomandate in materia di conservazione dei cibi sono appositamente stringenti per prudenza.
A me ad esempio capita sempre con le uova,non le consumo mai abbastanza in fretta eppure anche 10 giorni dopo la data di scadenza non ne ho mai trovata una andata a male.
Altri prodotti invece come i latticini a volte diventano acidi anche 3 o 4 giorni prima della scadenza indicata.
Anni fa capitò un guasto al freezer (uno di quelli a cassetti alto 1 metro e mezzo quindi immaginate quanta roba c'era dentro) e si scongelò tutto.
Non abbiamo buttato niente,nemmeno la carne che in parte abbiamo cucinato subito in parte abbiamo ricongelato.
Dicono di non farlo assolutamente però il tentativo l'abbiamo fatto perchè era proprio un peccato buttare via tanta roba.
Fortunatamente non ci sono state conseguenze.
 
Sicuramente le date di scadenza e in generale le precauzioni che vengono sempre raccomandate in materia di conservazione dei cibi sono appositamente stringenti per prudenza.
A me ad esempio capita sempre con le uova,non le consumo mai abbastanza in fretta eppure anche 10 giorni dopo la data di scadenza non ne ho mai trovata una andata a male.
Altri prodotti invece come i latticini a volte diventano acidi anche 3 o 4 giorni prima della scadenza indicata.
Anni fa capitò un guasto al freezer (uno di quelli a cassetti alto 1 metro e mezzo quindi immaginate quanta roba c'era dentro) e si scongelò tutto.
Non abbiamo buttato niente,nemmeno la carne che in parte abbiamo cucinato subito in parte abbiamo ricongelato.
Dicono di non farlo assolutamente però il tentativo l'abbiamo fatto perchè era proprio un peccato buttare via tanta roba.
Fortunatamente non ci sono state conseguenze.
io ci starei ben attento,ti e' andata bene probabilmente i prodotti non erano completamente scongelati e te lo hanno riparato subito. Mai interrompere la catena del freddo
L'espressione catena del freddo indica il mantenimento dei prodotti surgelati ad una temperatura costante e comunque inferiore ai -18 °C lungo tutto il percorso dalla produzione alla vendita, comprese le fasi di trasporto, stoccaggio ed esposizione. Tale mantenimento è necessario per evitare processi di scongelamento, anche parziale; il successivo ricongelamento, avvenendo con modalità molto diverse dalla surgelazione iniziale, provoca in primo luogo un deterioramento delle proprietà nutrizionali ed organolettiche dell'alimento. Inoltre, ogni rottura della catena del freddo favorisce lo sviluppo di microrganismi, in modo più o meno grave a seconda della temperatura e della durata; si tenga presente che alcuni microrganismi sono in grado di moltiplicarsi anche a temperature tali da non causare lo scongelamento.
 
io ci starei ben attento,ti e' andata bene probabilmente i prodotti non erano completamente scongelati e te lo hanno riparato subito. Mai interrompere la catena del freddo
L'espressione catena del freddo indica il mantenimento dei prodotti surgelati ad una temperatura costante e comunque inferiore ai -18 °C lungo tutto il percorso dalla produzione alla vendita, comprese le fasi di trasporto, stoccaggio ed esposizione. Tale mantenimento è necessario per evitare processi di scongelamento, anche parziale; il successivo ricongelamento, avvenendo con modalità molto diverse dalla surgelazione iniziale, provoca in primo luogo un deterioramento delle proprietà nutrizionali ed organolettiche dell'alimento. Inoltre, ogni rottura della catena del freddo favorisce lo sviluppo di microrganismi, in modo più o meno grave a seconda della temperatura e della durata; si tenga presente che alcuni microrganismi sono in grado di moltiplicarsi anche a temperature tali da non causare lo scongelamento.

Siamo stati attenti a valutare bene se lo scongelamento aveva fatto danni.
Visto che non c'erano variazioni di colore ne odore strani abbiamo provato.
Anche per la cottura abbiamo scelto il metodo che dava più sicurezza.
Nel caso del pollo ci abbiamo fatto il brodo,ha bollito due ore.
 
Siamo stati attenti a valutare bene se lo scongelamento aveva fatto danni.
Visto che non c'erano variazioni di colore ne odore strani abbiamo provato.
Anche per la cottura abbiamo scelto il metodo che dava più sicurezza.
Nel caso del pollo ci abbiamo fatto il brodo,ha bollito due ore.
vedi io ho fatto per anni il frigorista e ho visto cose che voi umani ....
ma e' il caso di non divulgare
 
vedi io ho fatto per anni il frigorista e ho visto cose che voi umani ....
ma e' il caso di non divulgare

Infatti a me preoccupa più quello che avviene prima che il prodotto arrivi sugli scaffali del supermercato.
Mi è capitato di vedere il personale indaffarato che aveva bancali di merce da frigo da sistemare che stavano li delle mezze ore.
Chissà nei passaggi precedenti cosa succede,o meglio cosa non succede...
Fine OT.
 
Educare i figli adesso è molto difficile. Un detto africano recita, più o meno, che "per educare un bambino ci vuole un villaggio. Il problema è che, nell'attuale società, manca questo villaggio. Le famiglie sono abbandonate a sé stesse, e quando il figlio entra nella adolescenza, ma a volte anche prima, i genitori non sono più presenti e incisivi come durante l'infanzia. È giusto che sia così, è naturale. La società non ha più strumenti educativi, di controllo e di stimolo positivo. Ai ragazzi è stata tolta ogni ambizione, sono inebetiti da videogiochi, nella migliore delle ipotesi, e la noia prende il sopravvento. E poi non esistono regole, o meglio, non c'è nessuno che le faccia rispettare. Non parlo dei genitori: non ci sono vigili, non ci sono sanzioni contro il degrado delle nostre città. Graffiti ovunque, sporcizia, maleducazione è una senso generale di abbandono. Gli anziani assistono con comprensibile sconforto al degrado dei luoghi che hanno creato e vissuto. Tra le generazioni non c'è dialogo: i ragazzi spesso appartengono ad un altro pianeta. Non è facile trovare il punto per ripartire. Io butto là due idee. Nell'immediato occorre punire i delinquenti. Però io ripartirei dal "bello". Quello che a volte vedo all'estero. Vorrei un giardino con fiori in ogni scuola, vorrei i parchi ben tenuti, le pensiline riverniciare con regolarità, i graffiti tutti cancellati. Le strade, che ormai sembrano disgustose discariche, pulite con regolarità. Insomma, vorrei che la casa comune fosse dignitosa. Il bello "fuori" educa il bello "dentro". Le risorse non mancano: quanti sussidi vengono dati senza chiedere nulla in cambio?
Un'altra cosa semplice si può fare: promuovere con forza lo sport, l'avventura, il viaggio. Ho visto con i miei occhi troppe società sportive esaurire il loro compito quando i ragazzi hanno compiuto 12 o 13 anni. Da lì in avanti ora tutto è estremamente competitivo, e i ragazzi meno dotati sono sistematicamente abbandonati, proprio nell'età in cui è importantissimo prendere confidenza con il proprio corpo e con quello degli altri, con la fatica e con il gusto di stare assieme. E anche con regole e arbitri. Anche le scuole dovrebbero aprirsi alle attività sportive pomeridiane che devono diventare una cosa normale per gli adolescenti.
 
Non conosco tale progetto pilota. La denominazione non mi induce particolari entusiasmi. Io mi riferisco ad una cultura dello sport, che per gli aspetti formativi su corpo, mente, psiche ecc. sarebbe un utile antidoto a molti problemi dei ragazzi. Ma le società sportive, molto ma molto spesso, lavorano in altra direzione, alla ricerca del talento (e magari dell'affare...). Tutto ciò che non porta quache trofeo in bacheca, è visto con fastidio. Il ragazzo brocco esce dalla società con una esperienza frustrante dello sport, mortificato. E non ne vuole più sapere, anche se gli farebbe un gran bene.
 
Un'altra cosa semplice si può fare: promuovere con forza lo sport,
e obbligare a farlo? Rimane un'imposizione, come lo studio a tutti i costi, o voler insegnare uno strumento musicale o qualunque altra cosa...si ottiene sicuramente l'effetto contrario, io non ho mai voluto fare sport, tolto andare in montagna ma a modo mio fuori da ogni schema e penso di essere cresciuto bene lo stesso...
 
Non conosco tale progetto pilota. La denominazione non mi induce particolari entusiasmi. Io mi riferisco ad una cultura dello sport, che per gli aspetti formativi su corpo, mente, psiche ecc. sarebbe un utile antidoto a molti problemi dei ragazzi. Ma le società sportive, molto ma molto spesso, lavorano in altra direzione, alla ricerca del talento (e magari dell'affare...). Tutto ciò che non porta quache trofeo in bacheca, è visto con fastidio. Il ragazzo brocco esce dalla società con una esperienza frustrante dello sport, mortificato. E non ne vuole più sapere, anche se gli farebbe un gran bene.

e obbligare a farlo? Rimane un'imposizione, come lo studio a tutti i costi, o voler insegnare uno strumento musicale o qualunque altra cosa...si ottiene sicuramente l'effetto contrario, io non ho mai voluto fare sport, tolto andare in montagna ma a modo mio fuori da ogni schema e penso di essere cresciuto bene lo stesso...

Imho non si tratterebbe di imporre ma di proporre.
Al momento soprattutto per gli sport minori se non c'è un genitore che si sbatte e in certi casi addirittura obbliga il figlio a praticarlo non c'è speranza.
Chissà quanti ragazzi che avrebbero un talento non hanno nemmeno la possibilità di provare a praticare sport.
A parte il calcio e gli sport principali.
Nelle scuole,almeno ai miei tempi,nessuno si occupava di verificare se c'era qualche studente particolarmente portato per lo sport.
Se ci aggiungiamo che molti genitori non vanno mai ai colloqui e se ci vanno non parlano di certo col prof di educazione fisica (che viene ancora chiamata ginnastica) si capisce quanto importi dello sport nelle scuole alle gente.
Poi ovviamente non è che si debbano coltivare atleti a tutti i costi,ma almeno incentivare i ragazzi a provare,a cercare uno sport che potrebbe piacergli e in cui potrebbero essere bravi.
Senza gli specchietti per le allodole che attirano sui campi di calcio la quasi totalità dei ragazzi,talentuosi o meno.
 
Credo che la ricerca di talenti sia già oggi l'unica cosa che importi a molte società sportive, e purtroppo anche a molti genitori. Purtroppo i ragazzi senza talento speciale, la maggioranza, molla lo sport sul più bello, a volte mortificato da un ambiente che non promuove lo sport per tutti, ma per i futuri "campioni". Va da sé che la PlayStation prenda il posto dei campi da gioco.
Comunque lo sport è una delle cose buone su cui occorre investire, in chiave educativa. Non l'unica, evidentemente.
 
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