Ho contratto la SARS COV2 precocemente, a febbraio, in ambito ospedaliero come la collega che mi affiancava 10h/die in bunker ogni giorno. Sono stato male dal venerdì sera al lunedì mattina. Sintomatologia gastrointestinale. Assenza di palatabilità dei cibi, febbre simile ad infezioni urologiche a cui sono soggetto da anni. Ho dato la colpa a recrudescenze antiche che periodicamente si ripresentano sotto stress e con difese immunitarie depresse. A posteriori, conoscendo la sintomatologia più estesamente, ho ricostruito quello che ritenevo un malessere passeggero. Ma ricordo benec spossatezza, astenia, inappetenza, debolezza dei giorni successivi, da inciampare nei gradini per non riuscirecad alzare i piedi a sufficienza. L'ho capito a maggio, quando mi hanno misurato le IgG sieriche, oltre 7 volte oltre la soglia di positività ma con tampone negativo. Ho donato il cosiddetto plasma iperimmune. Mantengo comunque le precauzioni generiche, perché nessuno può escludere recidive, ricadute o complicanze a distanza. Comunque vivo serenamente in famiglia e lavoro in H come sempre, nonostante siamo un covid hub con oltre 200 casi ricoverati ed oltre 50 in TI, e molti di più i positivi che accedono ogni giorno alle cure ambulatoriali, come quelle erogate nei bunker che frequento per fare misure. Ciononostante non ho infettato madre plurienfisematosa, moglie con problemi di ipertiroidismo in attesa d'intervento presso IEO ed una figlia gracile per pregressa anoressia. Faccio la spesa per le due famiglie stando attento ma senza paure isteriche. Sostengo amici ristoratori con delivery o takeaway. Insomma, cerco di vivere una vita normale con modalità alternative. Pazienza se non posso più frequentare i consessi sociali lavorativi o ludici, se abbiamo cancellato ogni tipo di viaggio. Inutile farsi prendere dal panico alla comparsa dei primi sintomi. Fate affidamendo al vostro mdb, anche con sistemi di comunicazione tipi social, accedere ai p.s. in modo immotivato, non solo non serve al paziente, non solo intasa una struttura nata per casi critici, ma espone ad evitabili rischi di contagio. Attendiamo con fiducia la campagna vaccinale per smorzare il dilagare del contagio e l'avvento di cure efficaci per evitare che i casi più seri debbano essere spedalizzati o ricoverati in TI o peggio ancora decedere, come successo a tanti amici, colleghi e loro famigliari.