<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> come vanno le cose in USA..... | Page 13 | Il Forum di Quattroruote

come vanno le cose in USA.....

In effetti comunque forse si esagera nel valutare i mali del proprio paese (questo lo fanno un po' tutti, non solo gli Italiani)
Ho una coppia di amici originari di Palermo come me che vivono a Vancouver e non vedono l'ora di ritornare in Italia.
Sono appena stati in vacanza per oltre un mese ed hanno speso un bel po' di tempo nella zona di Milano e dintorni.
Sono entusiasti del centro di Milano pieno di vita e ben organizzato, i Navigli , etc...hanno 2 nipoti laureate che vivono in centro in un'appartamento grande e carino e lavorano (da immigrate, sono entrambe nate a Palermo ed hanno fatto gli studi li) facendo il mestiere per le quali hanno studiato , una architetto, l'altra consulente aziendale.
Stanno seriamente considerando di spostarsi a Monza.
A Vancouver sono ben piazzati (lui e' insegnante, lei lavora in amministrazione per un sindacato Italiano), insomma non fanno gli scopini.
A loro manca la cultura, il cibo, le bellezze architettoniche, le distanze brevi per andare da un posto all'altro.
Mi hanno detto, "perche' i giovani scappano?? Le nostre nipoti hanno trovato dei buoni lavori a Milano e non fanno una vita peggiore dei loro omologhi a Vancouver, anzi forse pure meglio....e Vancouver e' considerata una delle citta' piu' vivibili al mondo (vabbe' che sono classifiche che lasciano il tempo che trovano).


Indubbiamente dipende da situazione a situazione.
Milano è un po’ una realtà a se, un po’ come Londra lo è in Inghilterra.

Di architetti disoccupati, male-occupati o che fanno tutt’altro ne conosco parecchi sparsi in tutta la Penisola.

A Milano forse, dico forse, se sei uno brillante, laureato bene, che ha voglia di farsi il mazzo ed è disposto a fare (grossi) sacrifici i primi anni di lavoro, qualche speranza ce l’hai.
Una amica di mia moglie fa l’architetto a Milano da diversi anni, ho “seguito” tutta la sua “carriera lavorativa”, sinceramente non so se io l’avrei fatto tutto lo sbattimento che ha fatto lei.

Adesso lavora per un grosso studio come p.iva (con tutti i limiti del caso), guadagna una percentuale sui lavori fatti, ma deve seguire il cliente da zero, rispettare i tempi di consegna, lavorare fino a tardi la sera, trascurando se stessa, gli amici ecc.
Alla fine dei conti, una volta tolti i costi dei vari software, trasporti, formazione, commercialista, IVA, dichiarazione dei redditi ecc porta a casa quanto me (se non di meno) senza un contratto di assunzione, senza ferie nè malattia pagata, senza tutele legali o protezioni sindacali...
Alla fine, mi chiedo se valga la pena.

Anche perchè, fino a qualche anno fa, tutti questi sacrifici erano “giustificati” in un’ottica di carriera, ma adesso, che lei ha 35 anni ed avrebbe intenzione di farsi una famiglia dovrà inevitabilmente rivedere i suoi ritmi di lavoro.
 
Quelle, mi pare di capire, che sono le tasse,
( le trattenute sul netto )
complessive
??
P.s.:
Mi fa piacere la conferma della balla che siamo i piu' tassati d' Europa.
Con cui appunto si giustificano gli stipendi nostrani
Queste statistiche tengono conto dei prelievi nominali, non di quelli reali. Per capirci, gli assegni tedeschi per i figli piccoli non rientrano in questo conteggio

PS le trattenute sono sempre sul lordo e non sul netto
 
Il fatto che il costo del lavoro in Italia sia così alto è abbastanza una balla.
Bisogna vedere con chi ci vogliamo confrontare; se pensiamo di fare ancora parte dell'Europa occidentale, non lo è.
Non è una balla che sia molto alto, bisogna guardare i salari reali e non quelli nominali.
 
Queste statistiche tengono conto dei prelievi nominali, non di quelli reali. Per capirci, gli assegni tedeschi per i figli piccoli non rientrano in questo conteggio

PS le trattenute sono sempre sul lordo e non sul netto


Ce ne sono 7 di paesi messi peggio del nostro in tasse generali;
in piu' siamo praticamente a pari con la Grecia
che sta sempre con un piede nel pantano
 
Concordo fino alla fine....
Meno il discorso delle assemblee....
Sono come le elezioni.
Pare risolvano, poi alla fine l' amm. resta....
Poi, se sono condomini umani tipo 8/12 appartamenti....
Allora qualche speranziella c'e'.
Altrimenti
" lasciate ogni speranza, voi che partecipate "

Ciao Arizona77,
l'esempio delle assemblee condominiali serve solo a spiegare la superficialità con cui affrontano i problemi gli italiani ( vale sempre il, non tutti ), esiste solo l'assemblea per parlare e risolvere i problemi del tuo condominio, con tutti i limiti che può avere.
Io paragono il condominio come un piccolo spaccato del paese Italia,
dove la gente commenta tutto, per dimostrare che sanno come si affronta e si risolve il " problema", poi però nel momento della decisione ( assemblea ) sono assenti perché hanno di meglio da fare.....!!!!
 
Se e quando potrò andarmene, sarà verso la fine della mia vita lavorativa, quindi in ottica molto differente. E se non combino, pazienza, l’importante è preparare la strada per nostra figlia (come a dire che abbiamo zero fiducia sul futuro dell’Italia)
non so se condivido molto il tuo ultimo pensiero riguardo al preparare la strada ai figli.
il mondo è globale ed i ragazzi in gamba sono tranquillamente in grado di costruirsi la strada da soli in Italia o all'estero.
quello che un genitore deve fornire è una buona istruzione e magari qualche dritta sul corso di studi da prendere che possa facilitare gli sbocchi professionali.
poi un ragazzo ha la possibilità tramite erasmus o altri programmi a sondare il terreno in altri Paesi e fare le proprie scelte.

Diversa è la questione se hai tu un interesse professionale/economico che motiva lo spostamento di cui poi possono eventualmente beneficiare i figli.
 
In effetti comunque forse si esagera nel valutare i mali del proprio paese (questo lo fanno un po' tutti, non solo gli Italiani)
Ho una coppia di amici originari di Palermo come me che vivono a Vancouver e non vedono l'ora di ritornare in Italia.
Sono appena stati in vacanza per oltre un mese ed hanno speso un bel po' di tempo nella zona di Milano e dintorni.
Sono entusiasti del centro di Milano pieno di vita e ben organizzato, i Navigli , etc...hanno 2 nipoti laureate che vivono in centro in un'appartamento grande e carino e lavorano (da immigrate, sono entrambe nate a Palermo ed hanno fatto gli studi li) facendo il mestiere per le quali hanno studiato , una architetto, l'altra consulente aziendale.
Stanno seriamente considerando di spostarsi a Monza.
A Vancouver sono ben piazzati (lui e' insegnante, lei lavora in amministrazione per un sindacato Italiano), insomma non fanno gli scopini.
A loro manca la cultura, il cibo, le bellezze architettoniche, le distanze brevi per andare da un posto all'altro.
Mi hanno detto, "perche' i giovani scappano?? Le nostre nipoti hanno trovato dei buoni lavori a Milano e non fanno una vita peggiore dei loro omologhi a Vancouver, anzi forse pure meglio....e Vancouver e' considerata una delle citta' piu' vivibili al mondo (vabbe' che sono classifiche che lasciano il tempo che trovano).
sicuro che quei ragazzi non siano più entusiasti della movida milanese che delle reali condizioni lavorative?
un architetto in italia credo faccia molta fatica ed a milano in particolare rischi una sorta di sfruttamento per gli orari a cui ti devi attenere se non vuoi sembrare lavativo.

per il resto credo che in certi settori alcune zone in Italia abbiamo molto da offrire.
quello che manca purtroppo è un piano di crescita professionale garantito dalle aziende. Da quanto noto c'è una rincorsa al ribasso per le offerte lavorative e nella premiazione delle professionalità.
Questo determina che l'unico modo per crescere di livello e di stipendio devi cambiare continuamente azienda.
 
Indubbiamente dipende da situazione a situazione.
Milano è un po’ una realtà a se, un po’ come Londra lo è in Inghilterra.

Di architetti disoccupati, male-occupati o che fanno tutt’altro ne conosco parecchi sparsi in tutta la Penisola.

A Milano forse, dico forse, se sei uno brillante, laureato bene, che ha voglia di farsi il mazzo ed è disposto a fare (grossi) sacrifici i primi anni di lavoro, qualche speranza ce l’hai.
Una amica di mia moglie fa l’architetto a Milano da diversi anni, ho “seguito” tutta la sua “carriera lavorativa”, sinceramente non so se io l’avrei fatto tutto lo sbattimento che ha fatto lei.

Adesso lavora per un grosso studio come p.iva (con tutti i limiti del caso), guadagna una percentuale sui lavori fatti, ma deve seguire il cliente da zero, rispettare i tempi di consegna, lavorare fino a tardi la sera, trascurando se stessa, gli amici ecc.
Alla fine dei conti, una volta tolti i costi dei vari software, trasporti, formazione, commercialista, IVA, dichiarazione dei redditi ecc porta a casa quanto me (se non di meno) senza un contratto di assunzione, senza ferie nè malattia pagata, senza tutele legali o protezioni sindacali...
Alla fine, mi chiedo se valga la pena.

Anche perchè, fino a qualche anno fa, tutti questi sacrifici erano “giustificati” in un’ottica di carriera, ma adesso, che lei ha 35 anni ed avrebbe intenzione di farsi una famiglia dovrà inevitabilmente rivedere i suoi ritmi di lavoro.
Esatto! Poi ci si ritrova a lavorare e basta senza potersi formare una famiglia...un po' come me...(ho 37 anni). Se posso una battuta: visto che abito vicino a Milano, se questa tua amica è single :emoji_blush:
 
Esatto! Poi ci si ritrova a lavorare e basta senza potersi formare una famiglia...un po' come me...(ho 37 anni). Se posso una battuta: visto che abito vicino a Milano, se questa tua amica è single :emoji_blush:

È fidanzata.
Per questo dicevo che vuole farsi una famiglia.

Comunque di colleghe hostess single ne ho di tutti i tipi, italiane, straniere, giovani, meno giovani, bone ecc
 
E qui si inizia a mettere pesantemente mano al portafogli... a quel punto tanto vale prepararli per emigrare.

sarò ingenuo ma credo che una buona conoscenza di almeno 2 lingue straniere, degli strumenti informatici e di una professionalità studiata presso le migliori università italiane possano bastare a giocarsela ovunque nel mondo.

è chiaro che certe università private garantiscono maggiori sbocchi e non tutti se le possono permettere ma anche negli USA o in altri stati alcune realtà scolastiche hanno rette proibitive.
 
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