Rischio di sembrare "spigoloso" (e, purtroppo, qualche spigolo il mio carattere ce l'ha...) ma se rispondo "per punti" è soltanto per semplicità espositiva.
Io personalmente non ho invocato la forca per nessuno.
Non mi riferivo a te in particolare ma a tanti che "sentendosi come Gesù nel tempio" (cit.) si prendono il lusso di giudicare (e, proprio Lui che poteva, non ha giudicato nessuno). Capita almeno un paio di volte a settimana, sembra non si possa fare a meno di qualcuno da demonizzare per scagliarvi contro tutta la propria rabbia, se non è in cronaca nazionale lo si cerca in quella locale, ma è un meccanismo sociologico ben noto alle redazioni dei giornali per cui è prassi dare ampio spazio ai fatti di sangue senza celare i dettagli più cruenti con lo scopo di fomentare gli animi irosi e inzuppare nel torbido. Nemmeno io sono immune da quest'"errore" ma così lo chiamo, non mi giustifico.
E non penso ci sia qualcosa di male a sorprendersi che chi aveva già causato incidenti sotto l'effetto di alcol era libero di mettersi al volante,e che anche dopo l'aggressione a un agente di polizia dopo il sinistro non avesse scontato una pena detentiva.
Se non aveva scontato una pena detentiva (ma sarei prudente nel considerare veritiero questo dettaglio, la stampa ha interesse a dare in pasto alle folle inferocite il delinquente-criminale le cui possibilità di replica sono limitate) dubito che sia stato per buonismo, ai giudici importa poco del destino di "un diavolo qualunque" e solitamente si limitano ad applicare la legge: non sapendo per quale di queste abbia beneficiato della concessione non mi pronuncio nel merito. Se poi le leggi sono sbagliate, cambiamole, è una responsabilità comune. Avanzo l'ipotesi che fosse in attesa di una sentenza definitiva ed è giusto che la pena segua il giudizio.
Pensi che se il protagonista dell'infausta vicenda fosse stato severamente punito per i propri precedenti, rinchiuso per lungo tempo, magari anche frustato ed esposto al pubblico ludibrio con lancio di monetine e ortaggi, sarebbe diventato uno stinco di santo? Io non sto promuovendo condotte assolutorie ma percorsi riabilitativi, è molto diverso. A me risulta che chi esce dal carcere sia ben più pericoloso di quando ci è entrato...
Ricordiamoci poi che in questo caso non si è verificato un incidente,se la moto e il furgone si fossero scontrati a un incrocio sarebbe stato un incidente,se dopo una lite,anche dopo essere stato provocato,insegui una moto e la speroni per me non si tratta più di incidente ma di aggressione o tentato omicidio.
Anche quando si è trattato di un incidente, come nel caso dell'attore Diele, si è perpetrata la caccia all'untore e la sete di vendetta si è fatta sentire: i fatti sono diversi, la reazione è identica.
Che ora stia vivendo male è probabile,ma da qui a definirlo una delle vittime mi sembra che ne passi.
Il carnefice è più vittima di chi se n'è andato in pace con se stesso lasciando un'"eredità d'affetti", ed è questo il nocciolo del discorso. Spesso ci comportiamo bene per senso del dovere non perché abbiamo veramente a cuore le sorti degli altri, "facciamo i buoni" ma non lo siamo, agiamo per interesse anche nell'adozione di una retta condotta, altrimenti ci preoccuperemmo di chi non si è saputo aiutare per tempo e di come ora si possa riscattare, senza confinarlo una volta e per sempre tra i peggiori della società: correggere, e non punire! Anche perché se una persona non fosse titolare di un profondo malessere esistenziale, perché dovrebbe arrivare ad uccidere per un'inezia?
Altri utenti hanno ammesso di essere stati a loro volta imprudenti se non addirittura sconsiderati nelle reazione per delle banali liti per strada quindi secondo me nessuno è salito sul pulpito e ha additato il mostro.
Poiché non mi sono riferito ad alcuno in particolare, resto nel generale e faccio rilevare che spesso si additano gli altri come "fuori di testa", invasati, provocatori, spericolati... e lo si fa per mettere in risalto la propria reazione cristallina. Si vede che la strada è piena di insidie perché i più educati, preparati, abili alla guida sono qui a discutere...
Le provocazioni le subiamo tutti,ogni giorno per strada,se non tutti ci gettiamo all'inseguimento di chi ci ha fatto un torto per speronarlo significa che non si tratta di una reazione comprensibile che può capitare a tutti.
Si tratta di una reazione che può capitare "a tutti quelli che" hanno un dolore come il suo, una storia come la sua e una difficoltà di dare un senso alla vita come la sua. Se noi non siamo tra questi non possiamo comunque considerarci migliori poiché non si sceglie a priori di nascere in famiglie oneste, di non essere abusati, di raggiungere un'adeguata maturità nei tempi giusti, di saper controllare le proprie pulsioni... Ma basta poco ad alimentare l'orgoglio.
In questo caso si trattava di una persona che aveva già manifestato episodi di aggressività e che,ricordiamocelo,era alla guida sotto l'effetto dell'alcol.
Non esistono "persone sbagliate" ma "errori commessi". E il nostro Diritto, quello occidentale che affonda le radici nel Diritto romano ed è rifiorito nell'Illuminismo, è un Diritto "del fatto", non "della persona", non può esistere giustizia preventiva. E il fatto che avesse bisogno dell'alcol per contenere il proprio disagio lo vedo come una conferma.
Io non me la sento di giustificarlo,nel momento stesso in cui si è messo alla guida dopo aver bevuto ha rischiato di ammazzare qualcuno con colpa,poi addirittura lo ha fatto con dolo perchè è andato a cercare l'incidente con un furgone contro una moto che pesava un decimo del suo mezzo,ammazzando una persona e ferendone seriamente un'altra.
Non si tratta di un pedone sbucato dal nulla.
Non fraintendiamo, nemmeno io lo giustifico: paghi caro per il delitto commesso, sia la pena un percorso riabilitativo (necessariamente impegnativo) e per quanto disprezzo abbia per il suo gesto infame non oso negargli la dignità intrinseca a qualsiasi essere umano.
(...) l'ha fatto apposta,magari non voleva ammazzare il motociclista ma dopo aver avuto il tempo di calmarsi e lasciar stare ha deciso di andare dietro alla moto e speronarla.
Ha causato la morte di una persona,potrebbe essercene un'altra e infine poteva ammazzarsi anche lui e insieme a se portarsi dietro anche la compagna e la figlia.
Il tutto per cosa?Per una manata contro lo specchietto?Per qualche insulto ricevuto?
Secondo me qui si parla di una vendetta esagerata perseguita con una condotta violenta e assolutamente scellerata.
Se l'ha fatto apposta non lo sappiamo, magari voleva fargli un dispetto e farlo cadere ma non pensava che ci sarebbe scappato il morto. Quel che poteva accadere conta poco, anche chi lo ha provocato se avesse avuto una pistola avrebbe potuto sparargli. Meglio limitarsi a giudicare i fatti che le infinite eventualità.
Ribadisco nessuno invoca la forca,ma almeno dire che il protagonista di questa follia non deve più guidare in vita sua e dovrebbe scontare una pena che tenga conto della gravità della sua condotta e dei suoi precedenti episodi di violenza e guida in stato di ebrezza,mi sembra che sia sacrosanto.
Quando avrà pagato il suo debito (penso che ci vorrà molto tempo) dovrà tornare ad essere un cittadino "normale", come tutti gli altri. Altrimenti la società civile (che siamo noi) avrà sbagliato qualcosa...