Gli squilibri dei conti pubblici - che non sono il nostro problema - è iniziato con il divorzio fra Tesoro e BdI, ovvero il primo passo importante verso la cessione della Sovranità. Dopo questa operazione il debito pubblico raddoppiò in soli 10 anni a causa della spesa per gli interessi, finiti in pasto ai mercati e non più controllabili tramite l'obbligo della BdI di acquistare i titoli invenduti, ovvero monetizzando il debito.
Da allora, ovvero il 1981, abbiamo pagato TREMILA miliardi di soli interessi sul debito.
Quando si parla dell'Italia queste dinamiche storiche si devono conoscere. L'economia è una scienza, non uno sport.
Uscire dall'euro non sarà una passeggiata per nessuno, Germania compresa, che dovrà fare i conti con l'esercito di schiavi che si ritroveranno a non avere più un lavoro sostenuto dalla logica mercantilistica dei crucchi, e sarà così che dovranno decidere cosa fare, ovvero puntare sulla domanda interna adeguando i salari ed accettando un po' di sana inflazione o combattere con il nuovo marcone che renderà tutti i loro prodotti improvvisamente e poco appetibili per il resto del mondo.
Per l'Italia si dovrà ripartire dubito da moneta sovrana con BdI dipendente, ripristino della scala mobile e poi sì che si potranno attuare le giuste politiche economiche e fiscali per rilanciare il grande paese che è l'Italia.
Se voi siete per il partito T.I.N.A. mi fa piacere, io sono per le cose concrete, quindi niente peste bubbonica e cavallette.