<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Parliamo di vino con gatto 'Lisse.. | Page 256 | Il Forum di Quattroruote

Parliamo di vino con gatto 'Lisse..

Quello va sempre bene, ma allora pechè fare un corso di degustazione? A parte le facezie, un bel metodi classico è di certo un' altra cosa, anche se uno charmat alla fine, se non troppo esoso, può essere un ripiego economico e di maggiore soddisfazione di alcune birre sovrastimate nel prezzo e nella fama... IMHo come sempre...

Soprattutto se parliamo di aperitivi direi proprio che hai ragione.

Sulla birra il discorso è ancora più complesso poi; fondamentalmente si è ancora meno disposti ad andare in profondità....soprattutto in un paese come il nostro dove la si è sempre considerata poco più che la Coca-Cola degli over 17-18 :buona con la pizza del sabato sera e stop...o come alcol a basso prezzo da tracannare alle feste come insegna il cinema USA.
Ovvio quindi che in una realtà quasi esclusivamente industriale, non appena si ha la possibilità di scrivere frasi a caso tipo "antica ricetta"; "non filtrata" o di mettere il nome di qualche monastero/borgo inventato si tenda a esagerare coi prezzi.
 
Qui si entra nel campo delle conoscenze e della passione... cercando e provando, si possono trovare spumanti a metodo classico (italiani e francesi) a cifre inferiori a quella citata.
E ti posso ripetere un esempio che ho già citato in passato: il Trento Brut base di FERRARI, quello che trovi in ogni supermercato attorno ai 12 euro (ma sotto Natale pure a 9,99.. anche 8,99)... bolla dignitosa, certamente meglio del 99% dei metodo Martinotti/Charmat (non dico 100% solo perchè non ho conoscenza esaustiva) e che, dopo un paio di anni di affinamento in cantina, può dare delle belle soddisfazioni.

Poi, quando la passione sarà maggiore, sono convinto che constaterai pure tu che è meglio investire una cifra maggiore in un vino che piace, piuttosto che una inferiore in un vino che non piace.

Questo lo credo anch'io...ma per ora, lasciando perdere la Sandero, Giulia Diesel o Quadrifoglio che sia, sempre a 50 kmh vado :D.
 
beh....
ci saranno anche i monasteri inventati
ma di birre di abbazia ( vere ;) ) ce ne sono tante da secoli.
Di birra, secondo il concetto corrente,
( fresco, frizzante, dissetante ) hanno ben poco,
ma....Grazie di esistere....
Peccato solo per i prezzi, ormai folli.
 
Kettmeir, Charmat....
Mi sa che sia piu' mio " discepolo " che....;)

Ah per ora infatti anche io sto sulla fascia di prezzo che indicavi tu nei primi posti del thread....magari giusto un po' sopra.

Ad ogni modo, visto che hanno consigliato di fare più pratica possibile....avete da consigliarmi vini che abbiano qualche caratteristica abbastanza spiccata da permettermi di riconoscerla con facilità e tenerla come "traccia" mentale?

Ovviamente mi rivolgo sia ad Arizona (che è forse più vicino alla mia lunghezza d'onda) sia agli altri partecipanti alla discussione (eventualmente con qualche "dritta" su siti affidabili dove trovare i prodotti proposti).

Io di solito prendo le etichette base di aziende ben conosciute, ma ragionandoci e parlandone al corso È venuto fuori che tendenzialmente si tende all'appiattimentonsu prodotti del genere.
 
Peccato solo per i prezzi, ormai folli.

Per ovvi motivi anagrafici io non seguo questo mondo da tanto....ma l'esplosione dei prezzi credo che sia molto influenzata dal fatto che, se i monaci di collerecchiadigatto (così non facciamo nomi) sparano 8-9 euro, inevitabilmente i produttori seri che prima stavano su quelle cifre si sposteranno verso i 15.
 
Per ovvi motivi anagrafici io non seguo questo mondo da tanto....ma l'esplosione dei prezzi credo che sia molto influenzata dal fatto che, se i monaci di collerecchiadigatto (così non facciamo nomi) sparano 8-9 euro, inevitabilmente i produttori seri che prima stavano su quelle cifre si sposteranno verso i 15.

( Intanto sarebbe meglio parlare piu' di birre
Trappiste che di Abbazia )

No, direi di no,
ogni tanto io ne compro ancora qualche bottiglia.
Costavano 7/8000 lire, adesso le stesse stanno
intorno i 6/7 Euro che per un prodotto
( grandissimo che sia )
a base di cereali e di pochi mesi di vita
fra produzione e commercio, io trovo assurdo.
cari.
 
Ah per ora infatti anche io sto sulla fascia di prezzo che indicavi tu nei primi posti del thread....magari giusto un po' sopra.

Ad ogni modo, visto che hanno consigliato di fare più pratica possibile....avete da consigliarmi vini che abbiano qualche caratteristica abbastanza spiccata da permettermi di riconoscerla con facilità e tenerla come "traccia" mentale?

Ovviamente mi rivolgo sia ad Arizona (che è forse più vicino alla mia
lunghezza d'onda) sia agli altri partecipanti alla discussione (eventualmente con qualche "dritta" su siti affidabili dove trovare i prodotti proposti).

Io di solito prendo le etichette base di aziende ben conosciute, ma ragionandoci e parlandone al corso È venuto fuori che tendenzialmente
si tende all'appiattimentonsu prodotti del genere.



Bevevo anche io alcuni vini di Kettmeir
che purtroppo non si trovano piu', almeno dalle mie parti.
Io ho un altro concetto del bere bene:
niente vini che se li prendi a poco,
( ma in realta' a tanto, diciamo i 15 Euro )
nel caso, di un Amarone o un Barolo sono certamente gettati.
-nel caso di un Chianti, di un Merlot, di un Sagrantino
sono invece spesi bene.
Per i vini da tutti i giorni, dopo infinite prove e quasi altrettante fregature,
ho ridotto a 5/6 le case di cui compro regolarmente i prodotti.
Prodotti da 7/8 Euro che in offerta si trovano fra i 4 e i 5 nei vari Iper

Ma io non sono altro che un buon consumatore da sempre che cerca
il miglior rapporto qualita' prezzo....;)
 
...avete da consigliarmi vini che abbiano qualche caratteristica abbastanza spiccata da permettermi di riconoscerla con facilità e tenerla come "traccia" mentale?

Prova con i Fiano di Avellino: le note fumé, la farina di castagne, la frutta tropicale, ma anche la mineralità, sono caratteristiche abbastanza rare da trovare contemporaneamente in altri vini..

Produttori favoriti: VILLA DIAMANTE, GUIDO MARSELLA, PIETRACUPA, CIRO PICARIELLO, ROCCA DEL PRINCIPE, I FAVATI, COLLI DI LAPIO... fascia di prezzo: fra i 10 ed i 20 euro, anche in base al canale di acquisto.
 
Nulla di più lontano da me il "collezionista di bottiglie"... io le bottiglie le compro per berle.
Il verbo "investire" lo vedo meglio di "spendere" quando è riferito ad una passione..
beh, conosco sommelier e patron, raffinati grastrosofi ed enoentusiasti che sono anche (da generazioni) collezionisti di bottiglie antiche e da collezione, credo che non solo non sia saggio berle, ma neppure godurioso. Per il resto il termine investimento ha un significato che è dato dalla lingua italiana, poi che un possa chiamare mela la pera e viceversa, non è vietato, solo non si configura un "protocollo comunicativo" condivisibile, passami il termine per dire che si parlano due lingue diverse e non ci si capisce più. Credo che una buona bottiglia possa invece essre un "investimento" se ha un fine che possa essere configurato in un ambito professionale (diretto od indiretto) o di cultura che possa essere finalizzata ad una "divulgazione" della cultura medesima anche senza fini di lucro, perchè ingloba in sè una crescita culturale ben più ampia del solo "bevitore".
 
Soprattutto se parliamo di aperitivi direi proprio che hai ragione.

Sulla birra il discorso è ancora più complesso poi; fondamentalmente si è ancora meno disposti ad andare in profondità....soprattutto in un paese come il nostro dove la si è sempre considerata poco più che la Coca-Cola degli over 17-18 :buona con la pizza del sabato sera e stop...o come alcol a basso prezzo da tracannare alle feste come insegna il cinema USA.
Ovvio quindi che in una realtà quasi esclusivamente industriale, non appena si ha la possibilità di scrivere frasi a caso tipo "antica ricetta"; "non filtrata" o di mettere il nome di qualche monastero/borgo inventato si tenda a esagerare coi prezzi.
Allora, andiamo per gradi...

gli aperitivi sono, spesso, un vero disastro enogastronomico, anche se molto golosabili, compice l'ora infausta ed il crollo dei freni inibitori della fascia oraria o del giorno festivo o assimilato... il miglior aperitivo sarebbe, provare per credere, un bel caffè che stimola e prepara correttamente lo stomaco al pasto, magari freddo o lungo o armoatizzato e accompagnato da qualcosa che non siano noccioline, patatine, olive e stuzzichini o stuzziconi di varia natura, uno dei modi peggiori di mangiare sono gli apericena o quella sorta di brunch a buffet in voga il sabato o la domenica, IMHO come sempre.

Per quel che riguarda la dicotomia vino e birra, da amante di entrambi e da ex pigiatasti di una band di rock country, ho spesso girato per locali a suonare e a tastare un po' di prodotti, certo nulla di paragonabile alle esotiche etichette di marcoleo, ma in fondo penso, anche da ex produttore e da enogastrosofo praticante, che sia meglio per me non esagerare con costi (non ho scritto spese o investimenti) elevati. Devo dire che cantine, agriturismi, gliglierie, trattorie, ranch, bistrot, birrifici e locali vari, offrono spesso. a prezzi paragonabili, vini e birre di qualità altelenanti, purtroppo quasi mai correlate ai listini.

Reputo difficile pensare che il costo alto sia indice di qualità e altrettanto penso che alcuni prodotti certamente buoni e curati siano vendibili a prezzi accessibili, semplicemente senza esagerazioni nei ricarichi, che poi consente maggiori volumi per fare margini.

Di certo il vino è espressione di una terra, di un territorio, di una ricerca di valorizzazione, la birra è un prodotto "da laboratorio", con somma sapienza ma con legami sostanzialmente legati al mastro birraio e/o ad alcune, anche plurisecolari, tradizioni. In ambo i casi apprezzo certmente gli sforzi e l'inventiva di piccoli produttori, che è bello anche conoscere di persona, ma non demonizzo neppure i produttori "industriali", ove tale termine comprenda comunque produzioni di qualità e scrupolo riguardante il controllo della materia prima e del prodotto.
 
"Athesis" Brut Rosè; Alto Adige DOC; Kettmeir.

Credo di aver già scritto di preferire il metodo Martinotti, ma comunque questo metodo classico mi ha stupito!
Sarà il fatto che si tratta di un rosato (mai assaggiato uno spumante di questa tipologia prima), ma mi è piaciuto davvero molto.
Colore rosa tenue tendente al cerasuolo; bollicine fini e abbastanza numerose; effervescenza persistente.
Al naso è fruttato, a me ha ricordato il fragolino...personalmente lo vedo molto bene come vino da brindisi con la torta, per non stare sul solito (ma per me sempre valido) Asti DOCG.
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.....aaaarrrgghhhhhhhh.........:D:D per preferire l'autoclave
....aaaaarrrrrgggghhhhh.....:D:D per abbinare vino secco al dolce
 
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