Soprattutto se parliamo di aperitivi direi proprio che hai ragione.
Sulla birra il discorso è ancora più complesso poi; fondamentalmente si è ancora meno disposti ad andare in profondità....soprattutto in un paese come il nostro dove la si è sempre considerata poco più che la Coca-Cola degli over 17-18 :buona con la pizza del sabato sera e stop...o come alcol a basso prezzo da tracannare alle feste come insegna il cinema USA.
Ovvio quindi che in una realtà quasi esclusivamente industriale, non appena si ha la possibilità di scrivere frasi a caso tipo "antica ricetta"; "non filtrata" o di mettere il nome di qualche monastero/borgo inventato si tenda a esagerare coi prezzi.
Allora, andiamo per gradi...
gli aperitivi sono, spesso, un vero disastro enogastronomico, anche se molto golosabili, compice l'ora infausta ed il crollo dei freni inibitori della fascia oraria o del giorno festivo o assimilato... il miglior aperitivo sarebbe, provare per credere, un bel caffè che stimola e prepara correttamente lo stomaco al pasto, magari freddo o lungo o armoatizzato e accompagnato da qualcosa che non siano noccioline, patatine, olive e stuzzichini o stuzziconi di varia natura, uno dei modi peggiori di mangiare sono gli apericena o quella sorta di brunch a buffet in voga il sabato o la domenica, IMHO come sempre.
Per quel che riguarda la dicotomia vino e birra, da amante di entrambi e da ex pigiatasti di una band di rock country, ho spesso girato per locali a suonare e a tastare un po' di prodotti, certo nulla di paragonabile alle esotiche etichette di marcoleo, ma in fondo penso, anche da ex produttore e da enogastrosofo praticante, che sia meglio per me non esagerare con costi (non ho scritto spese o investimenti) elevati. Devo dire che cantine, agriturismi, gliglierie, trattorie, ranch, bistrot, birrifici e locali vari, offrono spesso. a prezzi paragonabili, vini e birre di qualità altelenanti, purtroppo quasi mai correlate ai listini.
Reputo difficile pensare che il costo alto sia indice di qualità e altrettanto penso che alcuni prodotti certamente buoni e curati siano vendibili a prezzi accessibili, semplicemente senza esagerazioni nei ricarichi, che poi consente maggiori volumi per fare margini.
Di certo il vino è espressione di una terra, di un territorio, di una ricerca di valorizzazione, la birra è un prodotto "da laboratorio", con somma sapienza ma con legami sostanzialmente legati al mastro birraio e/o ad alcune, anche plurisecolari, tradizioni. In ambo i casi apprezzo certmente gli sforzi e l'inventiva di piccoli produttori, che è bello anche conoscere di persona, ma non demonizzo neppure i produttori "industriali", ove tale termine comprenda comunque produzioni di qualità e scrupolo riguardante il controllo della materia prima e del prodotto.