<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> VW si allontana?? | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

VW si allontana??

automoto3 ha scritto:
Vi leggo e penso ad una cosa, anzi due: VW si allontana? Può anche essere, per me invece se ne stà lì buona buona ad aspettare l'implosione di Fiat-Italia. Poi si farà avanti.

Ai tedeschi non riesce di mandar giù di doversi accollare eventuali stabilimenti o maestranze (tra l'altro molto incazzose ..) con tutti gli annessi e connessi.
Quindi "lascia fare a Marchionne" le sue mosse strampalate, avendo - forse - già intuito come andrà a finire.

:shock: :shock:

Caspita che convinzione nei tuoi giudizi su Marchionne e sui tedeschi ....... io, personalmente, credo che avrai una amara delusione.
 
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Cvd, se produttivamente tiri i remi in barca e non investi un tubo, ovviamente non ti indebiterai ed i soldi in cassa fioriscono. Ma è tutto collegato...

Eh si.....
e poi ci sono sempre gli 8 mld da restituire ad Obama.....
Tu pensi che li cacci fuori fiat quei soldi?
Io ho sempre pensato che sarebbe ricorso al mercato (banche).
Ma potrebbe essere come tu dici anche perché la liquidità calerà in modo netto nei prossimi 6 mesi.
Stamattina mi sono perso un programma alla radio che parlava della prossima acquisizione del 16% e delle ripercussioni sulla c.d. fabbrica Italia.
La Fiom dice che dei venti miliardi di investimento promessi risulta investito solo il 10% e a quanto pare ci sono buone ragioni per ritenere che null'altro verrà messo sul piatto in Italia. Nel pomeriggio provo ad ascoltare meglio.

Se è vero che li hanno e non sono solo giochini di bilancio, perchè indebitarsi?
Il problema è vedere se li hanno davvero.
Beh, si tratterebbe comunque di un finanziamento di fiat a Chrysler perché sono ancora due soggetti autonomi e non so se questo sia possibile (credo di no). In pratica non possono passare da una società all'altra puramente e semplicemente. Diverso se procedono alla fusione.

Infatti se non sbaglio, M ha parlato di prossima fusione tra le 2 società prima della quotazione in borsa. E fusione significa che la stanza dei bottoni si sposta definitivamente in america.
Ah! Questa non l'avevo sentita. Se fosse così tutto tornerebbe.

Anche ieri sera, la trasmissione Otto e Mezzo su La7 ha toccato questi argomenti.

Pagliaro, riprendendo la notizia sul'acquisizione di un ulteriore 16% di Chrysler, ha richiamato una considerazione comune a tanti: il fatto che fiat abbia ridotto al lumicino gli investimenti nel rinnovo dei modelli e che stia presentando poche o nessuna novità (in generale, non riferito al marchio Alfa Romeo).

Il collaboratore della Gruber, ha chiuso con due interrogativi, che ancora, sono nei pensieri di molti: 1) si dovrà vedere se Fabbrica Italia sarà veramente il nuovo modello di fabbrica, o se sarà destinato ad essere una fabbrica modello, senza ... modelli. 2) si tratta di capire se alla fine di tutto ci sarà una Chrysler italiana o dovremo dire arrivederci fiat.
 
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren ha scritto:
renexx ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Cvd, se produttivamente tiri i remi in barca e non investi un tubo, ovviamente non ti indebiterai ed i soldi in cassa fioriscono. Ma è tutto collegato...

Eh si.....
e poi ci sono sempre gli 8 mld da restituire ad Obama.....
Tu pensi che li cacci fuori fiat quei soldi?
Io ho sempre pensato che sarebbe ricorso al mercato (banche).
Ma potrebbe essere come tu dici anche perché la liquidità calerà in modo netto nei prossimi 6 mesi.
Stamattina mi sono perso un programma alla radio che parlava della prossima acquisizione del 16% e delle ripercussioni sulla c.d. fabbrica Italia.
La Fiom dice che dei venti miliardi di investimento promessi risulta investito solo il 10% e a quanto pare ci sono buone ragioni per ritenere che null'altro verrà messo sul piatto in Italia. Nel pomeriggio provo ad ascoltare meglio.

Non so se servano altri pezzi per comporre un quadro già abbastanza chiaro dal punto di vista del prodotto.
Questo ultimo intervento di BelliCapelli e la notizia riportata da Kren non lasciano molto spazio alla speranza di vedere un vero rilancio Alfa sotto l'egida Fiat.
Non capisco quali possano essere ormai le paure di chi osteggia un eventuale (forse remoto) passaggio a VAG.
Aspettiamo il 2012.
In questo momento oltre al problema Alfa non è così campato in aria pensare che ci sia un problema Italia.

Mi fa sempre piacere leggere la tua fiducia nel 2012 ;)
Io ho sempre pensato che Marchionne voglia puntare su Maserati posizionandola anche in segmenti più bassi (diciamo il D). Le manovre sulla Ex Bertone confermano la mia sensazione. Che bisogno c'è di imporre il sistema produttivo che va bene per i grandi volumi ad un marchio come Maserati?
Io credo che Alfa sia stata considerata una palla al piede. Forse oggi non è più così. Ma chissà.....

Secondo me la storia della ex-Bertone è un altro mezzo bluff di Marchionne
Ho trovato interessante l'osservazione di un dipendente in cassa integrazione: se Marchionne vuole applicare alla ex-Bertone le stesse condizioni di Mirafiori e Pomigliano, per produrre le Maserati, a quel punto è possibile immaginare che le stesse condizioni verranno applicate a Maranello, visto che Ferrari fa pure parte del gruppo fiat, e che le Maserati si montano a Maranello?

Difficile... e allora la realtà può essere che Marchionne al momento non stia progettando niente per incrementare le vendite del marchio Maserati, che dicono essere in buona salute, nè di spostarne la produzione a Torino.
 
SZ. ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
Kren ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
Cvd, se produttivamente tiri i remi in barca e non investi un tubo, ovviamente non ti indebiterai ed i soldi in cassa fioriscono. Ma è tutto collegato...

Eh si.....
e poi ci sono sempre gli 8 mld da restituire ad Obama.....
Tu pensi che li cacci fuori fiat quei soldi?
Io ho sempre pensato che sarebbe ricorso al mercato (banche).
Ma potrebbe essere come tu dici anche perché la liquidità calerà in modo netto nei prossimi 6 mesi.
Stamattina mi sono perso un programma alla radio che parlava della prossima acquisizione del 16% e delle ripercussioni sulla c.d. fabbrica Italia.
La Fiom dice che dei venti miliardi di investimento promessi risulta investito solo il 10% e a quanto pare ci sono buone ragioni per ritenere che null'altro verrà messo sul piatto in Italia. Nel pomeriggio provo ad ascoltare meglio.

Se è vero che li hanno e non sono solo giochini di bilancio, perchè indebitarsi?
Il problema è vedere se li hanno davvero.
Beh, si tratterebbe comunque di un finanziamento di fiat a Chrysler perché sono ancora due soggetti autonomi e non so se questo sia possibile (credo di no). In pratica non possono passare da una società all'altra puramente e semplicemente. Diverso se procedono alla fusione.

Infatti se non sbaglio, M ha parlato di prossima fusione tra le 2 società prima della quotazione in borsa. E fusione significa che la stanza dei bottoni si sposta definitivamente in america.
Ah! Questa non l'avevo sentita. Se fosse così tutto tornerebbe.

Anche ieri sera, la trasmissione Otto e Mezzo su La7 ha toccato questi argomenti.

Pagliaro, riprendendo la notizia sul'acquisizione di un ulteriore 16% di Chrysler, ha richiamato una considerazione comune a tanti: il fatto che fiat abbia ridotto al lumicino gli investimenti nel rinnovo dei modelli e che stia presentando poche o nessuna novità (in generale, non riferito al marchio Alfa Romeo).

Il collaboratore della Gruber, ha chiuso con due interrogativi, che ancora, sono nei pensieri di molti: 1) si dovrà vedere se Fabbrica Italia sarà veramente il nuovo modello di fabbrica, o se sarà destinato ad essere una fabbrica modello, senza ... modelli. 2) si tratta di capire se alla fine di tutto ci sarà una Chrysler italiana o dovremo dire arrivederci fiat.

Ciao SZ
esatto i punti sono proprio questi. Io credo che sia tutto chiaro e prima o poi M le carte sarà costretto a farle vedere..........
 
BelliCapelli3 ha scritto:
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-24920.htm

Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"
Alla fine lo ha ammesso perfino lui, Sergio
Marchionne. "Gli accordi su Chrysler risalgono al
2009 e non vedo perché dovremmo pagare un
premio per qualcosa che abbiamo contribuito in
modo determinante a rilanciare", ha detto ieri il
gran capo di Fiat rispondendo alle domande
degli analisti.
Traduzione:
quel
16
per
cento
di
Chrysler
comprato
per
soli
875
milioni
di
euro
(1,27 miliardi di dollari) è davvero un affarone,
ma due anni fa nessuno avrebbe pensato che il
gruppo americano si sarebbe ripreso dal
disastro tanto in fretta.
Quindi, fa capire il numero uno del Lingotto,
siamo stati bravi due volte. Bravi a strappare le
migliori condizioni contrattuali. E bravi a
rilanciare un'azienda fallita e fuori mercato. In
effetti, con l'operazione annunciata ieri,
Marchionne conferma le sue straordinarie
capacità di negoziatore. Un giocatore di poker
capace, quando è il caso, anche di bluffare alla
grande.
Il
manager
col
maglione
nero,
però,
non
dice
tutto.
Non
spiega,
per
esempio,
perchè
a
Torino
hanno
deciso di accelerare i tempi della scalata alla
Chrysler. Nella tabella di marcia inizialmente
accreditata dai vertici Fiat l'acquisto del 16 per
cento sarebbe dovuto avvenire nella seconda
metà del 2011, se non addirittura all'inizio del
2012. E invece l'accordo annunciato ieri
prevede che l'affare venga concluso a fine
giugno.
Perché tanta fretta di siglare il contratto?
Semplice, perché tra qualche mese il 16 per
cento di Chrysler sarebbe costato molto di più.
Infatti, i conti dell'azienda americana stanno
migliorando a gran velocità e quindi anche il suo
valore di mercato. Non solo. In base agli accordi
del 2009, il prezzo dipende anche da alcuni
parametri di bilancio della stessa Fiat. Tra questi
ha un peso rilevante l'indebitamento netto del
Lingotto.
E
allora,
a
questo
punto,
forse
si
capisce
meglio
perchè
negli
ultimi
mesi
i debiti dichiarati dal gruppo di Torino siano
rimasti a livello tanto basso da spiazzare anche
investitori e analisti. In sostanza a gennaio,
dopo la scissione di camion e trattori, la parte di
debito assegnata al business delle auto è
sembrata alla maggior parte degli osservatori
sorprendentemente esigua. Una semplice
questione tecnica? Roba da esperti di bilanci?
Mica tanto. Perché meno debiti significa anche
meno investimenti.
E meno investimenti significa meno soldi
destinati a rinnovare gli impianti produttivi e a
lanciare nuovi modelli. Da mesi Marchionne
spiega che non vale la pena spendere se il
mercato automobilistico rimane ai minimi
termini. Come dire, se il cavallo non ha sete è
inutile sprecare denaro per rifornirlo di acqua.
Meglio rimandare a tempi migliori le novità e
intanto tenere a stecchetto l'azienda. Va
segnalato che altre case automobilistiche si sono
mosse diversamente, rinnovando la gamma
anche in tempi di crisi. Fiat auto invece è rimasta
al palo come dimostrano i disastrosi risultati
commerciali in Europa.
Sta
di
fatto
che
la
prudenza
di
Marchionne
ha
avuto
due
effetti evidenti in bilancio: i debiti si sono ridotti
ai minimi termini mentre la liquidità è schizzata
alle stelle. A fine marzo, come risulta dalla
relazione trimestrale presentata mercoledì, Fiat
auto ha in cassa qualcosa come 13 miliardi di
euro. Di sicuro non ci saranno problemi per
finanziare l'esborso degli 870 milioni di euro
destinati ad acquistare il 16 per cento di
Chrysler.
Lo stesso Marchionne ieri ha dichiarato che
nell'arco dei prossimi mesi la liquidità verrà
riportata entro i 5 miliardi di euro. Intanto però,
come emerge dai conti, a Torino nel 2010
hanno frenato sugli investimenti per fare cassa,
migliorando di gran lunga i parametri di bilancio,
quelli che sono serviti a calcolare il prezzo della
quota del 16 per cento.
La
manovra
è
servita
quindi
a
risparmiare
sulla
scalata
a
Chrysler?
Molti,
in
Borsa e nelle banche, sono convinti di sì. Sono
convinti che Marchionne abbia tagliato a Torino
per bruciare le tappe a Detroit, per spianare la
strada alla fusione tra le due aziende. Ancora
qualche mese, un anno al massimo e Fiat avrà
la maggioranza di Chrysler. Poi si andrà alla
fusione, la mossa finale che porterà in America
una volta per tutte la testa del gruppo torinese.
O di quello che ne resterà.

Scusa per mia curiosità, ma questa roba sarebbe da commentare?
 
BufaloBic ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/articolo-24920.htm

Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"
Alla fine lo ha ammesso perfino lui, Sergio
Marchionne. "Gli accordi su Chrysler risalgono al
2009 e non vedo perché dovremmo pagare un
premio per qualcosa che abbiamo contribuito in
modo determinante a rilanciare", ha detto ieri il
gran capo di Fiat rispondendo alle domande
degli analisti.
Traduzione:
quel
16
per
cento
di
Chrysler
comprato
per
soli
875
milioni
di
euro
(1,27 miliardi di dollari) è davvero un affarone,
ma due anni fa nessuno avrebbe pensato che il
gruppo americano si sarebbe ripreso dal
disastro tanto in fretta.
Quindi, fa capire il numero uno del Lingotto,
siamo stati bravi due volte. Bravi a strappare le
migliori condizioni contrattuali. E bravi a
rilanciare un'azienda fallita e fuori mercato. In
effetti, con l'operazione annunciata ieri,
Marchionne conferma le sue straordinarie
capacità di negoziatore. Un giocatore di poker
capace, quando è il caso, anche di bluffare alla
grande.
Il
manager
col
maglione
nero,
però,
non
dice
tutto.
Non
spiega,
per
esempio,
perchè
a
Torino
hanno
deciso di accelerare i tempi della scalata alla
Chrysler. Nella tabella di marcia inizialmente
accreditata dai vertici Fiat l'acquisto del 16 per
cento sarebbe dovuto avvenire nella seconda
metà del 2011, se non addirittura all'inizio del
2012. E invece l'accordo annunciato ieri
prevede che l'affare venga concluso a fine
giugno.
Perché tanta fretta di siglare il contratto?
Semplice, perché tra qualche mese il 16 per
cento di Chrysler sarebbe costato molto di più.
Infatti, i conti dell'azienda americana stanno
migliorando a gran velocità e quindi anche il suo
valore di mercato. Non solo. In base agli accordi
del 2009, il prezzo dipende anche da alcuni
parametri di bilancio della stessa Fiat. Tra questi
ha un peso rilevante l'indebitamento netto del
Lingotto.
E
allora,
a
questo
punto,
forse
si
capisce
meglio
perchè
negli
ultimi
mesi
i debiti dichiarati dal gruppo di Torino siano
rimasti a livello tanto basso da spiazzare anche
investitori e analisti. In sostanza a gennaio,
dopo la scissione di camion e trattori, la parte di
debito assegnata al business delle auto è
sembrata alla maggior parte degli osservatori
sorprendentemente esigua. Una semplice
questione tecnica? Roba da esperti di bilanci?
Mica tanto. Perché meno debiti significa anche
meno investimenti.
E meno investimenti significa meno soldi
destinati a rinnovare gli impianti produttivi e a
lanciare nuovi modelli. Da mesi Marchionne
spiega che non vale la pena spendere se il
mercato automobilistico rimane ai minimi
termini. Come dire, se il cavallo non ha sete è
inutile sprecare denaro per rifornirlo di acqua.
Meglio rimandare a tempi migliori le novità e
intanto tenere a stecchetto l'azienda. Va
segnalato che altre case automobilistiche si sono
mosse diversamente, rinnovando la gamma
anche in tempi di crisi. Fiat auto invece è rimasta
al palo come dimostrano i disastrosi risultati
commerciali in Europa.
Sta
di
fatto
che
la
prudenza
di
Marchionne
ha
avuto
due
effetti evidenti in bilancio: i debiti si sono ridotti
ai minimi termini mentre la liquidità è schizzata
alle stelle. A fine marzo, come risulta dalla
relazione trimestrale presentata mercoledì, Fiat
auto ha in cassa qualcosa come 13 miliardi di
euro. Di sicuro non ci saranno problemi per
finanziare l'esborso degli 870 milioni di euro
destinati ad acquistare il 16 per cento di
Chrysler.
Lo stesso Marchionne ieri ha dichiarato che
nell'arco dei prossimi mesi la liquidità verrà
riportata entro i 5 miliardi di euro. Intanto però,
come emerge dai conti, a Torino nel 2010
hanno frenato sugli investimenti per fare cassa,
migliorando di gran lunga i parametri di bilancio,
quelli che sono serviti a calcolare il prezzo della
quota del 16 per cento.
La
manovra
è
servita
quindi
a
risparmiare
sulla
scalata
a
Chrysler?
Molti,
in
Borsa e nelle banche, sono convinti di sì. Sono
convinti che Marchionne abbia tagliato a Torino
per bruciare le tappe a Detroit, per spianare la
strada alla fusione tra le due aziende. Ancora
qualche mese, un anno al massimo e Fiat avrà
la maggioranza di Chrysler. Poi si andrà alla
fusione, la mossa finale che porterà in America
una volta per tutte la testa del gruppo torinese.
O di quello che ne resterà.

Scusa per mia curiosità, ma questa roba sarebbe da commentare?

A discrezione di chi legge ;)
 
Leggiamo tutto, certo ...

Ma, una domanda:
non sarebbe il momento (cambio di stagione) che Marchionne si togliesse 'sto maglioncino?

Comincia a far caldo ! 8) 8)
 
fpaol68 ha scritto:
SediciValvole ha scritto:
"Prima degli incentivi e delle agevolazione bisogna risanare il bilancio dello Stato tagliando le spese inutili.
Ma andiamo OT".
è un circolo vizioso,se le grandi aziende vanno via allo stato entrano sempre meno soldi di tasse e gli viene ancor più difficile risanare i conti,bisogna fare sia un'opera di risanamento e pulizia degli sprechi sia un'opera d'ncentivazione in modo che non subito ma fra qualche anno ci saranno molte più aziende e molti più lavoratori che pagheranno le tasse allo stato. Oltretutto gli incentivi (non quelli sulla rottamazione ma sconti o agevolazioni finanziarie) servono non solo a far ritornare chi è andato via ma anche a far entrare nel mercato interno qualche multinazionale estera che porta altro lavoro e altre entrate in seguito,e più soldi entrano più soldi ci sono da reinvestire anche in infrastrutture e tutto diventa più efficiente. Mi votate adesso? :D

No gli incentivi sono uno strumento transitorio per tamponare una emergenza,
non sono una misura strutturale.

Il problema sono stati proprio gli incentivi. La CE impediva di aiutare Fiat, ok. Allora hanno inventato gli incentivi, di cui beneficiavano tutte le case, non solo Fiat, ma erano soprattutto per le auto piccole, quindi hanno aiutato la Fiat. In tutto questo l'industria è andata a quel paese, niente vincoli per investimenti industriali come avevano fatto sino agli anni 80, e Fiat i soldi degli incentivi li investiva in altro invece che nell'industria.

Ora hanno scoperto l'America, USA, Canada e Messico, stati che a fronte degli investimenti industriali ti aiutano, come l'italia sino al 1985.

Voi mi direte che Fiat ha trovato un nuovo posto in cui spillare soldi, ma scusatemi in Europa, dove agli italiani è stato impedito di ricevere finanziamenti statali, i due costruttori maggiori, Renault e VW, non sono o sono stati sino a poco tempo fa delle società a capitale statale?

La verità è che sino a quando i vecchi Agnelli avevano gli amici in politica i piedi se li tiravano bene, poi con la CE, la diversificazione e le nuove generazioni politiche all'industria non si è pensato più, mentre i politici in Francia e Germania hanno fatto quello che volevano e potevano per aiutare le industrie, ne è un esempio l'affaire Opel.

I nostri politici non hanno considerato strategico il settore e si vedono i risultati: tasse, infrastrutture, sindacati, forbice contributiva, tutto invoglia ad andare all'estero. Per i sindacati il discorso poi è sempre lo stesso: a fronte di una Costituzione che prevedeva degli accordi sindacali unici con dei sindacati riconosciuti dalle camere, si è preferito sfruttare i sindacati per fare politica e compere i caxxi agli imprenditori.

Spiegatemi chi è quel fesso che si resta in Italia quando può andare in America, oppure quello, ancora più fesso, che si compra Alfa con gli stabilimenti italiani e la Fiom che rompe per una pausa di 10 minuti, che in tutta europa non c'è

Veramente credete che Marchionne è talmente imbecille di dare Alfa ai crucchi senza gli stabilimenti italiani? o che i cricchi sono talmente imbecilli di prendersi Alfa con gli stabilimenti italiani?

Marchionne andrà a fare le auto in America a marchio Alfa e Maserati, e in tutto questo gli italiani devono ringraziare solo la Fiom.
 
giuseppetomasino ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
SediciValvole ha scritto:
"Prima degli incentivi e delle agevolazione bisogna risanare il bilancio dello Stato tagliando le spese inutili.
Ma andiamo OT".
è un circolo vizioso,se le grandi aziende vanno via allo stato entrano sempre meno soldi di tasse e gli viene ancor più difficile risanare i conti,bisogna fare sia un'opera di risanamento e pulizia degli sprechi sia un'opera d'ncentivazione in modo che non subito ma fra qualche anno ci saranno molte più aziende e molti più lavoratori che pagheranno le tasse allo stato. Oltretutto gli incentivi (non quelli sulla rottamazione ma sconti o agevolazioni finanziarie) servono non solo a far ritornare chi è andato via ma anche a far entrare nel mercato interno qualche multinazionale estera che porta altro lavoro e altre entrate in seguito,e più soldi entrano più soldi ci sono da reinvestire anche in infrastrutture e tutto diventa più efficiente. Mi votate adesso? :D

No gli incentivi sono uno strumento transitorio per tamponare una emergenza,
non sono una misura strutturale.

Il problema sono stati proprio gli incentivi. La CE impediva di aiutare Fiat, ok. Allora hanno inventato gli incentivi, di cui beneficiavano tutte le case, non solo Fiat, ma erano soprattutto per le auto piccole, quindi hanno aiutato la Fiat. In tutto questo l'industria è andata a quel paese, niente vincoli per investimenti industriali come avevano fatto sino agli anni 80, e Fiat i soldi degli incentivi li investiva in altro invece che nell'industria.

Ora hanno scoperto l'America, USA, Canada e Messico, stati che a fronte degli investimenti industriali ti aiutano, come l'italia sino al 1985.

Voi mi direte che Fiat ha trovato un nuovo posto in cui spillare soldi, ma scusatemi in Europa, dove agli italiani è stato impedito di ricevere finanziamenti statali, i due costruttori maggiori, Renault e VW, non sono o sono stati sino a poco tempo fa delle società a capitale statale?

La verità è che sino a quando i vecchi Agnelli avevano gli amici in politica i piedi se li tiravano bene, poi con la CE, la diversificazione e le nuove generazioni politiche all'industria non si è pensato più, mentre i politici in Francia e Germania hanno fatto quello che volevano e potevano per aiutare le industrie, ne è un esempio l'affaire Opel.

I nostri politici non hanno considerato strategico il settore e si vedono i risultati: tasse, infrastrutture, sindacati, forbice contributiva, tutto invoglia ad andare all'estero. Per i sindacati il discorso poi è sempre lo stesso: a fronte di una Costituzione che prevedeva degli accordi sindacali unici con dei sindacati riconosciuti dalle camere, si è preferito sfruttare i sindacati per fare politica e compere i caxxi agli imprenditori.

Spiegatemi chi è quel fesso che si resta in Italia quando può andare in America, oppure quello, ancora più fesso, che si compra Alfa con gli stabilimenti italiani e la Fiom che rompe per una pausa di 10 minuti, che in tutta europa non c'è

Veramente credete che Marchionne è talmente imbecille di dare Alfa ai crucchi senza gli stabilimenti italiani? o che i cricchi sono talmente imbecilli di prendersi Alfa con gli stabilimenti italiani?

Marchionne andrà a fare le auto in America a marchio Alfa e Maserati, e in tutto questo gli italiani devono ringraziare solo la Fiom.
Fiom o non Fiom ti ricordo che qualsiasi lavoratore dell'azienda potrebbe far causa alla fiat. I diritti fondamentali non sono rinunciabili....
 
Maglionne voleva rifilare il Marchio con gli stabilimenti e i rompi caxxi (poveri anche loro ..) relativi.

I crucchi non sono mai stati troppo fessi, e anche stavolta lo hanno dimostrato.

A 'sto punto a Maglionne non resta altro che giocarsi la carta dell'export del Biscione, ma assolutamente "sganciando" gli stabilimenti, che considera ovviamente una palla al piede.

Quindi, vada in un senso oppure in un altro, chi ci perderà (in termini assoluti/spicci) saranno i lavoratori.

:shock: :shock:
 
fpaol68 ha scritto:
BelliCapelli3 ha scritto:
BufaloBic ha scritto:
fpaol68 ha scritto:
A discrezione di chi legge ;)

allora senza offesa per nessuno stendiamo un velo e andiamo avanti ;)

non ti piace? ;-)

Mi sa che non gli è piaciuto, no ;)
Torno sulla trasmissione di stamattina. Alla fine tutti (conduttore, docenti universitari e commentatori) hanno concluso che: fiat ha già deciso di lasciare l'Italia e Fiom sta dando il pretesto a Marchionne per levare le ancore.
 
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