Lasciamo perdere un secondo il discorso legale.
Quando si parla di qualcosa, infatti, possiamo analizzarla da un punto di vista fisico e da uno normativo, che naturalmente dovrebbe tenere conto di quello fisico, ma non sempre e' cosi' (in Italia, quasi mai).
Quando si e' alla guida di un mezzo e' abbastanza ovvio che si deve tenere una velocita' commisurata al mezzo stesso, alle condizioni ambientali, di traffico e alle proprie condizioni psicofisiche.
Tuttavia, studi in vari ambiti nonche' la semplice esperienza personale dimostrano che c'e' una precisa velocita' che e' bene tenere.
Questo non vale solo per la guida delle auto. Anche nello studio delle catene di montaggio si e' evidenziato che esiste una velocita' di lavoro ideale.
Tale velocita' e' quella in cui la mente e' sufficientemente impegnata dal lavoro che si sta svolgendo (sia questo la guida dell'auto, l'assemblaggio di un prodotto, l'utilizzo di un macchinario) e lavora bene.
Al di sopra di questa velocita' si manifestano stress, ansia, affaticamento. E' una condizione di palese rischio, perche' ci stanchiamo piu' rapidamente e, comunque, la nostra mente sta cercando di dirci che stiamo procedendo troppo rapidamente con quel che stiamo facendo e che rischiamo di commettere errori.
Ma questo e' abbastanza palese. Se vado troppo forte rischio di fare unamanovra sbagliata e avere un incidente, o commettere un'errore nell'assemblaggio e, al limite, farmi male, eccetera.
La cosa interessante e' che, se la velocita' del mezzo scende sotto quella ideale, o la catena di montaggio lavora piu' lenta, allo stesso modo il numero di errori aumenta!
E la cosa peculiare e' che aumenta PIU' che non se la catena di montaggio o il mezzo sono a una velocita' leggermente troppo alta.
Il motivo e' semplice: la mente, non sufficientemente impegnata da quello che sta facendo, vaga, si distrae, e la resa del conducente / assemblatore / operatore cala drasticamente, e cominciano a esserci distrazioni e ritardi nei riflessi, con incidenti anche gravi.
Dunque, tornando all'auto, se tutti ci rendiamo conto che e' meglio non andare troppo forte, e' bene sapere che e' meglio non andare nemmeno troppo piano.
Le insidie sono molto meno evidenti, ma non meno pericolose, anzi!
Non a caso la maggioranza degli incidenti autostradali accade non su autostrade sgombre, ma nei giorni di massimo traffico, dove alla massima concentrazione di auto, che richiederebbe attenzione e concentrazione, si uniscono andature a passo di lumaca che creano noia, sonnolenza, distrazione, sbadataggine, rallentamento dei riflessi.
Ora: tornando al discorso normativo, un limite di velocita' deve essere, prima di tutto, un limite. Ossia, non la velocita' di crociera che tengo, ma la velocita' a cui, al limite, mi trovo ad andare.
Normalmente terro' una velocita' piu' contenuta.
Questa velocita' deve necessariamente coniugare le esigenze di sicurezza della strada cui viene applicato con l'esigenza di garantire una velocita' sufficiente a mantenere impegnato il conducente.
Siccome non tutti hanno la stessa "velocita' ideale" (in effetti la stessa persona non ha sempre la stessa velocita' ideale, a seconda delle condizioni psicofisiche), e' importante che questo limite non sia troppo basso. Le persone sanno regolarsi, e se una strada a una data velocita' risulta impegnativa, e' la gente stessa a tenere un'andatura che risulti adeguata ma non stressante o rischiosa.
Dunque il limite deve essere abbastanza alto da consentire alla gente di regolarsi, perche' se e' troppo basso, sicuramente andro' a creare delle condizioni di distrazione e sonnolenza pericolose.
D'altro canto, come s'e' detto, la strada stessa, se e' impegnativa, porta la gente a rallentare.
Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo.
Questo rappresenta un importantissimo fattore di sicurezza, perche' l'automobilista arriva a vedere il limite come un ausilio alla guida: "Ah, 70 all'ora, vuol dire che qui piu' avanti ci sono curve che e' meglio prendere con calma".
In Italia, invece, il limite e' posto praticamente solo per assolvere a due funzioni: di trappola per consentire di attuare prelievo forzoso, prelievo forzoso su cui, non dimentichiamoci, sono arrivati a basare la loro economia moltissimi comuni. Se e' una situazione normale, allora c'e' un concetto assai strano di normale.
La seconda funzione, che poi e' quella principale da cui la seconda e' solo derivata per convenienza e opportunita', e' quella di fornire uno scarico di responsabilita' alla burocrazia che dovrebbe gestire l'infrastruttura.
Se succede qualcosa, non sono imputabile perche' avevo ben detto che non si dovevano superare i 60 all'ora.
Le autostrade (ma anche le statali) sono piene di questi limiti pazzeschi.
Non a caso anche gli italiani piu' rispettosi vanno, comunque, ai 130 (ossia a quello che avevamo detto dovrebbe essere un limite, non la velocita' di crociera), per non parlare di quelli che vanno oltre, che sono un'ampia maggioranza.
E' evidente che c'e' un forte scollamento tra quello che la logica, la fisica e l'esperienza e sensibilita' di ciascuno raccomandano e quanto la legge sancisce, per interessi che , dimostratamente, hanno poco o nulla a che fare con la sicurezza...
E' importante che le riviste di settore e l'opinione pubblica si mobilitino per correggere questo stato di cose, assolutamente deleterio.
Quando si parla di qualcosa, infatti, possiamo analizzarla da un punto di vista fisico e da uno normativo, che naturalmente dovrebbe tenere conto di quello fisico, ma non sempre e' cosi' (in Italia, quasi mai).
Quando si e' alla guida di un mezzo e' abbastanza ovvio che si deve tenere una velocita' commisurata al mezzo stesso, alle condizioni ambientali, di traffico e alle proprie condizioni psicofisiche.
Tuttavia, studi in vari ambiti nonche' la semplice esperienza personale dimostrano che c'e' una precisa velocita' che e' bene tenere.
Questo non vale solo per la guida delle auto. Anche nello studio delle catene di montaggio si e' evidenziato che esiste una velocita' di lavoro ideale.
Tale velocita' e' quella in cui la mente e' sufficientemente impegnata dal lavoro che si sta svolgendo (sia questo la guida dell'auto, l'assemblaggio di un prodotto, l'utilizzo di un macchinario) e lavora bene.
Al di sopra di questa velocita' si manifestano stress, ansia, affaticamento. E' una condizione di palese rischio, perche' ci stanchiamo piu' rapidamente e, comunque, la nostra mente sta cercando di dirci che stiamo procedendo troppo rapidamente con quel che stiamo facendo e che rischiamo di commettere errori.
Ma questo e' abbastanza palese. Se vado troppo forte rischio di fare unamanovra sbagliata e avere un incidente, o commettere un'errore nell'assemblaggio e, al limite, farmi male, eccetera.
La cosa interessante e' che, se la velocita' del mezzo scende sotto quella ideale, o la catena di montaggio lavora piu' lenta, allo stesso modo il numero di errori aumenta!
E la cosa peculiare e' che aumenta PIU' che non se la catena di montaggio o il mezzo sono a una velocita' leggermente troppo alta.
Il motivo e' semplice: la mente, non sufficientemente impegnata da quello che sta facendo, vaga, si distrae, e la resa del conducente / assemblatore / operatore cala drasticamente, e cominciano a esserci distrazioni e ritardi nei riflessi, con incidenti anche gravi.
Dunque, tornando all'auto, se tutti ci rendiamo conto che e' meglio non andare troppo forte, e' bene sapere che e' meglio non andare nemmeno troppo piano.
Le insidie sono molto meno evidenti, ma non meno pericolose, anzi!
Non a caso la maggioranza degli incidenti autostradali accade non su autostrade sgombre, ma nei giorni di massimo traffico, dove alla massima concentrazione di auto, che richiederebbe attenzione e concentrazione, si uniscono andature a passo di lumaca che creano noia, sonnolenza, distrazione, sbadataggine, rallentamento dei riflessi.
Ora: tornando al discorso normativo, un limite di velocita' deve essere, prima di tutto, un limite. Ossia, non la velocita' di crociera che tengo, ma la velocita' a cui, al limite, mi trovo ad andare.
Normalmente terro' una velocita' piu' contenuta.
Questa velocita' deve necessariamente coniugare le esigenze di sicurezza della strada cui viene applicato con l'esigenza di garantire una velocita' sufficiente a mantenere impegnato il conducente.
Siccome non tutti hanno la stessa "velocita' ideale" (in effetti la stessa persona non ha sempre la stessa velocita' ideale, a seconda delle condizioni psicofisiche), e' importante che questo limite non sia troppo basso. Le persone sanno regolarsi, e se una strada a una data velocita' risulta impegnativa, e' la gente stessa a tenere un'andatura che risulti adeguata ma non stressante o rischiosa.
Dunque il limite deve essere abbastanza alto da consentire alla gente di regolarsi, perche' se e' troppo basso, sicuramente andro' a creare delle condizioni di distrazione e sonnolenza pericolose.
D'altro canto, come s'e' detto, la strada stessa, se e' impegnativa, porta la gente a rallentare.
Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo.
Questo rappresenta un importantissimo fattore di sicurezza, perche' l'automobilista arriva a vedere il limite come un ausilio alla guida: "Ah, 70 all'ora, vuol dire che qui piu' avanti ci sono curve che e' meglio prendere con calma".
In Italia, invece, il limite e' posto praticamente solo per assolvere a due funzioni: di trappola per consentire di attuare prelievo forzoso, prelievo forzoso su cui, non dimentichiamoci, sono arrivati a basare la loro economia moltissimi comuni. Se e' una situazione normale, allora c'e' un concetto assai strano di normale.
La seconda funzione, che poi e' quella principale da cui la seconda e' solo derivata per convenienza e opportunita', e' quella di fornire uno scarico di responsabilita' alla burocrazia che dovrebbe gestire l'infrastruttura.
Se succede qualcosa, non sono imputabile perche' avevo ben detto che non si dovevano superare i 60 all'ora.
Le autostrade (ma anche le statali) sono piene di questi limiti pazzeschi.
Non a caso anche gli italiani piu' rispettosi vanno, comunque, ai 130 (ossia a quello che avevamo detto dovrebbe essere un limite, non la velocita' di crociera), per non parlare di quelli che vanno oltre, che sono un'ampia maggioranza.
E' evidente che c'e' un forte scollamento tra quello che la logica, la fisica e l'esperienza e sensibilita' di ciascuno raccomandano e quanto la legge sancisce, per interessi che , dimostratamente, hanno poco o nulla a che fare con la sicurezza...
E' importante che le riviste di settore e l'opinione pubblica si mobilitino per correggere questo stato di cose, assolutamente deleterio.