<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 9 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

potrebbe fornirne probabilmente uno ancora maggiore se ci fosse maggiore onestà e maggiore promozione
Pienamente d'accordissimo. E tante sinergie invece di cercare di rubarsi i clienti parlando male del vicino, far circolare i turisti, che venga loro voglia di tornare per girare di più. Non spremerli come limoni.
 
@ Giulio
Altro colosso che si basa sul mantra dei pagamenti tacciabili, in questo caso hanno valutato il trade-off tra sbattersene della mostra AdE (potevano tranquillamente farlo) e perdere il mercato italiano.

https://genova.repubblica.it/cronac...ro-420044688/?ref=RHLF-BG-I420046158-P6-S1-T1

Mi raccomando eh [sarcastic mode on]propagandate urbi er orbi che con i pagamenti tracciati si elimina l’evasione (pardon, anticipo il tuo richiamo, si deve dire elusione)
[sarcastic mode off]

Vorrei evitare di rimettere la mia foto di prima, io le tasse le pago per mia precisa scelta, ma ti garantisco che potrei pagarne la metà grazie alle mitiche carte se solo lo volessi.
 
Siamo se non al livello dei terrapiatisti, molto vicini :D
In materia economica forse sono anche meno di un terrapiattista rispetto a te, ma, forse, se, invece di discreditare l'interlocutore, controargomentassi le mie affermazioni (che poi sono le semplici repliche di quanto letto e sentito da Cottarelli) il discorso sarebbe nettamente più costruttivo e non denigratorio. Senza offesa per nessuno, neanche dei terrapiattisti.
 
Se guardi il link

https://www.idealista.it/news/immob...ntuale-di-case-di-proprieta-nei-paesi-europei

oltre il 73,7% dell' Italia ci sono solo
la Spagna
la Svezia
Ma tutti i paesi dell' EST

In effetti hai ragione, avere un’alta percentuale di proprietari di casa non è un indice di ricchezza, Paesi non ricchi hanno molti proprietari delle case in cui vivono.
Però se a ciò abbiniamo le disponibilità finanziarie allora abbiamo la quadratura del cerchio. Chi ha una casa spesso non ha i soldi contanti (io per esempio ho investito sempre sulla casa e non ho mai avuto soldi da parte).

Ma qui in Italia abbiamo case di proprietà e soldi da parte. Qualcosa non quadra…
 
Vabbè, allora saremo pure un popolo di poveracci "fiscalmente" parlando ma, guardando bene non lo siamo "economicamente". Infatti non necessariamente risultare poveri fiscalmente significa esserlo anche economicamente.
Ma mi chiedo sempre: dove sta l'origine di tutto questo? Perchè siamo e ci comportiamo così? Deriva dalla nostra storia passata e recente? Dal nostro DNA? Dall'aria che respiriamo? Una maledizione?
Per me la risposta si trova in un' altra povertà, quella che purtroppo oggi più che mai ci caratterizza e accompagna: la povertà culturale ed intellettuale.
Detta papale papale: l' ignoranza, madre di tutte le nostre sventure, allo stesso tempo causa ed effetto di se stessa.
Ignoranza che si trova in ogni ambito, ad ogni angolo di strada e ci costringe a subirla, sopportarla e pure purtroppo a volte renderla pan per focaccia se gli vogliamo sopravvivere e per difenderci.
Questa ignoranza si bea di se stessa, si autocompiace, si consolida sempre più oggigiorno grazie anche (soprattutto?) alla complicità di certi social e di internet che fungono sia da amplificatore che da diffusore.
Col risultato di ridurre ai minimi termini il suo contrario che diventa il rivale, il nemico: la conoscenza, la competenza, in sintesi l' intelligenza, che viene svilita, spesso derisa e a cui viene tolta ogni autorevolezza.
E se la povertà culturale ed intellettuale (uso questo termine anestetizzato al posto di ignoranza, hai visto mai che qualcuno si senta offeso) fatica a riconoscere l' autorevolezza fino a denigrarla, figuriamoci se rispetta l'autorità.
Intanto non sa distinguerle: la prima è un comportamento, uno stato mentale, un atteggiamento che viene riconosciuto dagli altri, la seconda è una caratteristica intrinseca associata al potere (se non c'è potere non c'è autorità, e viceversa).
In ogni caso non le rispetta: eh sì, l'ignoranza si sente libera, la spaccia per libertà individuale, l'io e i suoi diritti viene prima di quelli degli altri (altro che la libertà è partecipazione alla Giorgio Gaber), e i doveri toccano sempre agli altri.
Risultato?
Lo vediamo tutti i giorni.
Alla competenza (sia tecnico-scientifica che umanistica) non viene riconosciuta la necessaria autorevolezza: non dobbiamo stupirci quindi per esempio se i nostri giovani (quelli sani di mente) scappano all'estero, alla ricerca non solo di migliori condizioni economiche, ma pure per sfuggire da ambiti in cui la loro preparazione e cultura viene sottovalutata se non svilita.
Non parliamo poi dell'autorità che dovrebbe essere riconosciuta ad istituzioni come ad esempio la famiglia, la scuola, la politica, lo stato: anche qui non c'è da stupirsi se oggi sono minate come concetti stessi, depauperate nelle loro funzioni e con la gente, anzi i cittadini che rifuggono dai relativi doveri, facendosi "furbi".
Questo è il nostro male profondo, quello vero da combattere: l' ignoranza.
Altro che transizione energetica-ecologica: ci salverà solamente quella culturale ed intellettuale se avremo il coraggio di intraprenderla. Ma io sono pessimita. Sul patrio suolo poi.
"Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti" era il titolo di un album degli Skiantos, il gruppo rock demenziale di Roberto Freak Antoni.
Una grande verità.
 
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