<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Un paese di poveracci | Page 71 | Il Forum di Quattroruote

Un paese di poveracci

È una mia scelta. Se non vado qualcun'altro la imbocca. Del resto colazione, pranzo e merenda viene imboccata comunque da quando è entrata.
Meno male, sono “contento” per te, nel senso che se tu per qualsiasi motivo non puoi, in ogni caso qualcuno si prende cura di lei. E l tariffa è relativamente bassa.

Va detto (è una considerazione, assolutamente non un critica!) che voi non avendo figli potete gestire la questione in un determinato modo che sarebbe impensabile per chi ha figli.
 
Quando si dice che lo Stato, in Italia, tutela molto più gli anziani dei giovani si dice una grosso verità, nel senso che il sistema previdenziale è particolarmente generoso (soprattutto in passato, oggi un po' meno) nei confronti degli attuali pensionati mentre destina meno risorse ai giovani che lavorano. Questo di principio. Il tema da voi sollevato in queste pagine è diverso ed attiene non solo e non tanto alla gestione degli anziani con forti problematicità (disabilità o semplice senilità) quanto all'invecchiamento generalizzato della popolazione, che comporta da un lato minori entrate fiscali (ci sono pochi giovani e quindi pochi contributi previdenziali, poche entrate irpef e poco gettito iva) e dall'altro maggiori spese sul fronte sanitario e assistenziale. Prima o poi dovremo fare i conti con la realtà e comprendere che il sistema di welfare introdotto nel secondo dopoguerra è sostenibile solo con una popolazione mediamente giovane e non più in presenza di tassi di invecchiamento quali quelli attuali.
In secondo luogo, dal momento che non possiamo permetterci, come sistema-Paese, di investire troppe risorse nelle strutture socio-assistenziali, dobbiamo fare un passo indietro e rispolverare i modelli tradizionali, nei quali l'assistenza agli anziani era di pertinenza del nucleo familiare. Il che implica ripensare un po' lo stile di vita, soprattutto quello lavorativo, dando la possibilità a chi può di lavorare in modo più flessibile (penso soprattutto ad home e smart working) proprio per poter consentire a chi ha un genitore anziano o non autosufficiente di dedicarvi del tempo
 
Il che implica ripensare un po' lo stile di vita, soprattutto quello lavorativo, dando la possibilità a chi può di lavorare in modo più flessibile (penso soprattutto ad home e smart working) proprio per poter consentire a chi ha un genitore anziano o non autosufficiente di dedicarvi del tempo
Giusto, ma considera che l’aumento dell’età media grazie ai progressi della medicina e alla loro applicazione alla generalità della popolazione ha fatto e sta facendo emergere malattie e sindromi un tempo rare (perché generalmente si moriva prima della loro insorgenza o poco dopo), ma che assorbono moltissime energie.
Una demenza non è assolutamente gestibile in famiglia, ma anche un allettato permanentemente è molto complesso. Quando a novembre si era rotta il collo del femore, avevo osservato con attenzione il PS e una delle aree temporanee dove era stata sistemata in attesa del ricovero in reparto. Almeno tre quarti dei pazienti erano anziani o grandi anziani e più di qualcuno con “problemi cognitivi” più o meno gravi. Il vecchietto a fianco di mia mamma, ad esempio, con pressione massima a 60 e evidente stato confusionale, appena era lasciato un attimo solo si alzava per rivestirsi ed andare a casa, il personale correva su e giù per fermarlo e rimetterlo a letto, ma c’erano tanti altri casi seri o gravi da seguire.
Sono problemi grossi e complessi che aumenteranno e si aggraveranno nel tempo.
 
il che implica ripensare un po' lo stile di vita, soprattutto quello lavorativo, dando la possibilità a chi può di lavorare in modo più flessibile (penso soprattutto ad home e smart working) proprio per poter consentire a chi ha un genitore anzi
Negli anni 60-70 e anche 80 quando non esistevano le "badanti" perlopiù immigrate clandestinamente e poi sfruttate al limite dello schiavismo grazie ad un quadro normativo ampiamente deficitario, non esisteva nemmeno la flessibilità degli orari lavorativi. Come si curavano gli anziani a casa? Semplicemente dedicando loro più tempo (oggi "libero") oppure grazie all'aiuto di parenti, cugini, la sorella "donna di carità" eccetera. Quella che si chiamava "solidarietà famigliare", probabilmente oggi dispersa su qualche nave da crociera fra tornei di burraco e selfie col comandante.
 
Ho appena incontrato un mio ex professore delle medie.
L'ha riconosciuto mio padre in realtà,io non ci sarei mai riuscito.
Avrà 120 anni cosa che mi fa sentire decisamente vecchio.
Io mi auguro di non campare troppo,non spero di morire giovane ma nemmeno di diventare centenario con tutto quello che comporta.
Anche perchè non ho figli e probabilmente non ne avrò,in pensione se esisterà ancora ci andrò a 80 anni,non vorrei passarne altri 20 abbandonato a me stesso.
 
Negli anni 60-70 e anche 80 quando non esistevano le "badanti" perlopiù immigrate clandestinamente e poi sfruttate al limite dello schiavismo grazie ad un quadro normativo ampiamente deficitario, non esisteva nemmeno la flessibilità degli orari lavorativi. Come si curavano gli anziani a casa? Semplicemente dedicando loro più tempo (oggi "libero") oppure grazie all'aiuto di parenti, cugini, la sorella "donna di carità" eccetera. Quella che si chiamava "solidarietà famigliare", probabilmente oggi dispersa su qualche nave da crociera fra tornei di burraco e selfie col comandante.
La cura di bambini ed anziani, nel modello tradizionale, era di pertinenza femminile. Le donne non lavoravano e si dedicavano, appunto, alla famiglia intesa in senso ampio. Ora le donne lavorano e conducono vite simili a quelle degli uomini, com'è giusto che sia, e quindi si pone il problema della cura familiare con il risultato che di figli se ne fanno pochi (e quando si fanno la loro gestione diventa onerosa e complicata) e per gli anziani si pongono i problemi di cui stiamo discutendo. Per questo dico che la società dovrebbe ridiscutere alcuni modelli, ivi incluso quello che prevede di vivere sepolti in un ufficio 12 ore al giorno nella misura in cui non sia così indispensabile
 
Giusto, ma considera che l’aumento dell’età media grazie ai progressi della medicina e alla loro applicazione alla generalità della popolazione ha fatto e sta facendo emergere malattie e sindromi un tempo rare (perché generalmente si moriva prima della loro insorgenza o poco dopo), ma che assorbono moltissime energie.
Una demenza non è assolutamente gestibile in famiglia, ma anche un allettato permanentemente è molto complesso. Quando a novembre si era rotta il collo del femore, avevo osservato con attenzione il PS e una delle aree temporanee dove era stata sistemata in attesa del ricovero in reparto. Almeno tre quarti dei pazienti erano anziani o grandi anziani e più di qualcuno con “problemi cognitivi” più o meno gravi. Il vecchietto a fianco di mia mamma, ad esempio, con pressione massima a 60 e evidente stato confusionale, appena era lasciato un attimo solo si alzava per rivestirsi ed andare a casa, il personale correva su e giù per fermarlo e rimetterlo a letto, ma c’erano tanti altri casi seri o gravi da seguire.
Sono problemi grossi e complessi che aumenteranno e si aggraveranno nel tempo.
Sono d'accordo, infatti la soluzione più indicata è quella di gestire le risorse in modo più lungimirante, ma qui il discorso si fa lungo ed esula dai limiti di questo topic
 
Ora le donne lavorano e conducono vite simili a quelle degli uomini, com'è giusto che sia

Sono parzialmente d'accordo.
Ne ho parlato spesso con alcune donne lavoratrici ed è venuto fuori che il nostro,intendo come paese,concetto di parità tra i sessi è fare in modo che le donne debbano fare anche quello che prima spettava agli uomini.
Ma senza essere sollevate dal carico di lavoro che,per moltissimi uomini anche giovani,spetta esclusivamente alle donne.
Ci sono ovviamente tante eccezioni ma purtroppo in molti casi la parità non ha portato grandi benefici alle donne che prima si dovevano occupare della casa e della famiglia (o in tanti casi servire letteralmente il proprio uomo).
E oggi devono lavorare e occuparsi della casa e della famiglia (e in qualche caso ancora servire letteralmente il proprio uomo).
 
A tal proposito non tanto tempo fa ho visto un cliente che quando la moglie si è ammalata l'ha assistita a casa per diversi anni senza volerla mai mettere in una rsa.
Un esempio simile ancora oggi sembra qualcosa di eccezionale.
Ma di donne che hanno assistito (per scelta o perchè non avevano la possibilità di pagare una badante o una struttura apposita) i mariti malati per anni quante ce ne sono?
Probabilmente ognuno di noi ne conosce qualche decina.
Sarà perchè gli uomini si ammalano di più o perchè le donne se ne fregano di meno?
Un'altra cliente da poco ha preso una badante per la madre a cui è stato diagnosticato il morbo di alzheimer,in fase iniziale quindi è ancora gestibile.
Eppure il padre è un settantenne attivo ma,parole della figlia,non ha pazienza o voglia di starle dietro.
Lo capisco per carità,io ho assistito delle persone che stavano male in passato e non so se lo rifarei.
Però noi uomini dobbiamo ammettere che tale onere molto spesso,quasi sempre,ricade solo sulle donne anche se si parla di parità.
 
Un'altra cliente da poco ha preso una badante per la madre a cui è stato diagnosticato il morbo di alzheimer,in fase iniziale quindi è ancora gestibile.
Eppure il padre è un settantenne attivo ma,parole della figlia,non ha pazienza o voglia di starle dietro
No, con le malattie neurodegenerative non ce ka fai, non ci riesci prorpio. Il personale di una RSA fa il suo turno ed una finito ha una sua vita fuori, senza contare che gli ospti sono "terzi", non sono propri cari. Stare in casa H24 (perché non li puoi lasciare solo nemmeno un attimo) con un tuo caro affetto da queste patologie ne esci pazzo dopo una settimana.

Considera che io stesso ho dovuto optare per la casa di riposo in quanto delle due badanti che si turnavano, una è andata in crisi dopo pochi mesi e le sue sostitute scappavano dopo il primo turno. Per fortuna la prima ha retto fino a che non sono riuscito a combinare l'ingresso in struttura, e la malattia non era ancora così grave.

La dottoressa che l'ha seguito nel suo ultimo ricovero, mi aveva detto testualmente: "da medico, prefeirei di gran lunga lottare contro un cancro che avere questa patologia con gli annessi e connessi".
 
No, con le malattie neurodegenerative non ce ka fai, non ci riesci prorpio. Il personale di una RSA fa il suo turno ed una finito ha una sua vita fuori, senza contare che gli ospti sono "terzi", non sono propri cari. Stare in casa H24 (perché non li puoi lasciare solo nemmeno un attimo) con un tuo caro affetto da queste patologie ne esci pazzo dopo una settimana.

Considera che io stesso ho dovuto optare per la casa di riposo in quanto delle due badanti che si turnavano, una è andata in crisi dopo pochi mesi e le sue sostitute scappavano dopo il primo turno. Per fortuna la prima ha retto fino a che non sono riuscito a combinare l'ingresso in struttura, e la malattia non era ancora così grave.

La dottoressa che l'ha seguito nel suo ultimo ricovero, mi aveva detto testualmente: "da medico, prefeirei di gran lunga lottare contro un cancro che avere questa patologia con gli annessi e connessi".

La signora in questione è all'inizio della malattia.
Per ora è gestibilissima per fortuna,il peggio deve ancora venire.
Resta il fatto che una donna finchè può assiste i propri cari di persona,un uomo (con le dovute eccezioni ovviamente) difficilmente invece è disposto a fare un sacrificio del genere.
 
Più o meno in argomento vorrei esternare una mia perplessità,magari qualcuno sa rispondere alla mia domanda.
Si parla sempre di disparità dei salari e del fatto che le donne a parità di mansioni guadagnano meno.
Ma come si fanno i confronti?
Perchè a me è capitato di conoscere persone che lavoravano per grandi aziende e che io sappia il cassiere guadagnava quanto la cassiera all'ora.
Idem per i camerieri e le cameriere.
Cioè all'interno della stessa azienda mi è sempre sembrato difficile immaginare che due persone che ricoprono la stessa mansione possano avere buste paga diverse in base al sesso.
Non è che nel fare il confronto prendono come esempi persone che lavorano per aziende diverse e che apparentemente ricoprono ruoli paragonabili?
Perchè credo che sia lecito pensare che ci sia ancora una certa difficoltà per le donne nel fare carriera ma non mi pare credibile che un'azienda che cerca una figura da inserire nel proprio organico offra cifre diverse a seconda che il candidato sia uomo o donna.
 
erchè credo che sia lecito pensare che ci sia ancora una certa difficoltà per le donne nel fare carriera ma non mi pare credibile che un'azienda che cerca una figura da inserire nel proprio organico offra cifre diverse a seconda che il candidato sia uomo o donna.
A prescindere dal fatto che le statistiche escono dai redditi senza tener conto dei ruoli, e precisando che, come be ndici, le donne possono avere difficoltà ad accedere a determinate carriere, considera che in molti casi quando un'azienda vuole una determinata persona si ragiona sempre in termini di inquadramento CCNL più assegno ad personam (assorbibile o meno) più pacchetto di benefit.

Richiamando l'esempio del supermercato, gli addetti base (quelli che si alternano tra casse e scaffali) ovviamente avranno tutti lo stesso inquadramento e stipendio, ma se uno ad esempio è disposto a coprire i turni più pesanti, avrà un trattamento migliore, mentre per assumere il macellaio o il responsabile del medesimo supermercato si apre una trattativa caso per caso. Dico macellaio perché guadagna ben più dei suoi colleghi, ma ha orari molto particolari e non semplici da gestire.
 
Sicuramente anche il discorso degli orari ha il suo peso.
Credo che sia più facile ad esempio che un uomo accetti di fare gli straordinari rispetto a una donna che se ha una casa e dei bambini da badare non vorrà arrivare a casa tardi la sera.
 
Giusto, ma considera che l’aumento dell’età media grazie ai progressi della medicina e alla loro applicazione alla generalità della popolazione ha fatto e sta facendo emergere malattie e sindromi un tempo rare (perché generalmente si moriva prima della loro insorgenza o poco dopo), ma che assorbono moltissime energie.
Una demenza non è assolutamente gestibile in famiglia, ma anche un allettato permanentemente è molto complesso. Quando a novembre si era rotta il collo del femore, avevo osservato con attenzione il PS e una delle aree temporanee dove era stata sistemata in attesa del ricovero in reparto. Almeno tre quarti dei pazienti erano anziani o grandi anziani e più di qualcuno con “problemi cognitivi” più o meno gravi. Il vecchietto a fianco di mia mamma, ad esempio, con pressione massima a 60 e evidente stato confusionale, appena era lasciato un attimo solo si alzava per rivestirsi ed andare a casa, il personale correva su e giù per fermarlo e rimetterlo a letto, ma c’erano tanti altri casi seri o gravi da seguire.
Sono problemi grossi e complessi che aumenteranno e si aggraveranno nel tempo.


Aggiungo
solamente la differenza
( ovviamente non nella totalita' )
fra le famiglie di oggi e quelle degli anni '50....
Allora le famiglie erano composte di almeno 5, se non 6 persone,
per cui l' assistenza " in domi " non mancava.
Anzi, era praticamente la regola.

Oggi

??

Lasciamo perdere....
( stiamo di media a 2,4 componenti )
 
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