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Un paese di poveracci

Le nuove generazioni? A me fanno nervoso.
Porto un esempio: la mia azienda a fine estate ha aperto delle posizioni per un disegnatore CAD junior.
Arriva Luca, fresco di diploma conseguito a Luglio. Conosce il CAD quel poco che la scuola gli ha insegnato. Si impiega da noi a inizi Ottobre, precisamente di lunedì 2. Dopo 4 giorni, nel giovedì, esce dall'ufficio e va in ufficio personale per il solito incontro di routine riservato ai nuovi arrivi.
"Come va Luca?" gli chiedono. Risposta "non male ma questa non è la vita che fa per me". Al che le HR gli dicono "ma tu sai che con questa risposta io devo considerare che il nostro rapporto possa finire molto presto vero?". Risponde con "Va bene, se non dispiace non proseguo e sto a casa da domani". E così è stato.
Assicuro che qui l'ambiente lavorativo è idilliaco (ho girato aziende e so cosa significa un ambiente di M...). Stava facendo quello per cui ha studiato partendo da un livello alto (di solito uno si sporca un po' le mani prima no?). invece, al QUARTO giorno di lavoro della sua vita, ha detto "non fa per me".
Spiegatemi, dico sa dovrei preoccuparmi?
perchè ti fanno nervoso scusa?
non facciamo altro che lamentare che gli stipendi sono bassi e non idonei a mantenere un adeguato stile di vita e pretendiamo che i giovani sacrifichino la loro vita al lavoro?
Sarebbe un controsenso.
Questi giovani forse sono più svegli della generazione precedente e pretendono giustamente di più.
Non li paragono a Boomers o Generazione X che erano motivati da esigenze diverse, ma contestualizzando la condizione dei giovani oggi è giusto che chiedano più sostenibilità del carico lavorativo.

Peraltro questi giovani stanno ottenendo dei risultati concreti più della generazione Millennials che accettava tirocini infiniti e lavori sottopagati.
Gli stipendi di accesso al lavoro oggi sono molto migliori di 10 anni fa e sotto al 40% di smart working non considerano nemmeno le offerte lavorative.
Questo sul medio periodo spingerà inevitabilmente le aziende a dover rivedere al rialzo i propri pacchetti retributivi sia per quanto concerne la ral ma anche formazione ed attenzione alla qualità dell'ambiente lavorativo
 
Le nuove generazioni? A me fanno nervoso.
Porto un esempio: la mia azienda a fine estate ha aperto delle posizioni per un disegnatore CAD junior.
Arriva Luca, fresco di diploma conseguito a Luglio. Conosce il CAD quel poco che la scuola gli ha insegnato. Si impiega da noi a inizi Ottobre, precisamente di lunedì 2. Dopo 4 giorni, nel giovedì, esce dall'ufficio e va in ufficio personale per il solito incontro di routine riservato ai nuovi arrivi.
"Come va Luca?" gli chiedono. Risposta "non male ma questa non è la vita che fa per me". Al che le HR gli dicono "ma tu sai che con questa risposta io devo considerare che il nostro rapporto possa finire molto presto vero?". Risponde con "Va bene, se non dispiace non proseguo e sto a casa da domani". E così è stato.
Assicuro che qui l'ambiente lavorativo è idilliaco (ho girato aziende e so cosa significa un ambiente di M...). Stava facendo quello per cui ha studiato partendo da un livello alto (di solito uno si sporca un po' le mani prima no?). invece, al QUARTO giorno di lavoro della sua vita, ha detto "non fa per me".
Spiegatemi, dico sa dovrei preoccuparmi?

Di ragione hai ragione, ma ti dico io di cosa preoccuparsi: del perché le nuove generazioni sono così ...

E azzardo anche una risposta; la colpa è della mia generazione (e dintorni) che non è stata capace di crescerà i loro figli con la cultura del lavoro
 
Poi magari i ragazzi che hanno volontà e voglia di fare non vengono selezionati ...
O fanno qualsiasi lavoro pur di tirare su qualcosa.

Per fortuna ci sono anche loro ... nei cantieri che frequento, ci sono dei 20-25 che non hanno problemi a fare lavori pesanti, e sono tutti figli d'arte ... conosco i genitori, dei grandi lavoratori.
 
Ma scusate, vi giro la domanda: immaginiamo vostro figlio, diplomato in una scuola professionale, che trova come primo lavoro un impiego a carattere impiegatizio, in azienda SANA, con possibilità di viaggiare, crescere etc. E' a 10 minuti da casa, fa 8/17 ed ha le ferie da grande industria (natale ed agosto non si muove dito).
Al 4 giorno si siede a cena con voi e vi dice che si è licenziato perchè non è il lavoro che fa per lui.

Toglietemi la curiosità: cosa rispondete?

Mio figlio si prenderebbe un calcio nel sedere, ma sono pronto a scommettere che non lo farà, anche perché il fallimento non sarebbe (solo) suo, ma anche mio nel ruolo di educatore.
 
Io invece temo che dietro ci fosse una famiglia in cui a cena i termini fossero "se non ti piace lascia".
E' il risultato dei genitori che vanno a lamentarsi con le maestre perchè si è alzato la voce con il bambino, che si lamentano della mensa dei figli per poi fargli i 4 salti in padella a casa, che vanno ai colloqui di lavoro seduti accanto a loro per essere sicuri non ci siano fregature.

Quindi, per tornare al punto di partenza, io penso al mio stipendio, a godermi la mia vita. A loro che ci pensino loro come noi abbiamo pensato a noi.

Guarda che stiamo dicendo le stesse cose, e quando parlo dinpensare al futuro delle nuove generazioni, mi riferisco principalmente a educarli correttamente, non certo a cercare di lasciargli la strada spianata per fare i vagabondi ...
 
Comunque è vero quello che dite su una certa discrepanza tra stile di vita che si vede e i dati di cui sopra. È sempre il miracolo italiano?
 
Anche io vedo discrepanze ma tirare conclusioni mi appare difficile se non in casi eclatanti. Mi spiego, io per esempio ora sulle macchina ci spendo 0 , non mi va più di spenderci soldi visto che non la uso praticamente mai, di contempo in estate mi faccio 2 settimane di vacanze abbastanza agiate e comode, chi vedesse solo questa mia seconda parte potrebbe dire che chissà come riesco a farmi le vacanze mentre tanta altra gente resta in città. E' un poco difficile fare i conti in tasca alla gente senza avere una conoscenza approfondita del loro stile di vita
 
Concordo sul fatto che gli interessi personali possano determinare alcune situazioni di criticità. Tuttavia non potersi permettere un'auto da 15.000€ ogni 10 anni è un problema. Secondo me il problema esiste già nel momento in cui per farlo la devo finanziare, generando inevitabili extracosti.
Io relazionerei tutto al necessario in forma base.
 
Con la tecnologia odierna mi sembra impossibile non si possa trovare un algoritmo che accenda la luce sull'evasione. Alla fine si parla di numeri, entra X, esce Y. Si possono includere eredità, rendite, esborsi, donazioni etc. Si può tracciare tutto.

Gli algoritmi riescono a capire cosa farci vedere su un telefonino e quando, vuoi che non si possa creare una rete dati tra banche, inps, inail, etc etc? O vogliamo nasconderci dietro la privacy?
 
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