<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> tutto quello che avreste voluto sapere sull'affare Fiat Chrysler e non.... | Il Forum di Quattroruote

tutto quello che avreste voluto sapere sull'affare Fiat Chrysler e non....

Ancora Consumer Reports, nel suo numero dedicato alle auto per il 2009, ammonisce i lettori a non comprare né Chrysler, né Dodge, né Suv. Edmundfs.com, sito di vendita auto usate on-line tra i più famosi d?America, ammonisce che la crisi di appeal e popolarità di Chrysler è talmente forte che offre sconti del 23% sul costo da concessionario contro il 16 delle altre marche. Significa che un minivan o un Suv Chrysler vengono offerti con 10mila dollari di sconto.

Insomma, Fiat sta acquisendo un?azienda le cui auto non vengono vendute quasi nemmeno se regalate. Si chiedeva ieri, tra il divertito e il preoccupato, il Daily Telegraph dopo aver interpellato Roy Golding, analista del mercato automobilistico: «Quanti in South Carolina o Oklahoma si compreranno una Fiat 500?». Già, quanti?

Poi, l?altra grande bufala: dall?operazione Fiat acquisirà la rete di distributori di Chrysler per entrare nel mercato americano. Bugia, almeno in parte e questo spiegherebbe l?immediato attivismo tedesco di Marchionne che fiutata la fregatura targata Obama sta cercando l?opzione aggregative Opel sperando nei fondi statali tedeschi (e proprio in vista di questa ipotesi il sindacato dei metalmeccanici IgMetall ha già preannunciato battaglia durissima e minaccia il governo Merkel, alle prese con le elezioni politiche a settembre).

Soltanto nel mese di aprile sono stati chiusi quarantacinque concessionari Chrysler e nelle prossime settimane questo numero è destinato a salire esponenzialmente per un semplice dettaglio che nessuno sembra aver notato: l?essere terminata in amministrazione controllata sotto il chapter 11 consente a Chrysler, in virtù dell?obbligo di riduzione di costi e spese, di tagliare a dismisura tra i concessionari senza incorrere nella legge Usa sulla franchigia. In totale l?azienda ha 3150 dealers ma ne metterà sul mercato, entro pochi mesi, fino a 1500.

Questo significa meno presenza sul territorio, vendita a prezzo di saldo per necessità di liquidi e quindi l?assalto dei concorrenti pronti a cannibalizzare e ulteriore disaffezione visto che in un regime di libera offerta se il concessionario della mia auto era a quindici minuti e ora, in virtù delle chiusure, il più vicino è a quarantacinque minuti quando non un?ora, cambio modello e punto oltre che sulla qualità e la convenienza anche sulla capillarità del servizio di assistenza.
v Ma cosa volete, ora in Italia si vola in alto, la Fiat conquista il mondo dopo anni di decadenza, mica si può star lì a perdere tempo con i conti della serva sul numero dei concessionari. A Londra invece, per connaturato spirito mercantile, i conti si fanno sempre. E a conti fatti Fiat in Europa come in Sud America, dove viene venduta, non scoppia esattamente di salute come dato di vendite. Né il brand-madre, né la controllata Alfa Romeo.
v La rivista in difesa dei consumatori Which?, parla infatti riguardo a Fiat della «necessità di muoversi e in fretta dall?ultima posizione della classifica da dove langue da molti anni». Di più, un sondaggio tra i proprietari di Fiat nel Regno Unito condotto da J.D. Power e dalla rivista What Car? pone Fiat alla ventottesima posizione, l?ultima, nell?Indice di soddisfazione 2008 per quanto riguarda auto con due anni di età: la qualità incideva del 30% sul punteggio finale. E pensate che un consumatore americano, scottato dalla bancarotta, troverà di nuovo appetibile Chrysler per i bei maglioncini blu di Sergio Marchionne?

Chiedetelo al capo della divisione automotive di Ernst&Young, il quale cinque giorni fa diceva chiaramente dalle colonne della free-press finanziaria londinese CityAm che «la volontà dei cittadini americani di comprare ancora Chrysler, almeno in base agli studi in nostro possesso, è ancora tutta da valutare ma certamente non lascia sperare per il meglio».

Nel 1998 Mercedes diede vita a una fusione con Chrysler e il management dell?epoca disse che l?operazione avrebbe fruttato 30 miliardi di dollari. Cifra che, invece, fu la perdita netta patita dalla casa di Stoccarda quando scappò da quel matrimonio infernale nel 2007. Ma si sa, Fiat vuol dire successo e quindi la storia non si ripeterà.

Non la pensa così il professor Gerald Rhys, esperto di mercato automobilistico e docente universitario a Oxford, secondo cui la possibilità che il combinato Fiat-Opel-Chrysler possa sopravvivere al mercato e diventare un grande player «è meno del 50%. Questa operazione mi ricorda quella terribile follia industriale che fu la politica britannica di fusione selvaggia degli anni Sessanta che diede vita a quel disastro dal nome di Rover». La quale, come si sa, è costata molto cara alla brama di Rover, dominio di Bmw. Ora tornino a squillare le trombe. E scusate per il disturbo.

Mauro Bottarelli
Fonte: www.ilsussidiario.net
 
Anche io ho molte perplessità sull'acquisizione di Chrysler; se fosse una collaborazione redditizia, Mercedes non l'avrebbe abbandonata. Ma staremo a vedere cosa succederà nei prossimi anni, spero che alla fine abbia ragione Marchionne
 
giacomogiuseppe ha scritto:
Ancora Consumer Reports, nel suo numero dedicato alle auto per il 2009, ammonisce i lettori a non comprare né Chrysler, né Dodge, né Suv. Edmundfs.com, sito di vendita auto usate on-line tra i più famosi d?America, ammonisce che la crisi di appeal e popolarità di Chrysler è talmente forte che offre sconti del 23% sul costo da concessionario contro il 16 delle altre marche. Significa che un minivan o un Suv Chrysler vengono offerti con 10mila dollari di sconto.

Insomma, Fiat sta acquisendo un?azienda le cui auto non vengono vendute quasi nemmeno se regalate. Si chiedeva ieri, tra il divertito e il preoccupato, il Daily Telegraph dopo aver interpellato Roy Golding, analista del mercato automobilistico: «Quanti in South Carolina o Oklahoma si compreranno una Fiat 500?». Già, quanti?

Poi, l?altra grande bufala: dall?operazione Fiat acquisirà la rete di distributori di Chrysler per entrare nel mercato americano. Bugia, almeno in parte e questo spiegherebbe l?immediato attivismo tedesco di Marchionne che fiutata la fregatura targata Obama sta cercando l?opzione aggregative Opel sperando nei fondi statali tedeschi (e proprio in vista di questa ipotesi il sindacato dei metalmeccanici IgMetall ha già preannunciato battaglia durissima e minaccia il governo Merkel, alle prese con le elezioni politiche a settembre).

Soltanto nel mese di aprile sono stati chiusi quarantacinque concessionari Chrysler e nelle prossime settimane questo numero è destinato a salire esponenzialmente per un semplice dettaglio che nessuno sembra aver notato: l?essere terminata in amministrazione controllata sotto il chapter 11 consente a Chrysler, in virtù dell?obbligo di riduzione di costi e spese, di tagliare a dismisura tra i concessionari senza incorrere nella legge Usa sulla franchigia. In totale l?azienda ha 3150 dealers ma ne metterà sul mercato, entro pochi mesi, fino a 1500.

Questo significa meno presenza sul territorio, vendita a prezzo di saldo per necessità di liquidi e quindi l?assalto dei concorrenti pronti a cannibalizzare e ulteriore disaffezione visto che in un regime di libera offerta se il concessionario della mia auto era a quindici minuti e ora, in virtù delle chiusure, il più vicino è a quarantacinque minuti quando non un?ora, cambio modello e punto oltre che sulla qualità e la convenienza anche sulla capillarità del servizio di assistenza.
v Ma cosa volete, ora in Italia si vola in alto, la Fiat conquista il mondo dopo anni di decadenza, mica si può star lì a perdere tempo con i conti della serva sul numero dei concessionari. A Londra invece, per connaturato spirito mercantile, i conti si fanno sempre. E a conti fatti Fiat in Europa come in Sud America, dove viene venduta, non scoppia esattamente di salute come dato di vendite. Né il brand-madre, né la controllata Alfa Romeo.
v La rivista in difesa dei consumatori Which?, parla infatti riguardo a Fiat della «necessità di muoversi e in fretta dall?ultima posizione della classifica da dove langue da molti anni». Di più, un sondaggio tra i proprietari di Fiat nel Regno Unito condotto da J.D. Power e dalla rivista What Car? pone Fiat alla ventottesima posizione, l?ultima, nell?Indice di soddisfazione 2008 per quanto riguarda auto con due anni di età: la qualità incideva del 30% sul punteggio finale. E pensate che un consumatore americano, scottato dalla bancarotta, troverà di nuovo appetibile Chrysler per i bei maglioncini blu di Sergio Marchionne?

Chiedetelo al capo della divisione automotive di Ernst&Young, il quale cinque giorni fa diceva chiaramente dalle colonne della free-press finanziaria londinese CityAm che «la volontà dei cittadini americani di comprare ancora Chrysler, almeno in base agli studi in nostro possesso, è ancora tutta da valutare ma certamente non lascia sperare per il meglio».

Nel 1998 Mercedes diede vita a una fusione con Chrysler e il management dell?epoca disse che l?operazione avrebbe fruttato 30 miliardi di dollari. Cifra che, invece, fu la perdita netta patita dalla casa di Stoccarda quando scappò da quel matrimonio infernale nel 2007. Ma si sa, Fiat vuol dire successo e quindi la storia non si ripeterà.

Non la pensa così il professor Gerald Rhys, esperto di mercato automobilistico e docente universitario a Oxford, secondo cui la possibilità che il combinato Fiat-Opel-Chrysler possa sopravvivere al mercato e diventare un grande player «è meno del 50%. Questa operazione mi ricorda quella terribile follia industriale che fu la politica britannica di fusione selvaggia degli anni Sessanta che diede vita a quel disastro dal nome di Rover». La quale, come si sa, è costata molto cara alla brama di Rover, dominio di Bmw. Ora tornino a squillare le trombe. E scusate per il disturbo.

Mauro Bottarelli
Fonte: www.ilsussidiario.net
Questo Bottarelli dice anche delle grandi minchiate nell'articolo che non hai riportato.
 
Maxetto ha scritto:
giacomogiuseppe ha scritto:
Ancora Consumer Reports, nel suo numero dedicato alle auto per il 2009, ammonisce i lettori a non comprare né Chrysler, né Dodge, né Suv. Edmundfs.com, sito di vendita auto usate on-line tra i più famosi d?America, ammonisce che la crisi di appeal e popolarità di Chrysler è talmente forte che offre sconti del 23% sul costo da concessionario contro il 16 delle altre marche. Significa che un minivan o un Suv Chrysler vengono offerti con 10mila dollari di sconto.

Insomma, Fiat sta acquisendo un?azienda le cui auto non vengono vendute quasi nemmeno se regalate. Si chiedeva ieri, tra il divertito e il preoccupato, il Daily Telegraph dopo aver interpellato Roy Golding, analista del mercato automobilistico: «Quanti in South Carolina o Oklahoma si compreranno una Fiat 500?». Già, quanti?

Poi, l?altra grande bufala: dall?operazione Fiat acquisirà la rete di distributori di Chrysler per entrare nel mercato americano. Bugia, almeno in parte e questo spiegherebbe l?immediato attivismo tedesco di Marchionne che fiutata la fregatura targata Obama sta cercando l?opzione aggregative Opel sperando nei fondi statali tedeschi (e proprio in vista di questa ipotesi il sindacato dei metalmeccanici IgMetall ha già preannunciato battaglia durissima e minaccia il governo Merkel, alle prese con le elezioni politiche a settembre).

Soltanto nel mese di aprile sono stati chiusi quarantacinque concessionari Chrysler e nelle prossime settimane questo numero è destinato a salire esponenzialmente per un semplice dettaglio che nessuno sembra aver notato: l?essere terminata in amministrazione controllata sotto il chapter 11 consente a Chrysler, in virtù dell?obbligo di riduzione di costi e spese, di tagliare a dismisura tra i concessionari senza incorrere nella legge Usa sulla franchigia. In totale l?azienda ha 3150 dealers ma ne metterà sul mercato, entro pochi mesi, fino a 1500.

Questo significa meno presenza sul territorio, vendita a prezzo di saldo per necessità di liquidi e quindi l?assalto dei concorrenti pronti a cannibalizzare e ulteriore disaffezione visto che in un regime di libera offerta se il concessionario della mia auto era a quindici minuti e ora, in virtù delle chiusure, il più vicino è a quarantacinque minuti quando non un?ora, cambio modello e punto oltre che sulla qualità e la convenienza anche sulla capillarità del servizio di assistenza.
v Ma cosa volete, ora in Italia si vola in alto, la Fiat conquista il mondo dopo anni di decadenza, mica si può star lì a perdere tempo con i conti della serva sul numero dei concessionari. A Londra invece, per connaturato spirito mercantile, i conti si fanno sempre. E a conti fatti Fiat in Europa come in Sud America, dove viene venduta, non scoppia esattamente di salute come dato di vendite. Né il brand-madre, né la controllata Alfa Romeo.
v La rivista in difesa dei consumatori Which?, parla infatti riguardo a Fiat della «necessità di muoversi e in fretta dall?ultima posizione della classifica da dove langue da molti anni». Di più, un sondaggio tra i proprietari di Fiat nel Regno Unito condotto da J.D. Power e dalla rivista What Car? pone Fiat alla ventottesima posizione, l?ultima, nell?Indice di soddisfazione 2008 per quanto riguarda auto con due anni di età: la qualità incideva del 30% sul punteggio finale. E pensate che un consumatore americano, scottato dalla bancarotta, troverà di nuovo appetibile Chrysler per i bei maglioncini blu di Sergio Marchionne?

Chiedetelo al capo della divisione automotive di Ernst&Young, il quale cinque giorni fa diceva chiaramente dalle colonne della free-press finanziaria londinese CityAm che «la volontà dei cittadini americani di comprare ancora Chrysler, almeno in base agli studi in nostro possesso, è ancora tutta da valutare ma certamente non lascia sperare per il meglio».

Nel 1998 Mercedes diede vita a una fusione con Chrysler e il management dell?epoca disse che l?operazione avrebbe fruttato 30 miliardi di dollari. Cifra che, invece, fu la perdita netta patita dalla casa di Stoccarda quando scappò da quel matrimonio infernale nel 2007. Ma si sa, Fiat vuol dire successo e quindi la storia non si ripeterà.

Non la pensa così il professor Gerald Rhys, esperto di mercato automobilistico e docente universitario a Oxford, secondo cui la possibilità che il combinato Fiat-Opel-Chrysler possa sopravvivere al mercato e diventare un grande player «è meno del 50%. Questa operazione mi ricorda quella terribile follia industriale che fu la politica britannica di fusione selvaggia degli anni Sessanta che diede vita a quel disastro dal nome di Rover». La quale, come si sa, è costata molto cara alla brama di Rover, dominio di Bmw. Ora tornino a squillare le trombe. E scusate per il disturbo.

Mauro Bottarelli
Fonte: www.ilsussidiario.net
Questo Bottarelli dice anche delle grandi minchiate nell'articolo che non hai riportato.
non saprei....se sono "minchiate" non c'è da preoccuparsi
 
che l'operazione Chrysler sia rischiosa è lapalissiano
comunque sto "giacomogiuseppe" dai vari post che ho letto mi
sembra che non cerchi altro che spunti per mettere in discussione
sempre "in negativo" qualsiasi prodotto o mossa del gruppo Fiat
mah?
 
napocapo ha scritto:
che l'operazione Chrysler sia rischiosa è lapalissiano
comunque sto "giacomogiuseppe" dai vari post che ho letto mi
sembra che non cerchi altro che spunti per mettere in discussione
sempre "in negativo" qualsiasi prodotto o mossa del gruppo Fiat
mah?
Ma davvero ti ha dato questa impressione? Strano :D :D
 
Andatelo a leggere tutto quell'articolo. Il giornalista è arrivato a scrivere che Volkswagen e Toyota condividono il pianale dell'Avensis e che Fiat ed Opel non condividono niente.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :? :? :? :? :? :? :thumbdown:

Sulla parte finanziaria non so, ma se il giornalista valuta le sue fonti finanziarie come quelle industriali non credo che quest'articolo valga qualcosa. Fortunatamente su ilsussudiario.net ci sono altri articoli di giudizio su Fiat molto più oggettivi e comunque non superficiali. Vi consiglio di leggerveli.
 
napocapo ha scritto:
che l'operazione Chrysler sia rischiosa è lapalissiano
comunque sto "giacomogiuseppe" dai vari post che ho letto mi
sembra che non cerchi altro che spunti per mettere in discussione
sempre "in negativo" qualsiasi prodotto o mossa del gruppo Fiat
mah?

"sto" giacomogiuseppe (come dici tu) è uno dei "vecchi" del forum.
credo di accazzottarmi con cui dal 2004
e "provoca"e mette in dibbio dei comportamenti "fiattisti" è comunque un bene
parlare non fa mai male
anzi
apre la mente (se c'è volontà di aprirla)
condivido alcune perplessità sull'affare ma anche su alcuni passi dell'articolo citato
saluti
 
giacomogiuseppe ha scritto:
Ancora Consumer Reports, nel suo numero dedicato alle auto per il 2009, ammonisce i lettori a non comprare né Chrysler, né Dodge, né Suv. Edmundfs.com, sito di vendita auto usate on-line tra i più famosi d?America, ammonisce che la crisi di appeal e popolarità di Chrysler è talmente forte che offre sconti del 23% sul costo da concessionario contro il 16 delle altre marche. Significa che un minivan o un Suv Chrysler vengono offerti con 10mila dollari di sconto.

Insomma, Fiat sta acquisendo un?azienda le cui auto non vengono vendute quasi nemmeno se regalate. Si chiedeva ieri, tra il divertito e il preoccupato, il Daily Telegraph dopo aver interpellato Roy Golding, analista del mercato automobilistico: «Quanti in South Carolina o Oklahoma si compreranno una Fiat 500?». Già, quanti?

Poi, l?altra grande bufala: dall?operazione Fiat acquisirà la rete di distributori di Chrysler per entrare nel mercato americano. Bugia, almeno in parte e questo spiegherebbe l?immediato attivismo tedesco di Marchionne che fiutata la fregatura targata Obama sta cercando l?opzione aggregative Opel sperando nei fondi statali tedeschi (e proprio in vista di questa ipotesi il sindacato dei metalmeccanici IgMetall ha già preannunciato battaglia durissima e minaccia il governo Merkel, alle prese con le elezioni politiche a settembre).

Soltanto nel mese di aprile sono stati chiusi quarantacinque concessionari Chrysler e nelle prossime settimane questo numero è destinato a salire esponenzialmente per un semplice dettaglio che nessuno sembra aver notato: l?essere terminata in amministrazione controllata sotto il chapter 11 consente a Chrysler, in virtù dell?obbligo di riduzione di costi e spese, di tagliare a dismisura tra i concessionari senza incorrere nella legge Usa sulla franchigia. In totale l?azienda ha 3150 dealers ma ne metterà sul mercato, entro pochi mesi, fino a 1500.

Questo significa meno presenza sul territorio, vendita a prezzo di saldo per necessità di liquidi e quindi l?assalto dei concorrenti pronti a cannibalizzare e ulteriore disaffezione visto che in un regime di libera offerta se il concessionario della mia auto era a quindici minuti e ora, in virtù delle chiusure, il più vicino è a quarantacinque minuti quando non un?ora, cambio modello e punto oltre che sulla qualità e la convenienza anche sulla capillarità del servizio di assistenza.
v Ma cosa volete, ora in Italia si vola in alto, la Fiat conquista il mondo dopo anni di decadenza, mica si può star lì a perdere tempo con i conti della serva sul numero dei concessionari. A Londra invece, per connaturato spirito mercantile, i conti si fanno sempre. E a conti fatti Fiat in Europa come in Sud America, dove viene venduta, non scoppia esattamente di salute come dato di vendite. Né il brand-madre, né la controllata Alfa Romeo.
v La rivista in difesa dei consumatori Which?, parla infatti riguardo a Fiat della «necessità di muoversi e in fretta dall?ultima posizione della classifica da dove langue da molti anni». Di più, un sondaggio tra i proprietari di Fiat nel Regno Unito condotto da J.D. Power e dalla rivista What Car? pone Fiat alla ventottesima posizione, l?ultima, nell?Indice di soddisfazione 2008 per quanto riguarda auto con due anni di età: la qualità incideva del 30% sul punteggio finale. E pensate che un consumatore americano, scottato dalla bancarotta, troverà di nuovo appetibile Chrysler per i bei maglioncini blu di Sergio Marchionne?

Chiedetelo al capo della divisione automotive di Ernst&Young, il quale cinque giorni fa diceva chiaramente dalle colonne della free-press finanziaria londinese CityAm che «la volontà dei cittadini americani di comprare ancora Chrysler, almeno in base agli studi in nostro possesso, è ancora tutta da valutare ma certamente non lascia sperare per il meglio».

Nel 1998 Mercedes diede vita a una fusione con Chrysler e il management dell?epoca disse che l?operazione avrebbe fruttato 30 miliardi di dollari. Cifra che, invece, fu la perdita netta patita dalla casa di Stoccarda quando scappò da quel matrimonio infernale nel 2007. Ma si sa, Fiat vuol dire successo e quindi la storia non si ripeterà.

Non la pensa così il professor Gerald Rhys, esperto di mercato automobilistico e docente universitario a Oxford, secondo cui la possibilità che il combinato Fiat-Opel-Chrysler possa sopravvivere al mercato e diventare un grande player «è meno del 50%. Questa operazione mi ricorda quella terribile follia industriale che fu la politica britannica di fusione selvaggia degli anni Sessanta che diede vita a quel disastro dal nome di Rover». La quale, come si sa, è costata molto cara alla brama di Rover, dominio di Bmw. Ora tornino a squillare le trombe. E scusate per il disturbo.

Mauro Bottarelli
Fonte: www.ilsussidiario.net

Tutto quello che non hai detto: la FIAT dara' alla Crysler nuove tecnologie per la produzione di veicoli piu' piccoli e che consumano molto meno. Inoltre per quello che riguarda la rete di vendita Marchionne e' diventato l'amministratore delegato di Crysler e questo la dovrebbe dire lunga.

Regards,
The frog
 
Ottimo articolo, sul quale mi riservo solo un appunto (magari per errata traduzione)

giacomogiuseppe ha scritto:
....Non la pensa così il professor Gerald Rhys, esperto di mercato automobilistico e docente universitario a Oxford, secondo cui la possibilità che il combinato Fiat-Opel-Chrysler possa sopravvivere al mercato e diventare un grande player «è meno del 50%. Questa operazione mi ricorda quella terribile follia industriale che fu la politica britannica di fusione selvaggia degli anni Sessanta che diede vita a quel disastro dal nome di Rover». La quale, come si sa, è costata molto cara alla brama di Rover, dominio di Bmw. Ora tornino a squillare le trombe. E scusate per il disturbo.

Vero quanto marcato in neretto, ma in realta' il "megagruppone" si chiamava diversamente, prima BMC e poi la famigerata "British Leyland". Rover come marchio esisteva da molto prima, e andava anche 'benino'.
BL (specie dopo il Ryder Report) fu' la rovina dell'industria britannica ... un 'minestrone' dove si spaziava dalla Austin Allegro alla Jaguar XJ .... :?
Ma erano pero' altri tempi, con un mercato in espansione e dominato dalla ricerca e dalla competizione.
Oggi il 'downsizing' dell'intera industria automobilistica e' inevitabile.
 
napocapo ha scritto:
che l'operazione Chrysler sia rischiosa è lapalissiano
comunque sto "giacomogiuseppe" dai vari post che ho letto mi
sembra che non cerchi altro che spunti per mettere in discussione
sempre "in negativo" qualsiasi prodotto o mossa del gruppo Fiat
mah?

Che sia un operazione rischiosa non c'è dubbio, certo è che a rischio maggiore corrisponde ricompensa maggiore in caso di successo, io credo che sia un operazion emolto vantaggiosa per Fiat che le apre tutto il mercato dell'america del nord e parte del sud
 
:evil:
napocapo ha scritto:
che l'operazione Chrysler sia rischiosa è lapalissiano
comunque sto "giacomogiuseppe" dai vari post che ho letto mi
sembra che non cerchi altro che spunti per mettere in discussione
sempre "in negativo" qualsiasi prodotto o mossa del gruppo Fiat
mah?

Te ne stai accorgendo adesso ?? io non leggo più quello che scrive,
ma poi devo leggere quello che scrive chi si crede più furbo di Marchionne ??
preferisco le avventure di Topolino, sono più intelligenti....
 
iCastm ha scritto:
Andatelo a leggere tutto quell'articolo. Il giornalista è arrivato a scrivere che Volkswagen e Toyota condividono il pianale dell'Avensis e che Fiat ed Opel non condividono niente.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :? :? :? :? :? :? :thumbdown:

.

E' tutto vero. :D Vediamo in dettaglio cosa scrive l'espertone scelto da morbius:

"...L&#8217;unione Toyota-Volkswagen funziona a livello globale perché le piattaforme di produzione sono le stesse sia per l&#8217;Audi A6 che per la Skoda Superb che per la Toyota Avensis. Fiat non condivide nessuna piattaforma produttiva con Chrysler né tantomeno con Opel. .."

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26091&PHPSESSID=1834b5b49f07ad0f73c418d7d8638dda

Da non credere. Morbius, devo dire che hai un particolare fiuto per scovare somari patentati.
Chi di blog ferisce, di blog perisce. Morbius...morbius...
 
Klain ha scritto:
iCastm ha scritto:
Andatelo a leggere tutto quell'articolo. Il giornalista è arrivato a scrivere che Volkswagen e Toyota condividono il pianale dell'Avensis e che Fiat ed Opel non condividono niente.
:shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :shock: :? :? :? :? :? :? :thumbdown:

.

E' tutto vero. :D Vediamo in dettaglio cosa scrive l'espertone scelto da morbius:

"...L&#8217;unione Toyota-Volkswagen funziona a livello globale perché le piattaforme di produzione sono le stesse sia per l&#8217;Audi A6 che per la Skoda Superb che per la Toyota Avensis. Fiat non condivide nessuna piattaforma produttiva con Chrysler né tantomeno con Opel. .."

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=26091&PHPSESSID=1834b5b49f07ad0f73c418d7d8638dda

Da non credere. Morbius, devo dire che hai un particolare fiuto per scovare somari patentati.
Chi di blog ferisce, di blog perisce. Morbius...morbius...
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
giacomogiuseppe dà la patente di guru e genio a chiunque parli male di fiat.
dipendesse da lui darebbe il nobel dell'economia a valeria marini se solo dicesse che la Fiat non sa vendere auto
 

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