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Tempo di elettrico: news, analisi di mercato, modelli, tecnologia, anticipazioni, avvistamenti, ovvero tutto ciò che riguarda i veicoli elettrici

Bel topic. Che merita, imho, una riflessione completa sull'argomento...
Innanzitutto, dicendo che personalmente credo che sia abbastanza sciocco dividersi e scannarsi tra tifosi a favore e contro l'auto elettrica.

Che il problema ambientale ci sia, è inutile negarlo.
Ma è necessario anche comprendere come le auto a combustione interna di oggi inquinino centinaia di volte in meno di quelle solo di venticinque anni fa.
La mia sensazione (e quella di molti commentatori molto più autorevoli di me, si legge più o meno ovunque) è quindi che le scelte dell'Unione Europea siano state affrettate. E che queste imposizioni (con auto elettriche molto costose, costo dell'energia molto alto, rete di distribuzione non ancora diffusa, efficiente e... nessuna 'difesa' contro le soste selvagge di veicoli non in ricarica) abbiano portato in molti ad odiare le auto elettriche.

Io non odio le auto elettriche. Anzi: i pochi metri in EV che faccio con il mio ibrido li trovo pure piacevoli, e questo non mi porta assolutamente ad escludere che, prima o poi, potrò comprare un'auto elettrica.

Però per me l'auto è sempre stata sinonimo di libertà.
In ufficio ho la fortuna di andarci in bici. Se prendo su l'auto è per impegni e/o diletto. E non capisco perchè, oggi, dovrei scegliere un'auto che costa di più e nei viaggi lunghi obbliga a pianificare con attenzione soste o a decidere dove fermarsi in base alla presenza o meno di una colonnina (sperando che sia accessibile, funzionante, che il cavo ci si attacchi, che l'abbonamento o l'app funzioni... etc. etc.)....

No. Per me è oggi troppo presto. E le esperienze che leggo di chi l'elettrica ce l'ha già, me lo confermano.
Quando ci saranno colonnine ovunque, quando le autonomie saranno più accettabili (soprattutto per quanto riguarda i trasferimenti autostradali) ed i costi almeno allineati ad una endotermica di pari segmento, allora se ne parlerà.
Ad oggi io sono 'sostenibile' ambientalmente già in città, nell'andare e tornare dal lavoro, inoltre le mie due auto sono una a GPL, l'altra ibrida e moderna... non mi sento un inquinatore al massimo livello :emoji_relaxed:
 
Bel topic. Che merita, imho, una riflessione completa sull'argomento...
Innanzitutto, dicendo che personalmente credo che sia abbastanza sciocco dividersi e scannarsi tra tifosi a favore e contro l'auto elettrica.

Che il problema ambientale ci sia, è inutile negarlo.
Ma è necessario anche comprendere come le auto a combustione interna di oggi inquinino centinaia di volte in meno di quelle solo di venticinque anni fa.
La mia sensazione (e quella di molti commentatori molto più autorevoli di me, si legge più o meno ovunque) è quindi che le scelte dell'Unione Europea siano state affrettate. E che queste imposizioni (con auto elettriche molto costose, costo dell'energia molto alto, rete di distribuzione non ancora diffusa, efficiente e... nessuna 'difesa' contro le soste selvagge di veicoli non in ricarica) abbiano portato in molti ad odiare le auto elettriche.

Io non odio le auto elettriche. Anzi: i pochi metri in EV che faccio con il mio ibrido li trovo pure piacevoli, e questo non mi porta assolutamente ad escludere che, prima o poi, potrò comprare un'auto elettrica.

Però per me l'auto è sempre stata sinonimo di libertà.
In ufficio ho la fortuna di andarci in bici. Se prendo su l'auto è per impegni e/o diletto. E non capisco perchè, oggi, dovrei scegliere un'auto che costa di più e nei viaggi lunghi obbliga a pianificare con attenzione soste o a decidere dove fermarsi in base alla presenza o meno di una colonnina (sperando che sia accessibile, funzionante, che il cavo ci si attacchi, che l'abbonamento o l'app funzioni... etc. etc.)....

No. Per me è oggi troppo presto. E le esperienze che leggo di chi l'elettrica ce l'ha già, me lo confermano.
Quando ci saranno colonnine ovunque, quando le autonomie saranno più accettabili (soprattutto per quanto riguarda i trasferimenti autostradali) ed i costi almeno allineati ad una endotermica di pari segmento, allora se ne parlerà.
Ad oggi io sono 'sostenibile' ambientalmente già in città, nell'andare e tornare dal lavoro, inoltre le mie due auto sono una a GPL, l'altra ibrida e moderna... non mi sento un inquinatore al massimo livello :emoji_relaxed:

Per completezza, sono diminuite le emissioni di inquinanti, ma quelle di CO2, probabilmente, sono addirittura aumentate, a causa della crescita dimensionale e ponderale delle auto.
 
merita, imho, una riflessione completa sull'argomento...
E' questo lo scopo, approfondire tempo permettendo, trattando un tema per volta.

Questa tabella in foto qui sotto può dare una idea come gli Europei, anche divisi per nazione, affrontano la ricarica del loro veicolo elettrico.
Spiegherò la situazione Italiana così che possono essere capiti i dati riportati.
Per ogni scenario indicato a sinistra vengono indicati 2 valori, uno riporta in viola la percentuali di quanti si ritrovano in quello scenario di ricarica, l'altro in blu riporta la percentuale di chi si ritrova in quello scenario di ricarica che la effettua almeno da una volta al giorno ad un minimo di 4 ricariche a settimana.
Prendiamo la situazione Italiana :
- Ricarica a casa con presa domestica :
Il 55 % di chi ricarica a casa effettua la ricarica con la classica presa shuko da 2,3 kw e il 42% la effettua da tutti i giorni ad almeno 4 richariche a settimana.
- Ricarica a casa con walbox :
Il 55 % di chi ricarica a casa effettua la ricarica sfruttando tutta la potenza del proprio impianto domestico utilizzando la wallbox e il 30% la effettua da tutti i giorni ad almeno 4 ricariche a settimana.
Considerazioni su questi due scenari, il 55% la ricarica con la presa domestica e sempre il 55% con la wallbox, questo mette in evidenza che il 5% di chi ricarica a casa utilizza entrambi i sistemi magari nella seconda casa e/o in case sempre di proprietà della famiglia come genitori e/o parenti. L'altro dato interessante è la frequenza delle ricariche che mette in luce che chi utilizza una wallbox ricaricca meno frequentemente perchè appunto utilizzando la piena potenza del proprio impianto permette ricariche molto più ampie.
Solo la Germania è in contro tendenza e questo si può spiegare dal fatto che l'auto viene utilizzata per un chilometraggio giornaliero sopra la media che utilizza gran parte della loro capacità di batteria che deve essere reintegrata velocemente.

- Ricarica con prese pubbliche :
Il 56% degli Italiani che posseggono un'auto elettrica sperimenta la ricarica anche in luoghi esterni all'abitazione mentre il 25% le effettua da tutti i giorni ad almeno 4 ricariche a settimana. Questo ultimo dato può indicare indirettamente che circa il 13-14% di chi ha un'auto elettrica non possiede un luogo di ricarica personale ma si affida alla rete pubblica.

- Ricarica in condominio :
Si parla tanto della difficoltà di chi ricarica in aree condominiali ma risulta che il 38% degli Italiani che ha un'auto elettrica ha questa possibilità sia che il punto di ricarica pur essendo in area condominiale è proprio o sia ad uso comune. Il 17% di questi la effettua da tutti i giorni ad un minimo di 4 volte a settimana.

- Ricarica sul luogo di lavoro :
Il 48% degli italiani che guida un'auto elettrica sia privata che aziendale ricarica o potrebbe ricaricare sul luogo di lavoro ma in questo caso vengono contate anche le flotte aziendali e quelle di proprietà delle concessionarie che ovviamente devono essere scorporate, considerando che il parco auto elettrico aziendale/concessionarie vale per un circa il 25% e che queste possano essere ricaricate sul luogo di lavoro si può stimare che almeno il 23% ( 12% di chi possiede una elettrica ) possa o abbia la possibilità di ricaricare anch'egli sul luogo di lavoro.

Vengono riportate tutte queste percentuali dei paesi indicati ed anche la media Europea.
questi dati danno una indicazione su come nei vari paesi ed in europa si affronta la ricarica di un veicolo elettrico.

Cliccando sull'immagine dovreste leggere i dati in modo chiaro.

 
Ultima modifica:
Per completezza, sono diminuite le emissioni di inquinanti, ma quelle di CO2, probabilmente, sono addirittura aumentate, a causa della crescita dimensionale e ponderale delle auto.
Sono aumentate e stanno aumentando ma non a causa dell'automotive europeo che è ininfluente a livello planetario. Settimana scorsa in ditta abbiamo avuto un incontro con un consulente per le certificazioni ESG: gli addetti ai lavori sanno benissimo da dove arrivano le emissioni di CO2 nel mondo, ma probabilmente qualcun altro no (o fa finta di non saperlo).
 
Sono aumentate e stanno aumentando ma non a causa dell'automotive europeo che è ininfluente a livello planetario. Settimana scorsa in ditta abbiamo avuto un incontro con un consulente per le certificazioni ESG: gli addetti ai lavori sanno benissimo da dove arrivano le emissioni di CO2 nel mondo, ma probabilmente qualcun altro no (o fa finta di non saperlo).

L'Europa si trova come il pulcino della barzelletta ( famosissima raccontata da Terence Hill, capisceammè). Da una parte la necessità di incrementare i veicoli elettrici ma dall'altra la scarsità del necessario per realizzarli detenuti per oltre l'80% ( o forse il 90?) dalla Cina interessata ovviamente a vendere i loro veicoli. Dall'altra le guerre commerciali scatenate da Trump, i dazi per proteggere le nostre industrie, e la chiusura dei rubinetti da parte della Cina e il fermo delle linee di produzione europee. Poi tutti i problemi connessi all'utilizzo dell'elettrico.
Chessifà?
 
le guerre commerciali scatenate da Trump
Anche questa filastrocca ha stancato, giusto lunedì c'era sul Corriere l'ennesimo articolo che evidenziava come le previsioni dei catastrofisti si siano rivelate in gran parte infondate, ma la parola "guerra commerciale" riempie le pagine di clic come la botta del Mercedes a Milano.
Giusto ieri, anche il presidente del gruppo che riunisce i 14 consorzi vitivinicoli più importanti del Piemonte ha riconosciuto che si è trattato in gran parte di un polverone mediatico, probabilmente pilotato ad arte per un chiaro intento che travalica le mere cifre economiche. C'è stato un calo di export, quantificabile in un -1,9% in valore nei primi otto mesi dell’anno – 5 miliardi di euro complessivi – con gli Usa in caduta libera a -30% rispetto allo stesso mese (agosto) del 2024. Peccato che i dati ISTAT non considerino che gli importatori americani avevano fatto incetta di vino italiano prima di agosto (entrata in vigore dei dazi) e conseguentemente hanno arrestato la campagna acquisti per motivi prudenziali in quello stesso mese. La cifra complessiva (l'unica significativa) del -1,9% su base YTD è invece da considerarsi del tutto in linea col calo di consumi in corso in tutto il mondo occidentale. Quindi: tanto rumore per nulla. L'effetto negativo (che ci sarà sicuramente, ma attestato su numeri assai minori) e le risposte dei mercati saranno da valutare con ben altri orizzonti temporali.
 
Anche questa filastrocca ha stancato, giusto lunedì c'era sul Corriere l'ennesimo articolo che evidenziava come le previsioni dei catastrofisti si siano rivelate in gran parte infondate, ma la parola "guerra commerciale" riempie le pagine di clic come la botta del Mercedes a Milano.
Giusto ieri, anche il presidente del gruppo che riunisce i 14 consorzi vitivinicoli più importanti del Piemonte ha riconosciuto che si è trattato in gran parte di un polverone mediatico, probabilmente pilotato ad arte per un chiaro intento che travalica le mere cifre economiche. C'è stato un calo di export, quantificabile in un -1,9% in valore nei primi otto mesi dell’anno – 5 miliardi di euro complessivi – con gli Usa in caduta libera a -30% rispetto allo stesso mese (agosto) del 2024. Peccato che i dati ISTAT non considerino che gli importatori americani avevano fatto incetta di vino italiano prima di agosto (entrata in vigore dei dazi) e conseguentemente hanno arrestato la campagna acquisti per motivi prudenziali in quello stesso mese. La cifra complessiva (l'unica significativa) del -1,9% su base YTD è invece da considerarsi del tutto in linea col calo di consumi in corso in tutto il mondo occidentale. Quindi: tanto rumore per nulla. L'effetto negativo (che ci sarà sicuramente, ma attestato su numeri assai minori) e le risposte dei mercati saranno da valutare con ben altri orizzonti temporali.

non è che sono stati i giornalisti ad indire una conferenza stampa mondiale con tanto di tabellina con dati diciamo un poco 'surreali' in cui gli USA proclamavano la loro rinascita , per dire che i giornalisti le hanno le loro responsabilità però non è che gli altri sono stinchi di santo
 
Anche questa filastrocca ha stancato, giusto lunedì c'era sul Corriere l'ennesimo articolo che evidenziava come le previsioni dei catastrofisti si siano rivelate in gran parte infondate, ma la parola "guerra commerciale" riempie le pagine di clic come la botta del Mercedes a Milano.
Giusto ieri, anche il presidente del gruppo che riunisce i 14 consorzi vitivinicoli più importanti del Piemonte ha riconosciuto che si è trattato in gran parte di un polverone mediatico, probabilmente pilotato ad arte per un chiaro intento che travalica le mere cifre economiche. C'è stato un calo di export, quantificabile in un -1,9% in valore nei primi otto mesi dell’anno – 5 miliardi di euro complessivi – con gli Usa in caduta libera a -30% rispetto allo stesso mese (agosto) del 2024. Peccato che i dati ISTAT non considerino che gli importatori americani avevano fatto incetta di vino italiano prima di agosto (entrata in vigore dei dazi) e conseguentemente hanno arrestato la campagna acquisti per motivi prudenziali in quello stesso mese. La cifra complessiva (l'unica significativa) del -1,9% su base YTD è invece da considerarsi del tutto in linea col calo di consumi in corso in tutto il mondo occidentale. Quindi: tanto rumore per nulla. L'effetto negativo (che ci sarà sicuramente, ma attestato su numeri assai minori) e le risposte dei mercati saranno da valutare con ben altri orizzonti temporali.

che ciazzecca il vino con l'auto? Hanno dinamiche opposte. Capisco l'intento del tuo scritto, ma sul vino nessuno ci può impare niente e non dobbiamo certo importare terra dalla cina per produrlo.
Capisci il conflitto di interessi, vendere terre rare all'europa o vendergli le nostre auto? Prendere la scusa dei dazi per chiudere i rubinetti? Perchè qualche dazio lo abbiamo messo sull'import delle auto cinesi. Loro in questo momento hanno un surplus di produzione spaventoso che il mercato interno non può assorbire e stanno invadendo i mercati a prezzi stracciati.
 
Sono aumentate e stanno aumentando ma non a causa dell'automotive europeo che è ininfluente a livello planetario. Settimana scorsa in ditta abbiamo avuto un incontro con un consulente per le certificazioni ESG: gli addetti ai lavori sanno benissimo da dove arrivano le emissioni di CO2 nel mondo, ma probabilmente qualcun altro no (o fa finta di non saperlo).

Intendevo che, tra un'auto di 25 anni fa ed una odierna, le emissioni di CO2 non sono sicuramente diminuite, anzi, probabilmente, sono aumentate, mediamente.
Poi che l'impatto sia trascurabile, sono d'accordo.
 
Intendevo che, tra un'auto di 25 anni fa ed una odierna, le emissioni di CO2 non sono sicuramente diminuite, anzi, probabilmente, sono aumentate, mediamente.
Poi che l'impatto sia trascurabile, sono d'accordo.
Secondo i dati in possesso dell’Unione Europea le auto nuove hanno calato la Co2 emessa di anno in anno fino al 2016 con una media di poco meno di 120 g/km.
Dal 2016 in poi con il relativo aumento delle dimensioni ha portato ad un incremento di anno in anno di una media per le auto nuove di 0,4 g/km. In numeri circa 1 grammo all’anno contando il cumulativo e oggi siamo sui 130 g/km.
Questo spiega la scelta di abolire le auto termiche, i miglioramenti del motore a combustione non servono più a niente e questo spiega l’ulteriore giro di vite e norme verso il termico. Vietare auto grosse? Ti voglio vedere far passare questa legge. Le plug-in faranno peggio perché poi la maggior parte non le ricaricherà così oltre dimensioni avranno pure un peso maggiore.
 
Ultima modifica:
Secondo i dati in possesso dell’Unione Europea le auto nuove hanno calato la Co2 emessa di anno in anno fino al 2016 con una media di poco meno di 120 g/km.
Dal 2016 in poi con il relativo aumento delle dimensioni ha portato ad un incremento di anno in anno di una media per le auto nuove di 0,4 g/km. In numeri circa 1 grammo all’anno contando il cumulativo e oggi siamo sui 130 g/km.
Questo spiega la scelta di abolire le auto termiche, i miglioramenti del motore a combustione non servono più a niente e questo spiega l’ulteriore giro di vite e norme verso il termico. Vietare auto grosse? Ti voglio vedere far passare questa legge. Le plug-in faranno peggio perché poi la maggior parte non le ricaricherà così oltre dimensioni avranno pure un peso maggiore.

Personalmente, sarei abbastanza favorevole a limitare le masse delle automobili.
Troverei una maggiore uniformità tra i veicoli, un fattore di sicurezza.
Non mi pare corretto un approccio del tipo "mors tua, vita mea" per cui mi compro un SUV E di 2800 kg e, in caso di urto, schiaccio una berlina di segmento A.
 
Non mi pare corretto un approccio del tipo "mors tua, vita mea" per cui mi compro un SUV E di 2800 kg e, in caso di urto, schiaccio una berlina di segmento A.
Anche questa è una scelta che comporta forti ripercussioni.
O vieti auto grosse così si manda a ramengo industrie del calibro, esempio, Range Rover, BMW, Mercedes, Audì e chi ne ha più ne metta, o fai in modo di “salvare/proteggere” la tua industria rendendo le auto più sicure vedi Adas obbligatori che, tra l’altro, molti qui si stanno scervellando su come zittirli sulle proprie loro auto.
Potresti avere anche tutte segmento A ma uno scontro sopra i 60/80 orari non è che ne esci illeso se si fanno i furbi…
 
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