Così è ok, è un po' il sistema statunitense (puoi farlo con deduzioni o con franchige)benassistefano ha scritto:Ovvietà: tutti scaricano tutto in ragione di una aliquota, tanto più consistente tanto più è basso il reddito.
Pertanto non si azzera qualsiasi base imponibile, ma solo quelle di fascia particolarmente bassa.
Questo consente una solida ridistribuzione delle risorse facendo pagare solo chi ha redditi adeguati.
Un altro sistema equivalente ai fini di cassa (ma di diversa impostazione "ideologica") è quello di adottare aliquote molto basse con poche deduzioni/detrazioni.
In entrambi i casi, di fatto, riduci il prelievo ai contribuenti che già prima erano corretti. Ma, come tutti i sistemi premiali, non funziona se non ci abbini un sistema di punizione severeo ed efficiente. Per capirci, "manette agli evsori". Solo che nell'attuale sistema aggiungerebbe iniquità ad iniquità.
In sintesi, tu dici che prima bisogna far pagare tutti e poi riformare il sistema.
Io invece sono convinto che le due cose vanno fatte di pari passo.
Noi due, se non erro, siamo entrmbi lavoratori indipendenti, ed abbiamo un certo tipo di imposizione. Le imprese più strutturate, specie in certi settori (che per altro contribuiscono molto al valore aggiunto nazionale), se fossero chiamate a "pagare tutto" prima della "rimodulazione", probabilmente non sopravviverebbero tanto da vedere la benefica "rimodulazione"
Tu dubito della possibilità di agire contestualmente sui due fronti.
Io, dalla mia (privilegiata) posizione di residente nelle lontane provincie orientli, ho avuto modo di vederlo fatto in almeno 3 paesi, con immediati, evidenti e notevoli beneficio di tutti.
Permettimi una correzione: della nostra democrazia. Nelle altre, amministrate da non - italiani, funziona. Siamo noi "difettosi"Nel momento che, "per definizione", non si può dare corso ad uno dei più alti principi costituzionali, si dichiara in partenza la sconfitta su uno dei capisaldi delle democrazie, quelle vere: l'equità fiscale.
Saluti