Che si devono fare ulteriori verifiche lo sanno anche loro, è per questo che hanno chiesto di ripetere l'esperimento ad altri laboratori in grado di farlo. Oltretutto erano già giunti a questi risultati in un altro laboratorio in America più di un anno fa, ma credevano che ci fosse un errore.
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Pi%C3%B9_veloci_della_luce/1349578
I neutrini che scorrono sotto la superficie terrestre tra i laboratori europei del CERN, a Ginevra, e i Laboratori nazionali del Gran Sasso dell?INFN sono un po? più veloci della luce. Non della luce nel mezzo, ma della luce nel vuoto, il limite universale imposto dalla relatività ristretta.
I dati dell?esperimento Opera ? il cui portavoce è Antonio Ereditato, direttore del Laboratorio di alte energie all?Albert Einstein Center for Fundamental Physics dell?Università di Berna ? non lasciano molti dubbi, anche se la prima reazione di qualunque fisico (e non solo) è l?incredulità. Nel percorso tra il CERN e il Gran Sasso, se viaggiasse nel vuoto, la luce impiegherebbe circa 2,4 millesimi di secondo. I neutrini inviati da Ginevra ci mettono un po? meno. La differenza è di appena 60 nanosecondi: poco, in assoluto, ma una differenza significativa se si pensa che oggi esistono orologi con precisione molto più accurata e che l?incertezza sulla distanza misurata con il GPS non è più di 20 centimetri. Invece i neutrini arriverebbero una ventina di metri prima della luce.
I fisici della collaborazione internazionale che ha progettato l?esperimento, volto a studiare l?oscillazione del neutrino prevista da Pontecorvo negli anni cinquanta e fortemente voluto da Luciano Maiani durante la sua direzione del CERN, hanno atteso a lungo prima di pubblicare la notizia sul sito di preprint arxiv.org, e hanno vagliato tutte le possibilità di un errore strumentale. Ora, con questo annuncio, chiedono la verifica della comunità mondiale, dato che altri esperimenti su fasci controllati di neutrini sono in corso sia in Nord America che in Giappone. Già un anno fa, peraltro, la misurazione della velocità dei neutrini condotta all?esperimento MINOS del Fermi National Laboratory, negli Stati Uniti, avevano dato esiti simili, anche se la scarsa confidenza dei dati aveva fatto desistere i responsabili dell?esperimento dallo storico annuncio.
Lo stesso Antonio Ereditato, confermandoci al telefono l?autenticità dei dati, ha usato estrema prudenza. La collaborazione Opera ha vagliato attentamente tutte le possibilità di errore sistematico, ma naturalmente nessuno si sente di escludere qualche sottile effetto che turbi i risultati. Roberto Petronzio, presidente dell?INFN, ha sottolineato che anche l?imprecisione sul punto di emissione dei neutrini, che è il punto di partenza delle misurazioni, provocherebbe eventualmente un errore in senso opposto. E lo stesso accadrebbe considerando le correzioni dovute alla relatività generale. Insomma, i dati ci sono. E da oggi sono a disposizione della comunità internazionale perché li verifichi o li falsifichi.
Certo, se il risultato fosse confermato sarebbe la prima importante violazione della teoria della relatività, e sarà una grande sfida per i teorici. Secondo Petronzio, dopo l?eventuale conferma occorrerà prima di tutto verificare se si tratti di una proprietà dei neutrini o se si rinscontri in altre particelle dotate di massa, il che comporterebbe che si tratta di una proprietà intrinseca dello spazio-tempo. La prima ipotesi considerata è che si tratti di una violazione locale dell?invarianza di Lorentz, e dunque che sia necessario formulare un?estensione della relatività ristretta in determinate condizioni, così come la relatività stessa è un?estensione della gravitazione newtoniana. Un?ipotesi più ardita, appena accennata da Ereditato, è che questo risultato potrebbe essere un indizio utile ai teorici delle stringhe, e che la sua apparente violazione della velocità ristretta sarebbe un indizio dell?esistenza di extra dimensioni. Ancora per Petronzio, invece, potremmo trovarci davanti a una nuova grandezza fondamentale, una nuova costante universale della fisica.
La comunità della fisica italiana e internazionale è sospesa tra l?incredulità e l?entusiasmo. Ci vorranno mesi, probabilmente, per avere conferma del risultato da parte di altri esperimenti, e almeno un anno per studiare l?effetto su altre particelle dotate di massa, come l?elettrone. Ma una cosa è certa. Se davvero questa violazione della relatività ristretta fosse verificata, ci troveremmo in una nuova stagione della fisica, paragonabile alla straordinaria avventura di inizio Novecento, che portò alla teoria della relatività e alla teoria dei quanti. Un sogno che qualunque fisico teorico vorrebbe vivere.