<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Super tutela del Made in Italy. Ma chi tutela i consumatori? | Il Forum di Quattroruote

Super tutela del Made in Italy. Ma chi tutela i consumatori?

Un nuovo disegno di legge dovrebbe tutelare appieno il made in italy, con multe di piu' di 150.000 euro per chi commercializza scopiazzature varie.
Bell'idea, direte.
A patto, naturalmente, che venisse fatta rispettare (come al solito).
Ma, ammettiamo che la facciano osservare scrupolosamente: e' DAVVERO una bella idea?
Certamente tutela i produttori e commercianti. Ma i consumatori?
Lo sapevate che la maggioranza, chesso', delle borse di marca sono fatte in CINA? E che vengono importate in Italia LEGGERMENTE incomplete (per esempio mancanti dei manici e della chiusura) che vengono aggiunte qui perche' la legge italiana permette di marcare "Made in Italy" un prodotto che sia fatto almeno al 30% in Italia? Meno di un terzo! :shock:
Lo sapevate che la maggioranza dei "falsi di qualita'" non sono altro che prodotti che vengono dalla STESSA linea di produzione dell'originale, ma completati sul posto e poi venduti col marchio originale?
E allora, se una borsa originale mi costa 500 euro, e il tarocco, fatto nella stessa linea di produzione, me ne costa 50, chi mi sta buggerando?
Il taroccatore, o il marchio originale?
Come per la pirateria musicale, la logica conclusione di questa analisi e' che, spesso, il "taroccato" se la va ampiamente a cercare perche', a conti fatti, e' persin piu' disonesto del taroccatore.
Perche' chi e' piu' disonesto? Chi commette una violazione formale (copia di un marchio) o chi commette una violazione SOSTANZIALE (richiesta di un pacco di quattrini per qualcosa che vale enormemente meno)?
E' pur vero che il prezzo lo fa il mercato, e si potrebbe certamente dire che se c'e' gente che e' disposta a pagare cifre improponibili solo per uno stemmino, allora si merita di essere spennata.
Pero' e' altrettanto vero che se la differenza di prezzo riflettesse di piu' la differenza di qualita', allora certamente ci sarebbe molta meno gente che comprerebbe tarocchi, e i marchi della moda autoproclamata "di qualita'" potrebbero stare sulle loro gambe senza bisogno di gridare al lupo contro il "pericolo giallo" di cui sono i primi a servirsi. Perche' "qualita'" non e' solo un bel design. Ci vogliono anche i contenuti in termini di materiali e realizzazione, che spesso sono comunque carenti.
Insomma, ci vorrebbe, prima di tutto, una legge che tuteli gli acquirenti in merito alla qualita' e realizzazione del "Made in Italy che compriamo".
Personalmente, conosco alcuni artigiani del cuoio seri, che so come lavorano e che conosco personalmente, e per roba in pelle varia se possibile mi servo da loro. E' VERO Made in Italy, non un timbro su un prodotto realizzato in quella stessa Cina contro cui tuonano gli stilisti, e poi venduto con un ricarico di dieci volte il suo prezzo originario solo per il marchio. :rolleyes:
 
se ci son persone disposte a comprare prodotti cinesi carissimi fatti passare per made in italy...che si facciano spennare, se la cercano
 
io ho preso un paio di scarpe Prada e sono "made in Vietnam": lasciamo perdere il made in Italy, c'è ben poco ormai.
 
99octane ha scritto:
Un nuovo disegno di legge dovrebbe tutelare appieno il made in italy, con multe di piu' di 150.000 euro per chi commercializza scopiazzature varie.
Bell'idea, direte.
A patto, naturalmente, che venisse fatta rispettare (come al solito).
Ma, ammettiamo che la facciano osservare scrupolosamente: e' DAVVERO una bella idea?
Certamente tutela i produttori e commercianti. Ma i consumatori?
Lo sapevate che la maggioranza, chesso', delle borse di marca sono fatte in CINA? E che vengono importate in Italia LEGGERMENTE incomplete (per esempio mancanti dei manici e della chiusura) che vengono aggiunte qui perche' la legge italiana permette di marcare "Made in Italy" un prodotto che sia fatto almeno al 30% in Italia? Meno di un terzo! :shock:
Lo sapevate che la maggioranza dei "falsi di qualita'" non sono altro che prodotti che vengono dalla STESSA linea di produzione dell'originale, ma completati sul posto e poi venduti col marchio originale?
E allora, se una borsa originale mi costa 500 euro, e il tarocco, fatto nella stessa linea di produzione, me ne costa 50, chi mi sta buggerando?
Il taroccatore, o il marchio originale?
Come per la pirateria musicale, la logica conclusione di questa analisi e' che, spesso, il "taroccato" se la va ampiamente a cercare perche', a conti fatti, e' persin piu' disonesto del taroccatore.
Perche' chi e' piu' disonesto? Chi commette una violazione formale (copia di un marchio) o chi commette una violazione SOSTANZIALE (richiesta di un pacco di quattrini per qualcosa che vale enormemente meno)?
E' pur vero che il prezzo lo fa il mercato, e si potrebbe certamente dire che se c'e' gente che e' disposta a pagare cifre improponibili solo per uno stemmino, allora si merita di essere spennata.
Pero' e' altrettanto vero che se la differenza di prezzo riflettesse di piu' la differenza di qualita', allora certamente ci sarebbe molta meno gente che comprerebbe tarocchi, e i marchi della moda autoproclamata "di qualita'" potrebbero stare sulle loro gambe senza bisogno di gridare al lupo contro il "pericolo giallo" di cui sono i primi a servirsi. Perche' "qualita'" non e' solo un bel design. Ci vogliono anche i contenuti in termini di materiali e realizzazione, che spesso sono comunque carenti.
Insomma, ci vorrebbe, prima di tutto, una legge che tuteli gli acquirenti in merito alla qualita' e realizzazione del "Made in Italy che compriamo".
Personalmente, conosco alcuni artigiani del cuoio seri, che so come lavorano e che conosco personalmente, e per roba in pelle varia se possibile mi servo da loro. E' VERO Made in Italy, non un timbro su un prodotto realizzato in quella stessa Cina contro cui tuonano gli stilisti, e poi venduto con un ricarico di dieci volte il suo prezzo originario solo per il marchio. :rolleyes:

Certamente hai visto una famosa puntata di Report al riguardo. Poi non meravigliamoci se il ma(g)nager di Guru, poi ingabbiato, si è fatto il bagno coi rubinetti d'oro.....
 
giusta analisi pero' il sapere se una cosa e' veramente italiana o un made in italy tarocco puo' aiutare il consumatore a spersi orientare meglio nella scelta soprattutto di quei marchi che si fregiano del made in italy poi sono fatti chissa' dove
poi ognuno sceglie di conseguenza
e questo vale anche per gli altri paesi -germania giappone etc
purtroppo tante persone si sono viziate a pretendere il massimo pagando il minimo bisognerebbe capire che un prodotto fatto con materiali ottimi e lavorato in un paese europeo nonpuo' costare 5 euro

P.S. pensa che in officina dove lavoravo anni fa' costruivamo macchine edili e poi le marchiavamo liebherr - made in germany :D :D :D

ciao madmax
 
A me pareva che per apporre "legalmente" il marchio made in Italy fosse sufficiente eseguire in italia il 10% delle operazioni, non il 30%. Una legge deliziosa, che ha contribuito in maniera determinante a quella globalizzazione e a quei repentini trasferimenti di fabbriche all'estero contro cui tanto si è protestato e si protesta quando è troppo tardi.

Secondo me sarebbe positiva una legge che imponesse a chi di dovere di non chiamare made in italy ciò che non lo è, magari ribaltando le percentuali di cui sopra. Sarebbe, più che altro, una legge semplicemente onesta: chiamiamo le cose con il loro nome, non diciamo le bugie.

Non credo che questo farebbe sparire i prodotti che made in italy non sono; essi continuerebbero ad esistere (stessa qualità, stessi prezzi di prima) ma senza spudorati inganni circa la loro effettiva provenienza.
Al consumatore resterebbe sempre la possibilità di scegliere tra il prodotto realizzato veramente in italia, magari più costoso per le più svariate ragioni (manodopera più cara, maggiore qualità o maggiore presunto prestigio o maggiore chissà che) e il prodotto non italiano, onestamente dichiarato tale.
 
a_gricolo ha scritto:
Certamente hai visto una famosa puntata di Report al riguardo. Poi non meravigliamoci se il ma(g)nager di Guru, poi ingabbiato, si è fatto il bagno coi rubinetti d'oro.....

beh lì la situazione era un pò diversa, il ragazzo aveva fatto un pò di confusione tra le proprie casse e quella della società...

:D :D :D
 
e di cosa vi stupite??? è dagli anni 80 che per la moda è così... fanno tutto in cina, vietnam, cambogia, tunisia, marocco, india (sicuramente anche per le ottime materie prima) arrivano in italia, cuciono l'adesivo armani, gucci, cavalli, prada, diesel, pincopallino e li metono in vendit a prezzi spropositati :D :D
e poi la moda??? perchè nelle auto non è così?? Montezemolo non parla sempre del made in italy e poi fa le macchine "made in italy" all'estero???
io del made in italy finchè le cose stanno così non comprerò + niente :D :D
 
marimasse ha scritto:
Secondo me sarebbe positiva una legge che imponesse a chi di dovere di non chiamare made in italy ciò che non lo è, magari ribaltando le percentuali di cui sopra.
Basterebbe che la gente si informasse meglio sulla provenienza dei prodotti, scartando a priori marche che fanno il "giochetto" della globalizzazione a loro vantaggio.
E vada bene, non parlo di prodotti molto complessi come un'auto, dove una forte componente estera e orientale e' inevitabile, ma di oggettistica piu' facilmente rintracciabile, ma ugualmente valida: un casco da moto, per esempio (il mio esempio migliore).
 
a_gricolo ha scritto:
Certamente hai visto una famosa puntata di Report al riguardo. Poi non meravigliamoci se il ma(g)nager di Guru, poi ingabbiato, si è fatto il bagno coi rubinetti d'oro.....

Io si. Borsa Prada venduta a 1.000 euro e "tarocco" cinese venduto a 30 euro; il "piccolo" problema è che il tarocco era la stessa borsa, perchè quella borsa Prada, venduta a 1.000 euro, viene prodotta da quell'azienda che poi la vende anche a 30 euro.
Allora io do ragione ad Octane: se è da condannare chi tarocca, non è parimenti da condannare chi agisce sotto circonvenzione d'incapace e rifila una porcheria da 30 euro a 1.000 euro? Problemi dei dementi che se le comprano, per carità, però la legge dovrebbe tutelare i poco accorti.
 
Cometa Rossa ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Certamente hai visto una famosa puntata di Report al riguardo. Poi non meravigliamoci se il ma(g)nager di Guru, poi ingabbiato, si è fatto il bagno coi rubinetti d'oro.....

Io si. Borsa Prada venduta a 1.000 euro e "tarocco" cinese venduto a 30 euro; il "piccolo" problema è che il tarocco era la stessa borsa, perchè quella borsa Prada, venduta a 1.000 euro, viene prodotta da quell'azienda che poi la vende anche a 30 euro.
Allora io do ragione ad Octane: se è da condannare chi tarocca, non è parimenti da condannare chi agisce sotto circonvenzione d'incapace e rifila una porcheria da 30 euro a 1.000 euro? Problemi dei dementi che se le comprano, per carità, però la legge dovrebbe tutelare i poco accorti.

Difficile tutelare un demente.....

401f_2.JPG
 
Mitiko!
:lol:

Ma una societa' civile dovrebbe tutelare i coglioni, e un libero mercato, per essere libero, prevede la perfetta conoscenza dell'offerta e delle sue caratteristiche da parte del consumatore. Dunque, sarebbe bene anche garantire corretta informazione e non certificare marchi "truffaldini" solo perche' ci sono interessi in gioco che aiutano a "ungere le ruote".
 
99octane ha scritto:
Mitiko!
:lol:

Ma una societa' civile dovrebbe tutelare i coglioni, e un libero mercato, per essere libero, prevede la perfetta conoscenza dell'offerta e delle sue caratteristiche da parte del consumatore. Dunque, sarebbe bene anche garantire corretta informazione e non certificare marchi "truffaldini" solo perche' ci sono interessi in gioco che aiutano a "ungere le ruote".

prima bisognerebbe convincere il poco accorto che un marchio (nel caso di prima prada)generalmente non offre attualmente garanzie di qualità ma solo valore aggiunto per l'azienda che lo mette in commercio, sarebbe già un buon passo
 
99octane ha scritto:
Mitiko!
:lol:

Ma una societa' civile dovrebbe tutelare i coglioni, e un libero mercato, per essere libero, prevede la perfetta conoscenza dell'offerta e delle sue caratteristiche da parte del consumatore. Dunque, sarebbe bene anche garantire corretta informazione e non certificare marchi "truffaldini" solo perche' ci sono interessi in gioco che aiutano a "ungere le ruote".
straquoto
 
leolito ha scritto:
Basterebbe che la gente si informasse meglio sulla provenienza dei prodotti, scartando a priori marche che fanno il "giochetto" della globalizzazione a loro vantaggio...
Il fatto è che spesso è oggettivamente assai difficile "informarsi meglio", ovvero sapere esattamente da chi e dove un certo prodotto viene realizzato.
A me, ad esempio, capita di dover fare delle ricerche in rete anche discretamente articolate e pazienti, magari leggendo testi in inglese o francese (meglio ancora sarebbe se capissi qualcosa anche di tedesco...). Cosa che peraltro moltissime delle persone che conosco non potrebbero fare, magari perché non hanno la mia stessa familiarità con il computer o non hanno una connessione ADSL flat domestica o non hanno tempo da dedicare a queste cose ecc. ecc.

Inoltre non dimenticherei una domanda che ritengo fondamentale: perché mai dovrebbe essere il consumatore a investire tempo e denaro per ottenere informazioni corrette sulla natura e sulla provenienza di ciò che gli viene venduto?
 

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