Come molti di voi sono preoccupato per le recenti "dichiarazioni" di Marchionne sulle strategie dei vari marchi (Alfa Romeo, Lancia/Chrysler...)
Ma non lo sono solo per il fatto che tali dichiarazioni mettono pesantemente a rischio il futuro di due marchi storici italiani, dimostrando che a Torino non comprendano a fondo il vero valore di AR e Lancia :cry: :cry:
La mia preoccupazione è soprattutto legata alla constatazione che ogni progetto futuro sembrerebbe legato a filo doppio con l'operazione di salvataggio del Gruppo Chrysler.
E se tale operazione naufragasse?
Già qualche mese fa ho espresso in questo forum i miei personalissimi dubbi sulla riuscita di questo salvataggio.
In sintesi il mio scetticismo parte da due considerazioni di base:
1) per salvare il produttore americano si fa affidamento su una profondo cambiamento negli acquisti automobilistici da parte degli americani (modelli molto più piccoli con motori molto meno generosi...). Tale cambiamento è lentamente in atto ma non nella misura ipotizzata a Torino....
2) in ogni caso se anche il punto 1 fosse risolto favorevolmente rimane il fatto che i nuovi modelli basati su piattaforme Fiat saranno lanciati tra almeno due anni (forse solo la 500 arriva prima ma che numeri potra mai fare???). E nel frattempo? L'azienda prima di fallire perdeva moltissimi soldi ogni mese, con la prima cura dimagrante i conti sono un pò migliorati ma le vendite continuano ad essere negative (-19% a Novembre mentre Ford e GM si sono risollevate...) http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=217480
Leggendo i forum americani c'è molta preoccupazione tra gli appassionati e questo non fa che aumentare i miei dubbi rispetto al successo dell'operazione di salvataggio.
Marchionne a suo tempo dichiarò che non c'erano rischi nell'operazione Chrysler dato che non si investivano risorse finanziarie del Gruppo Fiat ma si condividevano solo tecnologie. In pratica si trattava di un salvataggio fatto con soldi altrui (il contribuente USA).
In realtà un grosso rischio c'è ed è appunto quello che tutti i futuri sviluppi anche del business in Europa siano in qualche modo condizionati da ciò che succederà in America.
Che ne pensate?
Ma non lo sono solo per il fatto che tali dichiarazioni mettono pesantemente a rischio il futuro di due marchi storici italiani, dimostrando che a Torino non comprendano a fondo il vero valore di AR e Lancia :cry: :cry:
La mia preoccupazione è soprattutto legata alla constatazione che ogni progetto futuro sembrerebbe legato a filo doppio con l'operazione di salvataggio del Gruppo Chrysler.
E se tale operazione naufragasse?
Già qualche mese fa ho espresso in questo forum i miei personalissimi dubbi sulla riuscita di questo salvataggio.
In sintesi il mio scetticismo parte da due considerazioni di base:
1) per salvare il produttore americano si fa affidamento su una profondo cambiamento negli acquisti automobilistici da parte degli americani (modelli molto più piccoli con motori molto meno generosi...). Tale cambiamento è lentamente in atto ma non nella misura ipotizzata a Torino....
2) in ogni caso se anche il punto 1 fosse risolto favorevolmente rimane il fatto che i nuovi modelli basati su piattaforme Fiat saranno lanciati tra almeno due anni (forse solo la 500 arriva prima ma che numeri potra mai fare???). E nel frattempo? L'azienda prima di fallire perdeva moltissimi soldi ogni mese, con la prima cura dimagrante i conti sono un pò migliorati ma le vendite continuano ad essere negative (-19% a Novembre mentre Ford e GM si sono risollevate...) http://www.quattroruote.it/news/articolo.cfm?codice=217480
Leggendo i forum americani c'è molta preoccupazione tra gli appassionati e questo non fa che aumentare i miei dubbi rispetto al successo dell'operazione di salvataggio.
Marchionne a suo tempo dichiarò che non c'erano rischi nell'operazione Chrysler dato che non si investivano risorse finanziarie del Gruppo Fiat ma si condividevano solo tecnologie. In pratica si trattava di un salvataggio fatto con soldi altrui (il contribuente USA).
In realtà un grosso rischio c'è ed è appunto quello che tutti i futuri sviluppi anche del business in Europa siano in qualche modo condizionati da ciò che succederà in America.
Che ne pensate?