https://www.youtube.com/watch?v=gpK8K2XAqWs
Si parla dell'Alfa di ieri, di un'Alfa quindi diversa da quella di oggi, di un pezzo di Storia automobilistica che ha radici lontane, diciamo alla fine degli anni 60.............
Seguo le vicende dell'Alfa Romeo fin da bambino. Ho tra l'altro posseduto 7 Alfa, ne ho guidate decine e ho circa 15 libri sull'Alfa e una mini-enciclopedia di 3 volumi (tra l'altro la stessa che l'ing. del filmato sfoggia sopra il tavolo) e sul ruolo economico dell'industria automobilistica italiana in genere ci ho fatto anche una tesi di laurea nel 1983.
Ho visto tutto il filmato e, dato che colui che parla è un ingegnere progettista che a quanto pare ha lavorato molti anni presso la mitica casa, nei suoi discorsi ci sono molte notizie oggettivamente inconfutabili. Per esempio è vero che la Montreal aveva un motore fantastico ma un pianale inadeguato, è vero che l'Alfa 6 fu un aborto annunciato, con un passo cortissimo perché non c'erano i soldi per fare un pianale ad hoc, che l'Alfetta GTV, poi GTV2-GTV6 non ebbe un erede se non dopo 10 anni, che il motore "Busso" stranamente nacque monoalbero per bancata quando Fiat ormai faceva solo bialberi, che la "90" nacque già vecchia di almeno 10 anni perché non era altro che un'Alfetta, che la 75 aveva ancora il De Dion quando la concorrenza aveva le ruote indipendenti, che la 164 era stata progettata a TA già prima che l'Alfa passasse alla Fiat (progetto unificato Lancia-Alfa-Saab), e altre, purtroppo, scomode vicende.
Ma il punto non è questo, perché tutto ciò è abbastanza risaputo. Il punto è: perché tutto ciò è avvenuto dal 1970 in poi? Perché l'Alfa Romeo, che aveva il primato tecnologico mondiale fino al termine degli anni '60, di colpo inizia un processo involutivo senza soluzione di continuità, per moltissimi anni? Di chi è la colpa? E' giusto pensare a un complotto tedesco (Bmw in primis), con il tacito avallo della famiglia Agnelli, che non aveva mai visto di buon occhio la concorrenza dell'Alfa Romeo su alcuni segmenti, tanto che alla fine, quando se ne presentò l'occasione, decise di comprarla per eliminare tale concorrenza?
Sebbene sul secondo punto ci siano pochi dubbi, ovvero sul fatto che quando se ne presentò l'opportunità Fiat acquisì il controllo dell'Alfa e ne tarpò definitivamente le ali (quanto meno fino a qualche anno fa), sul primo punto, ovvero il presunto complotto con i tedeschi della Bmw, è difficile immaginare che davvero le cose siano andate così.
E' peraltro innegabile che, dopo Luraghi, in Alfa si sia registrato un vuoto di conduzione che ne ha determinato, unitamente alla crisi economica e alla disastrosa produttività dello stabilimento di Pomigliano, il crollo economico che porterà poi alla cessione a Fiat degli anni '80, dopo la "boccata d'aria" della "33". Ecco, a mio parere lo stallo tecnico registrato negli anni '70 e inizio '80 è stato causato più dai fallimentari bilanci di quegli anni che da presunti complotti. E i bilanci furono fallimentari a causa della "palla al piede" Pomigliano. La produttività di quello stabilimento era risibile, la qualità delle prime Alfasud altrettanto. Lo dico da meridionale, ma è chiaro che l'ammirevole, sotto l'aspetto politico-industriale, investimento "Alfasud", si rivelò la vera causa dell'involuzione tecnologica dell'Alfa Romeo in genere, dovuta all'assoluta mancanza di fondi per gli investimenti. Il fatto che l'IRI di Prodi non fosse più disposta a finanziare le perdite e l'inevitabile crollo delle vendite ("33" a parte) determinarono poi la messa in vendita con la scontata cessione, o meglio donazione, a Fiat.
Dopo tale cessione, il brand è stato trattato per anni come un "ospite ingombrante" e quindi si è puntato a trasferire su di esso tecnologie sperimentate prima in Fiat (all'inizio motori esclusi), con l'utilizzo di opportune "sinergie".
Solo verso la fine degli anni '90 si cominciò a comprendere l'entità del "boomerang" che era stato lanciato nel cavallo '80-'90 e così furono presentate la 156, la 147 e la GT, nonché poi (anni 2000) la 159 e la Brera, figlie dell'accordo con GM, e furono fondate strutture come Pratola Serra, la Powertrain e ancora dopo Termoli e infine la struttura di Modena, anche con l'intento di differenziare motorizzazioni e pianali tra i vari brands del gruppo, ma queste sono altre storie..................
Si parla dell'Alfa di ieri, di un'Alfa quindi diversa da quella di oggi, di un pezzo di Storia automobilistica che ha radici lontane, diciamo alla fine degli anni 60.............
Seguo le vicende dell'Alfa Romeo fin da bambino. Ho tra l'altro posseduto 7 Alfa, ne ho guidate decine e ho circa 15 libri sull'Alfa e una mini-enciclopedia di 3 volumi (tra l'altro la stessa che l'ing. del filmato sfoggia sopra il tavolo) e sul ruolo economico dell'industria automobilistica italiana in genere ci ho fatto anche una tesi di laurea nel 1983.
Ho visto tutto il filmato e, dato che colui che parla è un ingegnere progettista che a quanto pare ha lavorato molti anni presso la mitica casa, nei suoi discorsi ci sono molte notizie oggettivamente inconfutabili. Per esempio è vero che la Montreal aveva un motore fantastico ma un pianale inadeguato, è vero che l'Alfa 6 fu un aborto annunciato, con un passo cortissimo perché non c'erano i soldi per fare un pianale ad hoc, che l'Alfetta GTV, poi GTV2-GTV6 non ebbe un erede se non dopo 10 anni, che il motore "Busso" stranamente nacque monoalbero per bancata quando Fiat ormai faceva solo bialberi, che la "90" nacque già vecchia di almeno 10 anni perché non era altro che un'Alfetta, che la 75 aveva ancora il De Dion quando la concorrenza aveva le ruote indipendenti, che la 164 era stata progettata a TA già prima che l'Alfa passasse alla Fiat (progetto unificato Lancia-Alfa-Saab), e altre, purtroppo, scomode vicende.
Ma il punto non è questo, perché tutto ciò è abbastanza risaputo. Il punto è: perché tutto ciò è avvenuto dal 1970 in poi? Perché l'Alfa Romeo, che aveva il primato tecnologico mondiale fino al termine degli anni '60, di colpo inizia un processo involutivo senza soluzione di continuità, per moltissimi anni? Di chi è la colpa? E' giusto pensare a un complotto tedesco (Bmw in primis), con il tacito avallo della famiglia Agnelli, che non aveva mai visto di buon occhio la concorrenza dell'Alfa Romeo su alcuni segmenti, tanto che alla fine, quando se ne presentò l'occasione, decise di comprarla per eliminare tale concorrenza?
Sebbene sul secondo punto ci siano pochi dubbi, ovvero sul fatto che quando se ne presentò l'opportunità Fiat acquisì il controllo dell'Alfa e ne tarpò definitivamente le ali (quanto meno fino a qualche anno fa), sul primo punto, ovvero il presunto complotto con i tedeschi della Bmw, è difficile immaginare che davvero le cose siano andate così.
E' peraltro innegabile che, dopo Luraghi, in Alfa si sia registrato un vuoto di conduzione che ne ha determinato, unitamente alla crisi economica e alla disastrosa produttività dello stabilimento di Pomigliano, il crollo economico che porterà poi alla cessione a Fiat degli anni '80, dopo la "boccata d'aria" della "33". Ecco, a mio parere lo stallo tecnico registrato negli anni '70 e inizio '80 è stato causato più dai fallimentari bilanci di quegli anni che da presunti complotti. E i bilanci furono fallimentari a causa della "palla al piede" Pomigliano. La produttività di quello stabilimento era risibile, la qualità delle prime Alfasud altrettanto. Lo dico da meridionale, ma è chiaro che l'ammirevole, sotto l'aspetto politico-industriale, investimento "Alfasud", si rivelò la vera causa dell'involuzione tecnologica dell'Alfa Romeo in genere, dovuta all'assoluta mancanza di fondi per gli investimenti. Il fatto che l'IRI di Prodi non fosse più disposta a finanziare le perdite e l'inevitabile crollo delle vendite ("33" a parte) determinarono poi la messa in vendita con la scontata cessione, o meglio donazione, a Fiat.
Dopo tale cessione, il brand è stato trattato per anni come un "ospite ingombrante" e quindi si è puntato a trasferire su di esso tecnologie sperimentate prima in Fiat (all'inizio motori esclusi), con l'utilizzo di opportune "sinergie".
Solo verso la fine degli anni '90 si cominciò a comprendere l'entità del "boomerang" che era stato lanciato nel cavallo '80-'90 e così furono presentate la 156, la 147 e la GT, nonché poi (anni 2000) la 159 e la Brera, figlie dell'accordo con GM, e furono fondate strutture come Pratola Serra, la Powertrain e ancora dopo Termoli e infine la struttura di Modena, anche con l'intento di differenziare motorizzazioni e pianali tra i vari brands del gruppo, ma queste sono altre storie..................