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Storia - anni '70: complotto tedesco per affossare l'Alfa?

pilota54

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https://www.youtube.com/watch?v=gpK8K2XAqWs

Si parla dell'Alfa di ieri, di un'Alfa quindi diversa da quella di oggi, di un pezzo di Storia automobilistica che ha radici lontane, diciamo alla fine degli anni 60.............

Seguo le vicende dell'Alfa Romeo fin da bambino. Ho tra l'altro posseduto 7 Alfa, ne ho guidate decine e ho circa 15 libri sull'Alfa e una mini-enciclopedia di 3 volumi (tra l'altro la stessa che l'ing. del filmato sfoggia sopra il tavolo) e sul ruolo economico dell'industria automobilistica italiana in genere ci ho fatto anche una tesi di laurea nel 1983.

Ho visto tutto il filmato e, dato che colui che parla è un ingegnere progettista che a quanto pare ha lavorato molti anni presso la mitica casa, nei suoi discorsi ci sono molte notizie oggettivamente inconfutabili. Per esempio è vero che la Montreal aveva un motore fantastico ma un pianale inadeguato, è vero che l'Alfa 6 fu un aborto annunciato, con un passo cortissimo perché non c'erano i soldi per fare un pianale ad hoc, che l'Alfetta GTV, poi GTV2-GTV6 non ebbe un erede se non dopo 10 anni, che il motore "Busso" stranamente nacque monoalbero per bancata quando Fiat ormai faceva solo bialberi, che la "90" nacque già vecchia di almeno 10 anni perché non era altro che un'Alfetta, che la 75 aveva ancora il De Dion quando la concorrenza aveva le ruote indipendenti, che la 164 era stata progettata a TA già prima che l'Alfa passasse alla Fiat (progetto unificato Lancia-Alfa-Saab), e altre, purtroppo, scomode vicende.

Ma il punto non è questo, perché tutto ciò è abbastanza risaputo. Il punto è: perché tutto ciò è avvenuto dal 1970 in poi? Perché l'Alfa Romeo, che aveva il primato tecnologico mondiale fino al termine degli anni '60, di colpo inizia un processo involutivo senza soluzione di continuità, per moltissimi anni? Di chi è la colpa? E' giusto pensare a un complotto tedesco (Bmw in primis), con il tacito avallo della famiglia Agnelli, che non aveva mai visto di buon occhio la concorrenza dell'Alfa Romeo su alcuni segmenti, tanto che alla fine, quando se ne presentò l'occasione, decise di comprarla per eliminare tale concorrenza?

Sebbene sul secondo punto ci siano pochi dubbi, ovvero sul fatto che quando se ne presentò l'opportunità Fiat acquisì il controllo dell'Alfa e ne tarpò definitivamente le ali (quanto meno fino a qualche anno fa), sul primo punto, ovvero il presunto complotto con i tedeschi della Bmw, è difficile immaginare che davvero le cose siano andate così.

E' peraltro innegabile che, dopo Luraghi, in Alfa si sia registrato un vuoto di conduzione che ne ha determinato, unitamente alla crisi economica e alla disastrosa produttività dello stabilimento di Pomigliano, il crollo economico che porterà poi alla cessione a Fiat degli anni '80, dopo la "boccata d'aria" della "33". Ecco, a mio parere lo stallo tecnico registrato negli anni '70 e inizio '80 è stato causato più dai fallimentari bilanci di quegli anni che da presunti complotti. E i bilanci furono fallimentari a causa della "palla al piede" Pomigliano. La produttività di quello stabilimento era risibile, la qualità delle prime Alfasud altrettanto. Lo dico da meridionale, ma è chiaro che l'ammirevole, sotto l'aspetto politico-industriale, investimento "Alfasud", si rivelò la vera causa dell'involuzione tecnologica dell'Alfa Romeo in genere, dovuta all'assoluta mancanza di fondi per gli investimenti. Il fatto che l'IRI di Prodi non fosse più disposta a finanziare le perdite e l'inevitabile crollo delle vendite ("33" a parte) determinarono poi la messa in vendita con la scontata cessione, o meglio donazione, a Fiat.

Dopo tale cessione, il brand è stato trattato per anni come un "ospite ingombrante" e quindi si è puntato a trasferire su di esso tecnologie sperimentate prima in Fiat (all'inizio motori esclusi), con l'utilizzo di opportune "sinergie".
Solo verso la fine degli anni '90 si cominciò a comprendere l'entità del "boomerang" che era stato lanciato nel cavallo '80-'90 e così furono presentate la 156, la 147 e la GT, nonché poi (anni 2000) la 159 e la Brera, figlie dell'accordo con GM, e furono fondate strutture come Pratola Serra, la Powertrain e ancora dopo Termoli e infine la struttura di Modena, anche con l'intento di differenziare motorizzazioni e pianali tra i vari brands del gruppo, ma queste sono altre storie..................
 
Premesso che io in quegli anni non ero manco un lontano progetto, qualcosa ho letto e qualche idea me la sono fatta.

Secondo me da qualche anno è molto di moda il "dagli al tedesco" come negli anni '50....quando il governo italiano metteva i superbolli, la superIVA sui 2000 cc ,nessuno parlava di complotto italiano contro i tedeschi : si parlava di misure "protezionistiche" allora ancora legittime, ma che nascondevo la mancanza di volontà Fiat a fare certi tipi di investimenti....poi col tempo l'esportazione è diventata sempre più importante (verso gli USA in primis per le auto di lusso), il protezionismo non bastava più ed ecco che gli italiani hanno accumulato un ritardo tecnologico ed economico che solo ultimamente si prova a colmare.

Secondo me la colpa non è dei tedeschi ma di Fiat,che con la complicità dei governi italiani di allora ha deciso di mettere in "standby" l'Alfa per non doverci competere come sarebbe successo se nel 1986 fosse andata alla Ford, che aveva i soldi(con la voglia di spenderli) e una rete già diffusa negli USA che ripeto, credo allora fossero il mercato di riferimento...io credo che in qualche modo sia intervenuta Fiat per "sabotare" i modelli anni '80.

Che poi i tedeschi abbiano tratto vantaggio da questa storia è un merito loro...se Fiat non ha proposto un'alternativa alla Alfetta mica è colpa o interferenza di di BMW (che se ho capito bene allora era come i marchi di lusso giapponesi a livelllo di immagine) è un dato di fatto che la 90 e, per altri motivi, la 75 successiva non potevano competere con serie 3 e 5. Chi sostituiva una alfetta comprava una delle due BMW, ci si trovava bene e dopo 10 anni ripeteva la scelta, a anche perché trovava una (bellissima IMHO) 164 TA e una 155 che portavano troppe novità e condivisioni in un'epoca in cui l" unità di misura" della passione non era il numero di led o di zone del climatizzatore.

In mano a Ford, che pure in Europa ha dimostrato di non essere poi tanto in grado di gestire marchi di prestigio, si sarebbero sfruttate ben altre sinergie e ben altri propulsori per l'esportazione.
Inoltre, diciamocela tutta, la vergognosa produttività degli stabilimenti italiani pieni di sindacalisti pretestuosi, figli di padri e nipoti di nonni elettori si sarebbe decisamente raddrizzata.
 
ma per piacere, smettiamola di dare la colpa da buoni italiani alle potenze plutocratiche.

Poi che l'Alfa Romeo a livello di prestigio negli anni 70/80 fosse così avanti agli altri mi permetto di dubitare.

Per la storia, ricordiamoci che quando si trattò di vendere a Ford o a Fiat, tutti ma dico tutti si alzarono in piedi novelli paladini dell'italianità della produzione delle auto: abbiamo visto come è andata a finire, in particolare chi voleva aprire impianti in Italia fu ampiamente scoraggiato dalla reale famiglia torinese e dai suoi tirapiedi, preferendo poi Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito
 
conosco abbastanza bene la storia dell'alfa di quegli anni perché mi è stata raccontata da inside , uno poi era pure dirigente di livello, eviterei di incolpare i tedeschi che ovviamente si saranno fregati le mani del bel regalo
Purtroppo alfa è la classica storiaccia italiana dove stato (IRI) e privato hanno fatto gara a dare il peggio , non rimpiango nemmeno la mancata cessione a ford perché con volvo e Jaguar ha combinato disastri, giusto come fiat con alfa e ricordiamoci tutti lancia, evidentemente chi fa auto generaliste o popolari è meglio che si concentri su quello.
Io non dico che non siano capaci , ma alla fine la tentazione di risparmiare condividendo il più possibile si rivela fatale
ps) evitate di far torto alla vostra intelligenza parlandomi di mercedes a/dacia e skoda/audi
 
montaq52 ha scritto:
Poi che l'Alfa Romeo a livello di prestigio negli anni 70/80 fosse così avanti agli altri mi permetto di dubitare.
a mio avviso ti sbagli : ok che come qualità costruttiva ed affidabilità erano la classica auto italiana e cioè lasciavano a desiderare , soprattutto nei confronti dei nordici , ma le alfa di quel tempo avevano delle qualità che erano superiori alla media , le bmw ad esempio come tenuta di strada erano nettamente inferiori, avrebbero avuto soddisfazioni se solo ci avessero investito dei soldi
 
Bombazza95 ha scritto:
Premesso che io in quegli anni non ero manco un lontano progetto, qualcosa ho letto e qualche idea me la sono fatta.

Secondo me da qualche anno è molto di moda il "dagli al tedesco" come negli anni '50....quando il governo italiano metteva i superbolli, la superIVA sui 2000 cc ,nessuno parlava di complotto italiano contro i tedeschi : si parlava di misure "protezionistiche" allora ancora legittime, ma che nascondevo la mancanza di volontà Fiat a fare certi tipi di investimenti....poi col tempo l'esportazione è diventata sempre più importante (verso gli USA in primis per le auto di lusso), il protezionismo non bastava più ed ecco che gli italiani hanno accumulato un ritardo tecnologico ed economico che solo ultimamente si prova a colmare.

Secondo me la colpa non è dei tedeschi ma di Fiat,che con la complicità dei governi italiani di allora ha deciso di mettere in "standby" l'Alfa per non doverci competere come sarebbe successo se nel 1986 fosse andata alla Ford, che aveva i soldi(con la voglia di spenderli) e una rete già diffusa negli USA che ripeto, credo allora fossero il mercato di riferimento...io credo che in qualche modo sia intervenuta Fiat per "sabotare" i modelli anni '80.

Che poi i tedeschi abbiano tratto vantaggio da questa storia è un merito loro...se Fiat non ha proposto un'alternativa alla Alfetta mica è colpa o interferenza di di BMW (che se ho capito bene allora era come i marchi di lusso giapponesi a livelllo di immagine) è un dato di fatto che la 90 e, per altri motivi, la 75 successiva non potevano competere con serie 3 e 5. Chi sostituiva una alfetta comprava una delle due BMW, ci si trovava bene e dopo 10 anni ripeteva la scelta, a anche perché trovava una (bellissima IMHO) 164 TA e una 155 che portavano troppe novità e condivisioni in un'epoca in cui l" unità di misura" della passione non era il numero di led o di zone del climatizzatore.

In mano a Ford, che pure in Europa ha dimostrato di non essere poi tanto in grado di gestire marchi di prestigio, si sarebbero sfruttate ben altre sinergie e ben altri propulsori per l'esportazione.
Inoltre, diciamocela tutta, la vergognosa produttività degli stabilimenti italiani pieni di sindacalisti pretestuosi, figli di padri e nipoti di nonni elettori si sarebbe decisamente raddrizzata.

Sono d'accordo, anche perché hai sostanzialmente la stessa mia opinione, che ho espresso sopra, e in parte nella mia vecchia tesi di storia economica datata 1983, quando ancora Alfa non era passata a Fiat ma se ne erano già create le premesse. Infatti chiudevo il capitolo Alfa Romeo affermando quanto fosse auspicabile un vero rilancio del marchio, che all'epoca sembrava potesse ripartire dalla neonata 33....

Per me Bmw ha tratto vantaggio da una situazione, non l'ha provocata.

Solo su una cosa non posso avallare il tuo pensiero, e cioè sul fatto che il passaggio a Ford sarebbe stato più proficuo e opportuno, ovvero che Ford sarebbe stata in grado di fare meglio di Fiat.
Questo credo che resterà sempre un punto interrogativo perché non abbiamo la controprova.
In ogni caso in mani tedesche a mio avvio non sarebbe più stata la stessa Alfa di prima....
 
montaq52 ha scritto:
ma per piacere, smettiamola di dare la colpa da buoni italiani alle potenze plutocratiche.

Poi che l'Alfa Romeo a livello di prestigio negli anni 70/80 fosse così avanti agli altri mi permetto di dubitare.

Per la storia, ricordiamoci che quando si trattò di vendere a Ford o a Fiat, tutti ma dico tutti si alzarono in piedi novelli paladini dell'italianità della produzione delle auto: abbiamo visto come è andata a finire, in particolare chi voleva aprire impianti in Italia fu ampiamente scoraggiato dalla reale famiglia torinese e dai suoi tirapiedi, preferendo poi Belgio, Olanda, Spagna e Regno Unito

Negli anni '70 e '80 non era affatto avanti agli altri, lo era prima, fino agli anni '60, vivendo ancora di rendita all'inizio degli anni '70, decennio in cui sarebbe maturato il "complotto". E' questo che dice l'ingegnere in quella "chiacchierata".

Non dimentichiamo comunque che l'Alfa Romeo ancora nel 1975-76 vinse due titoli mondiali prototipi e nel 1983-84-85-86 4 titoli europei turismo (GTV6 - canto del cigno dell'Alfa-Alfa), replicati poi solo dal 2000 al 2003 con la valida 156.
 
pilota54 ha scritto:
Bombazza95 ha scritto:
Premesso che io in quegli anni non ero manco un lontano progetto, qualcosa ho letto e qualche idea me la sono fatta.

Secondo me da qualche anno è molto di moda il "dagli al tedesco" come negli anni '50....quando il governo italiano metteva i superbolli, la superIVA sui 2000 cc ,nessuno parlava di complotto italiano contro i tedeschi : si parlava di misure "protezionistiche" allora ancora legittime, ma che nascondevo la mancanza di volontà Fiat a fare certi tipi di investimenti....poi col tempo l'esportazione è diventata sempre più importante (verso gli USA in primis per le auto di lusso), il protezionismo non bastava più ed ecco che gli italiani hanno accumulato un ritardo tecnologico ed economico che solo ultimamente si prova a colmare.

Secondo me la colpa non è dei tedeschi ma di Fiat,che con la complicità dei governi italiani di allora ha deciso di mettere in "standby" l'Alfa per non doverci competere come sarebbe successo se nel 1986 fosse andata alla Ford, che aveva i soldi(con la voglia di spenderli) e una rete già diffusa negli USA che ripeto, credo allora fossero il mercato di riferimento...io credo che in qualche modo sia intervenuta Fiat per "sabotare" i modelli anni '80.

Che poi i tedeschi abbiano tratto vantaggio da questa storia è un merito loro...se Fiat non ha proposto un'alternativa alla Alfetta mica è colpa o interferenza di di BMW (che se ho capito bene allora era come i marchi di lusso giapponesi a livelllo di immagine) è un dato di fatto che la 90 e, per altri motivi, la 75 successiva non potevano competere con serie 3 e 5. Chi sostituiva una alfetta comprava una delle due BMW, ci si trovava bene e dopo 10 anni ripeteva la scelta, a anche perché trovava una (bellissima IMHO) 164 TA e una 155 che portavano troppe novità e condivisioni in un'epoca in cui l" unità di misura" della passione non era il numero di led o di zone del climatizzatore.

In mano a Ford, che pure in Europa ha dimostrato di non essere poi tanto in grado di gestire marchi di prestigio, si sarebbero sfruttate ben altre sinergie e ben altri propulsori per l'esportazione.
Inoltre, diciamocela tutta, la vergognosa produttività degli stabilimenti italiani pieni di sindacalisti pretestuosi, figli di padri e nipoti di nonni elettori si sarebbe decisamente raddrizzata.

Sono d'accordo, anche perché hai sostanzialmente la stessa mia opinione, che ho espresso sopra, e in parte nella mia vecchia tesi di storia economica datata 1983, quando ancora Alfa non era passata a Fiat ma se ne erano già create le premesse. Infatti chiudevo il capitolo Alfa Romeo affermando quanto fosse auspicabile un vero rilancio del marchio, che all'epoca sembrava potesse ripartire dalla neonata 33....

Per me Bmw ha tratto vantaggio da una situazione, non l'ha provocata.

Solo su una cosa non posso avallare il tuo pensiero, e cioè sul fatto che il passaggio a Ford sarebbe stato più proficuo e opportuno, ovvero che Ford sarebbe stata in grado di fare meglio di Fiat.
Questo credo che resterà sempre un punto interrogativo perché non abbiamo la controprova.
In ogni caso in mani tedesche a mio avvio non sarebbe più stata la stessa Alfa di prima....

Sulla gestione Ford di un marchio prestigioso effettivamente abbiamo elementi negativi...è anche vero che io su una S-Type col motore PSA (quindi il male dei mali) ci ho viaggiato qualche volta e l'ho pure guidata per un po' : sarà che è l'unica auto da più di 15k su cui sono salito, ma mi è sembrata un'astronave.

Tralasciate le considerazioni sulla percezione del marchio (e comunque, nonostante tutte le critiche alla gestione ford non mi pare che Jaguar abbia perso chissà quanto nell'immaginario collettivo, a differenza di Alfa) , credo che già il mantenere la TP e inserire qualche benzina grosso, oltre a una condivisione di componentistica elettronica che avrebbe migliorato la disastrosa affidabilità italiana, avrebbe fatto in modo che il mondo non si "dimenticasse" di Alfa.

Forse però su questo aspetto, non avendo vissuto quell'epoca, non riesco a cogliere tutto.

Sono d'accordo sulla questione dei tedeschi, e secondo me il rilancio non sarebbe andato bene come è invece andata bene la "creazione dal nulla" di Audi.
 
L'unica mano che ha certamente agito per la distruzione di Alfa è la stessa che oggi (per interposta persona estranea al gregge) la comanda....
BMW ha fatto quello che doveva fare: migliorare il proprio prodotto fino a farlo diventare migliore di quello del biscione.
Fiat ha fatto ciò che riteneva più facile: distruggere il biscione sfruttando i poteri forti degli anni 70 e primi 80 (che per quanto forti fossero erano pur sempre nulla rispetto alla potenza degli Agnelli).
Il complotto è interno.
 
Primo punto: Alfa regalata a Fiat. Ma fu Fiat che se la fece regalare o ci fu qualcuno cui conveniva darla a Fiat per poi poter chiederle favori?

Secondo punto: Fiat che tarpa le ali ad Alfa. Ma a chi conviene distruggere qualcosa che oramai è diventato tuo? Non era meglio sfruttarne la notorietà e le qualità del marchio?
Non fu fatto perchè in quella fase in Fiat si pensava poco al aspetto tecnico delle auto, ma solo al profitto con il minimo investimento.

Oggi vediamo, dopo tanti sbagli e difficoltà economiche, cosa FCA può fare con Alfa Romeo.
 
Video molto interessante ed al tempo stesso malinconico perchè parla della fine dell'Alfa.
Secondo la mia opinione il declino dell'Alfa è dovuto alla gestione dell'IRI con scelte sciagurate che ne hanno prosciugato le risorse economiche (con effetti sui prodotti) portandola inesorabilmente alla vendita pilotata alla Fiat, che a sua volta ne ha sbagliato totalmente la gestione con scelte sciagurate di sinergia quasi totale che mal si addicevano al dna Alfa Romeo.
L'Alfa 6 era stata un buon prodotto ma nato già vecchio. La 90 e la 75 erano state progettate poco prima dell'acquisto da parte di Fiat con pochissime risorse tanto che la prima fu costruita su base alfetta mentre la seconda su base giulietta '76, col risultato che la 90 fu cannibalizzata dalla 75 ,che invece ebbe un buon successo , perchè i clienti preferirono la maggiore sportività della 75 sia per quanto riguarda la linea sia per quanto riguarda la meccanica (quinta di potenza e diversi assetti). La 75 rappresenta il canto del cigno della meccanica Alfanord che con essa raggiunse il massimo livello di sviluppo e, nonostante nell'85 fossero passati circa 15 anni dall'introduzione dello schema transaxle, era assolutamente al primo posto come prestazioni, tenuta di strada , stabilità e piacere di guida. Basti pensare alle Bmw dell'epoca che sebbene avessero le sospensioni indipendenti, erano chiamate scherzosamente "bare" per la loro scarsa tenuta, soprattutto sul bagnato. Le altre vetture concorrenti (Regata, prisma audi 80 , passat, tempra , dedra, mercedes 190) non andrebbero nemmeno menzionate perchè lontane anni luce dalla sportività dell'Alfa 75, eccetto particolari versioni sportive. Poi con la 155, 146 , 145 ecc si è perso quel quid che caratterizzava le vere Alfa Romeo; buone auto, sia chiaro, ma molto lontane dal concetto delle vetture del Biscione. Basti pensare alla rivalutazione ed al successo che sta avendo ora l'Alfa 75 tra gli appassionati

p.s. condivido il pensiero di maxetto ;)
 
Maxetto883 ha scritto:
Primo punto: Alfa regalata a Fiat. Ma fu Fiat che se la fece regalare o ci fu qualcuno cui conveniva darla a Fiat per poi poter chiederle favori?

Secondo punto: Fiat che tarpa le ali ad Alfa. Ma a chi conviene distruggere qualcosa che oramai è diventato tuo? Non era meglio sfruttarne la notorietà e le qualità del marchio?
Non fu fatto perchè in quella fase in Fiat si pensava poco al aspetto tecnico delle auto, ma solo al profitto con il minimo investimento.

Oggi vediamo, dopo tanti sbagli e difficoltà economiche, cosa FCA può fare con Alfa Romeo.

Ma infatti ad un certo punto dell'intervista (dal minuto 16 circa) si parla dei tedeschi che se avessero potuto, oltre ad alfa avrebbero distrutto anche Fiat.
 
Il teorema dei tedeschi di Bmw registi del declino dell'Alfa Romeo continua a lasciarmi scettico più che perplesso.

La Fiat, una volta acquisita l'Alfa, la gestì applicando un eccesso di sinergie. Si disse che i motivi fossero di carattere strettamente economico, ma è innegabile che in certi segmenti le eventuali vetture Alfa Romeo del tutto in linea con la tradizione avrebbero oscurato le Fiat di pari segmento, determinando conseguenze imprevedibili e probabilmente deleterie per Fiat stessa e il gruppo in genere, in sostanza una sorta di gestione in conflitto di interessi. Quindi sotto certi aspetti furono scelte strategiche comprensibili, ma dagli effetti di fatto negativi per la casa del biscione, alla quale per anni quindi sono state "tarpate le ali".

Oggi la strategia è cambiata, perché dopo la fusione con Chrysler ogni marchio del gruppo ha precise connotazioni e opera in un preciso contesto. Così Fiat continua ad avere una produzione abbastanza di massa, con sconfinamento nel premium solo con la gamma 500 e la 124 spider, Abarth fa l'Abarth, Jeep è specializzata nei Suv premium di tutte le stazze, Alfa Romeo, che è tornata anche in America, è focalizzata su vetture premium dei segmenti C-D-E (ed eventuali coupè) e da notare come una Fiat "D" in concorrenza con Giulia non sia prevista, Maserati e Ferrari sono coerenti con la propria storia e Ferrari stessa ha una certa collaborazione con Alfa Romeo e Maserati.
Insomma oggi la prospettiva appare diversa, ma come ho detto prima questa è un'altra storia, contemporanea ed è OT.
 
pilota54 ha scritto:
Il teorema dei tedeschi di Bmw registi del declino dell'Alfa Romeo continua a lasciarmi scettico più che perplesso.

La Fiat, una volta acquisita l'Alfa, la gestì applicando un eccesso di sinergie. Si disse che i motivi fossero di carattere strettamente economico, ma è innegabile che in certi segmenti le eventuali vetture Alfa Romeo del tutto in linea con la tradizione avrebbero oscurato le Fiat di pari segmento, determinando conseguenze imprevedibili e probabilmente deleterie per Fiat stessa e il gruppo in genere, in sostanza una sorta di gestione in conflitto di interessi. Quindi sotto certi aspetti furono scelte strategiche comprensibili, ma dagli effetti di fatto negativi per la casa del biscione, alla quale per anni quindi sono state "tarpate le ali".

Oggi la strategia è cambiata, perché dopo la fusione con Chrysler ogni marchio del gruppo ha precise connotazioni e opera in un preciso contesto. Così Fiat continua ad avere una produzione abbastanza di massa, con sconfinamento nel premium solo con la gamma 500 e la 124 spider, Abarth fa l'Abarth, Jeep è specializzata nei Suv premium di tutte le stazze, Alfa Romeo, che è tornata anche in America, è focalizzata su vetture premium dei segmenti C-D-E (ed eventuali coupè) e da notare come una Fiat "D" in concorrenza con Giulia non sia prevista, Maserati e Ferrari sono coerenti con la propria storia e Ferrari stessa ha una certa collaborazione con Alfa Romeo e Maserati.
Insomma oggi la prospettiva appare diversa, ma come ho detto prima questa è un'altra storia, contemporanea ed è OT.
quoto e la tua frase non è affatto OT , spiega perfettamente la differenza tra allora ed adesso (per fortuna), anche se si sono buttate via occasioni colossali
 
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