Ci hanno rotto i cosidetti marronnes a farci le pulci e ficcare il naso nei nostri processi ogniqualvolta un loro cittadino viene coinvolto in crimini commessi da noi.
Stiamo ancora aspettando che ci spieghino e condannino i colpevoli di quella triste strage della funivia nel Veneto o Alto Adige, oppure Ustica, o altre migliaia di porcate che fanno impunemente a casa nostra.
Che non ci rompessero i coglioni.
Piuttosto e anzichènò
PUAH!
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Il processo per l'OMICIDIO di MEREDITH a Perugia
Il New York Times accusa il pm
«Amanda un'innocente all'estero»
Scrive Thimoty Egan: «Vittima della collisione tra giornalismo rapace e procuratori sciatti»
NEW YORK - Alla vigilia della testimonianza della principale imputata al processo di Perugia per l'assassinio di Meredith Kercher, il New York Times dedica ad Amanda Knox un commento molto duro nei confronti della magistratura italiana intitolato «un'innocente all'estero». «Il caso contro Knox ha tante così tante crepe ed è così legato alla carriera di un potente procuratore italiano incriminato per comportamento scorretto che qualunque giuria seria lo avrebbe già ricusato da mesi», scrive Thimoty Egan riferendosi al pm Giuliano Mignini. «Questo non significa che i tribunali italiani non siano onesti... La sorte di Knox è nelle mani di sei giurati, fra loro due giudici, che si riuniscono due giorni a settimana e prenderanno a breve una lunga pausa estiva prima di arrivare a un verdetto in autunno», aggiunge il commentatore, la cui figlia era, al momento del delitto in Italia per un periodo di studio, anche lei proveniente da Seattle come l'imputata, precisando che non intende mettere a confronto il sistema giudiziario italiano con quello americano per «decidere quale sia il migliore». Piuttosto il suo scopo, scrive, è quello di parlare di Meredith ma soprattutto di Amanda Knox, «una studentessa altrettanto vivace della vittima la cui vita è stata quasi distrutta dalla collisione fra un giornalismo rapace e una procura sciatta».
GLI ERRORI - Il giornalista deplora, fra l'altro, il primo interrogatorio di Knox durato un'intera notte, senza la presenza di un avvocato o di un interprete ufficiale, così come il fatto che la procura abbia in seguito lasciato trapelare dettagli scabrosi sulla vita sessuale di Amanda, «una cosa che non sarebbe stata mai fatta con un uomo». Douglas Preston, autore americano di best seller che si era stabilito nella campagna di Firenze, impegnato in un libro sul mostro di Firenze, insieme al giornalista italiano Mario Spezi, aveva evidenziato come il procuratore di Perugia, Mignini, fosse lo stesso che avesse riaperto il caso sugli omicidi in serie attribuiti a Pacciani e ai suoi «compagni di merende» nell'ipotesi che fossero coinvolti nelle pratiche sataniste di un gruppo di notabili toscani. Lo stesso che, ricorda il New York Times, lo ha fatto fuggire dall'Italia dopo averlo interrogato e minacciato di arresto, «con gli stessi metodi» usati con Amanda, «un metodo che ora sta venendo alla luce nel caso di comportamento scorretto istruito contro di lui».
11 giugno 2009
Stiamo ancora aspettando che ci spieghino e condannino i colpevoli di quella triste strage della funivia nel Veneto o Alto Adige, oppure Ustica, o altre migliaia di porcate che fanno impunemente a casa nostra.
Che non ci rompessero i coglioni.
Piuttosto e anzichènò
PUAH!
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Il processo per l'OMICIDIO di MEREDITH a Perugia
Il New York Times accusa il pm
«Amanda un'innocente all'estero»
Scrive Thimoty Egan: «Vittima della collisione tra giornalismo rapace e procuratori sciatti»
NEW YORK - Alla vigilia della testimonianza della principale imputata al processo di Perugia per l'assassinio di Meredith Kercher, il New York Times dedica ad Amanda Knox un commento molto duro nei confronti della magistratura italiana intitolato «un'innocente all'estero». «Il caso contro Knox ha tante così tante crepe ed è così legato alla carriera di un potente procuratore italiano incriminato per comportamento scorretto che qualunque giuria seria lo avrebbe già ricusato da mesi», scrive Thimoty Egan riferendosi al pm Giuliano Mignini. «Questo non significa che i tribunali italiani non siano onesti... La sorte di Knox è nelle mani di sei giurati, fra loro due giudici, che si riuniscono due giorni a settimana e prenderanno a breve una lunga pausa estiva prima di arrivare a un verdetto in autunno», aggiunge il commentatore, la cui figlia era, al momento del delitto in Italia per un periodo di studio, anche lei proveniente da Seattle come l'imputata, precisando che non intende mettere a confronto il sistema giudiziario italiano con quello americano per «decidere quale sia il migliore». Piuttosto il suo scopo, scrive, è quello di parlare di Meredith ma soprattutto di Amanda Knox, «una studentessa altrettanto vivace della vittima la cui vita è stata quasi distrutta dalla collisione fra un giornalismo rapace e una procura sciatta».
GLI ERRORI - Il giornalista deplora, fra l'altro, il primo interrogatorio di Knox durato un'intera notte, senza la presenza di un avvocato o di un interprete ufficiale, così come il fatto che la procura abbia in seguito lasciato trapelare dettagli scabrosi sulla vita sessuale di Amanda, «una cosa che non sarebbe stata mai fatta con un uomo». Douglas Preston, autore americano di best seller che si era stabilito nella campagna di Firenze, impegnato in un libro sul mostro di Firenze, insieme al giornalista italiano Mario Spezi, aveva evidenziato come il procuratore di Perugia, Mignini, fosse lo stesso che avesse riaperto il caso sugli omicidi in serie attribuiti a Pacciani e ai suoi «compagni di merende» nell'ipotesi che fossero coinvolti nelle pratiche sataniste di un gruppo di notabili toscani. Lo stesso che, ricorda il New York Times, lo ha fatto fuggire dall'Italia dopo averlo interrogato e minacciato di arresto, «con gli stessi metodi» usati con Amanda, «un metodo che ora sta venendo alla luce nel caso di comportamento scorretto istruito contro di lui».
11 giugno 2009