Questi due fattori non sono affatto distinti, ma direttamente e immediatamente legati dalla semplice formula S=V*T
Lo spazio percorso e' uguale alla velocita' per il tempo.
Dunque, la distanza di sicurezza deve essere commisurata alla velocita' e al tempo di reazione.
Nel momento in cui la distanza di sicurezza e' commisurata alla distanza di sicurezza e al tempo di reazione, si e' sicuri, INDIPENDENTEMENTE DALLA VELOCITA' E DAI TEMPI DI REAZIONE.
Esempio 1 - AEREI
Gli aerei viaggiano a velocita' transoniche ma, mantenendo una distanza di sicurezza consona, sono sicuri.
Esempio 2 - NAVI
Le navi sono molto lente, ma han tempi di reazione lentissimi (calcolabili in MINUTI, non secondi), eppure, mantenendo una distanza di sicurezza sufficiente, sono sicure.
TUTTAVIA
L'auto non si muove in spazi aperti ed amplissimi come navi ed aerei, si muove in strade spesso anguste, tortuose, o dotate di incroci o curve con scarsa visibilita'.
Quindi, non sempre e' possibile mantenere una distanza di sicurezza adeguata.
In tal caso, dati i tempi di reazione come fissi, e' la velocita' che deve essere adeguata in modo che il risultato dell'equiazione sopra citata resti entro i parametri di sicurezza.
Allo stesso modo, se i tempi di reazione si allungano (per esempio stanchezza) la velocita' deve essere, anche qui, ridotta in proporzione.
La cosa IMPORTANTE e' che lo SPAZIO percorso nel TEMPO di reazione sia sufficientemente ridotto da consentirci di reagire per tempo evitando l'incidente.
Notare che raramente il limite di velocita' ha una qualche relazione con queste considerazioni. Per esempio, in citta' il limite e' di 50 km/h, ma esistono tutta una serie di condizioni in cui detta velocita' rende impossibile reagire per tempo. Ne' chi supera il limite e' necessariamente a rischio.
L'unico modo di essere sicuri VERAMENTE e' una valutazione OGGETTIVA e priva di estremismi e cacce alle streghe delle esigenze di sicurezza.
Per esempio, il ragionamento "guido entro i limiti, quindi sono sicuro" e' assolutamente falso.
NON basta stare entro i limiti: serve sempre attenzione e costante valutazione della distanza a disposizione per intervenire in caso di rischio.
Un'altro aspetto da considerare e' che non dobbiamo tenere conto SOLO della NOSTRA velocita', ma anche di quella altrui. Infatti, questa ci toglie in proporzione tempo di reazione.
Ovviamente questo deve essere commisurato alle esigenze RAGIONEVOLI di trasporto, altrimenti i limiti in autostrada andrebbero dimezzati per tenere conto di eventuali salti di corsia, eventi comunque cosi' rari da essere trascurabili, nell'assieme della mobilita' nazionale.
Lo spazio percorso e' uguale alla velocita' per il tempo.
Dunque, la distanza di sicurezza deve essere commisurata alla velocita' e al tempo di reazione.
Nel momento in cui la distanza di sicurezza e' commisurata alla distanza di sicurezza e al tempo di reazione, si e' sicuri, INDIPENDENTEMENTE DALLA VELOCITA' E DAI TEMPI DI REAZIONE.
Esempio 1 - AEREI
Gli aerei viaggiano a velocita' transoniche ma, mantenendo una distanza di sicurezza consona, sono sicuri.
Esempio 2 - NAVI
Le navi sono molto lente, ma han tempi di reazione lentissimi (calcolabili in MINUTI, non secondi), eppure, mantenendo una distanza di sicurezza sufficiente, sono sicure.
TUTTAVIA
L'auto non si muove in spazi aperti ed amplissimi come navi ed aerei, si muove in strade spesso anguste, tortuose, o dotate di incroci o curve con scarsa visibilita'.
Quindi, non sempre e' possibile mantenere una distanza di sicurezza adeguata.
In tal caso, dati i tempi di reazione come fissi, e' la velocita' che deve essere adeguata in modo che il risultato dell'equiazione sopra citata resti entro i parametri di sicurezza.
Allo stesso modo, se i tempi di reazione si allungano (per esempio stanchezza) la velocita' deve essere, anche qui, ridotta in proporzione.
La cosa IMPORTANTE e' che lo SPAZIO percorso nel TEMPO di reazione sia sufficientemente ridotto da consentirci di reagire per tempo evitando l'incidente.
Notare che raramente il limite di velocita' ha una qualche relazione con queste considerazioni. Per esempio, in citta' il limite e' di 50 km/h, ma esistono tutta una serie di condizioni in cui detta velocita' rende impossibile reagire per tempo. Ne' chi supera il limite e' necessariamente a rischio.
L'unico modo di essere sicuri VERAMENTE e' una valutazione OGGETTIVA e priva di estremismi e cacce alle streghe delle esigenze di sicurezza.
Per esempio, il ragionamento "guido entro i limiti, quindi sono sicuro" e' assolutamente falso.
NON basta stare entro i limiti: serve sempre attenzione e costante valutazione della distanza a disposizione per intervenire in caso di rischio.
Un'altro aspetto da considerare e' che non dobbiamo tenere conto SOLO della NOSTRA velocita', ma anche di quella altrui. Infatti, questa ci toglie in proporzione tempo di reazione.
Ovviamente questo deve essere commisurato alle esigenze RAGIONEVOLI di trasporto, altrimenti i limiti in autostrada andrebbero dimezzati per tenere conto di eventuali salti di corsia, eventi comunque cosi' rari da essere trascurabili, nell'assieme della mobilita' nazionale.