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si comincia con 10.000 lavoratori

|Mauro65| ha scritto:
spartacodaitri ha scritto:
uselindelacomare ha scritto:
ragazzi sinceramente, chi non è un agente di commercio o ha la ditta, non cambia l'auto ogni 4 anni....preferisco pagare 2000 euro di tasse in + all'anno che rimettermi 30000 euro di debito addosso....
me la spieghi cortesemente ;)
Il mio collega che vive sotto la Madunina dice che preferirebbe pagare duemila euro di tasse in più all'anno (per dare la cassa integrazione a quelli di Mirafiori) che non cambiare auto (nazionale) ogni 4 anni (per far lavorare quelli di Mirafiori), in quanto 2.000 all'anno sono meno di 30.000 ogni 4 anni ;)

esattamente...proprio così....
 
bumper-morgan ha scritto:
... è la globalizzazione ... maledire chi la ha voluta...
Io credo sia assai poco realistico, seppure confortante, pensare alla globalizzazione come a un fenomeno voluto e provocato alle nostre spalle da ipotetici terzi, stupidi o cattivi.
Probabilmente non l'abbiamo voluta, ma abbiamo senz'altro contribuito e contribuiamo attivamente. Già parecchi anni fa, ad esempio, abbiamo cominciato a fare i nostri acquisti (al supermercato, nei negozi, nei concessionari...) scegliendo i prodotti che costavano meno senza preoccuparci di capire perché costavano meno e quali effetti futuri avrebbero potuto avere quelle nostre scelte.
In altre parole, certi effetti della globalizzazione sembrano andarci benissimo (altrimenti, per esempio, al supermercato le mele provenienti dalla cina marcirebbero sugli scaffali), mentre altri ci fanno arrabbiare. Come se volessimo un mondo costituito da due realtà parallele e indipendenti.
Da una parte io sono consumatore, ovvero compratore (di beni e servizi) e come tale pretendo il diritto di acquistare quello che voglio, dove e quando e da chi mi pare, senza vincoli di sorta e scegliendo liberamente di volta in volta ciò che più mi conviene, senza minimamente preoccuparmi del come o perché certi prezzi siano più bassi di altri.

Dall'altra parte, quando vesto i panni del venditore (di lavoro), vorrei che i compratori della mia merce non avessero la stessa libertà e fossero addirittura obbligati, per svariati motivi, a comprare il prodotto sempre da me anche quando ci sono altri venditori che propongono magari un prodotto migliore oppure lo stesso prodotto a condizioni assai più favorevoli.

Una sorta di medaglia senza rovesci, notoriamente inverosimile.
 
marimasse ha scritto:
Probabilmente non l'abbiamo voluta, ma abbiamo senz'altro contribuito e contribuiamo attivamente. Già parecchi anni fa, ad esempio, abbiamo cominciato a fare i nostri acquisti (al supermercato, nei negozi, nei concessionari...) scegliendo i prodotti che costavano meno senza preoccuparci di capire perché costavano meno e quali effetti futuri avrebbero potuto avere quelle nostre scelte.

Qui il rapporto causa-effetto è un po' ambiguo:

potremmo anche girarla dicendo che, dato che si è abbassato il nostro potere di acquisto, siamo costretti a cercare merci che costino meno.

Probabilmente entrambi gli elementi concorrono e si crea il circolo.
 
renatom ha scritto:
...Probabilmente entrambi gli elementi concorrono e si crea il circolo.
Senz'altro.
Proprio per questo mi pare illusorio (e anche abbastanza ipocrita) pensare di essere solo delle vittime, immacolate e impotenti. Noi tutti siamo parte integrante di quel circolo.

A rigor di logica, quindi, non dovremmo stupirci né arrabbiarci quando i nostri clienti (compratori del nostro lavoro) si comportano con noi nello stesso identico modo in cui noi ci comportiamo con i nostri fornitori (di pane, frutta, indumenti, elettrodomestici...).
Altrimenti, appunto, vogliamo la medaglia con un lato solo, che non esiste.
 
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