<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> SCUOLA-BANDIERE_DIALETTO | Page 6 | Il Forum di Quattroruote

SCUOLA-BANDIERE_DIALETTO

Non e' una questione di QUALI lingue si insegnano, ma di COME le si insegna, che e' tutto un altro problema, che va affrontato quanto prima ma a parte da questo.
;)
 
Mha. A scuola andrebbe benone. Anche i figli di immigrati imparerebbero il dialetto, cosa che aiuterebbe la coesione.
E non farebbe male dedicare qualche ora a qualcosa di utile invece di far studiare futilmente per ore e ore e ore i Promessi Sposi alle medie e poi ancora al liceo: due lezioni dedicate a quel romanzone d'appendice glorificato bastano e avanzano. :D :D :D
 
Ritengo l'insegnamento dei dialetti assolutamente superfluo e dannoso. Non ho assolutamente nulla contro il dialetto in sè, tanto che lo parlo io per primo quando sono con amici che lo parlano. Tuttavia, il dialetto, per sua natura, è una parlata popolare, non accademica, ed è proprio dalla gente che si deve imparare: a insegnare il dialetto, semplicemente parlandolo, devono essere genitori e nonni, non professori, anche perchè non sempre ha una grammatica propria, nè, salvo eccezioni, nasce come lingua scritta.
Io vivo in una regione, il Veneto, in cui il dialetto è molto sentito e parlato, però non esiste un solo dialetto veneto, c'è quello parlato a Venezia, piuttosto che quello di Padova, Dolo, Portogruaro, Bassano, Vicenza, Rovigo, Badia Polesine, Belluno, Pieve di Cadore, Concordia Sagitttaria, Marostica, Este, Montagnana, Meolo, Oderzo, Treviso, Castelfranco, Domegge, e chi più ne ha più ne metta. Non si può imporre un dialetto piuttosto che un altro, anche perchè il lessico e la terminologia sono varie, la parola topo può variare, solo entro il veneto, da "Sorxo", a "Sorze", fino a "Moreia", così come la parola cucchiaio varia da "Sidon" fino a "Scuiero", o ancora "prendere" si può dire "Ciapar" come "Catar". Il dialetto è troppo vario per essere insegnato nelle scuole. Anche un insegnamento a livello comunale non è giustificabie, poichè anche couni vicini o limitrofi hanno differenze, anche non irrilevanti, tra un dialetto e l'altro, e nella maggior parte dei casi un cmune più grande raccoglie un bacino d'utenza di svariate decine di chilometri.
 
Ma ve lo immaginate un parlamentare europeo della lega che a Strasburgo e Bruxelles si alza e si mette a parlare in dialetto :?: :D :D
Parliamo di globalità e poi s'nventano queste cose. Ma va va
 
ivanpg ha scritto:
Ma ve lo immaginate un parlamentare europeo della lega che a Strasburgo e Bruxelles si alza e si mette a parlare in dialetto :?: :D :D
Parliamo di globalità e poi s'nventano queste cose. Ma va va

Beh, lo capirebbero uguale a De Mita che parlasse inglese.......
 
a_gricolo ha scritto:
ivanpg ha scritto:
Ma ve lo immaginate un parlamentare europeo della lega che a Strasburgo e Bruxelles si alza e si mette a parlare in dialetto :?: :D :D
Parliamo di globalità e poi s'nventano queste cose. Ma va va

Beh, lo capirebbero uguale a De Mita che parlasse inglese.......

Anche questo è vero :? :D :D
 
Per me l'insegnamento del dialetto può essere una materia utile, ma dovrebbe essere fatto sia su base volontaria che al di fuori dei programmi scolastici. Ad esempio nel doposcuola...
 
silverrain ha scritto:
Per me l'insegnamento del dialetto può essere una materia utile, ma dovrebbe essere fatto sia su base volontaria che al di fuori dei programmi scolastici. Ad esempio nel doposcuola...

Comunque sfido nelle città trovare persone dai 30 anni in giù che sappiano parlare correttamente il dialetto e soprattutto a scriverlo
 
ivanpg ha scritto:
silverrain ha scritto:
Per me l'insegnamento del dialetto può essere una materia utile, ma dovrebbe essere fatto sia su base volontaria che al di fuori dei programmi scolastici. Ad esempio nel doposcuola...

Comunque sfido nelle città trovare persone dai 30 anni in giù che sappiano parlare correttamente il dialetto e soprattutto a scriverlo
PÒTA! ALÙRA! FÀGA CHI?
 
krukko ha scritto:
ivanpg ha scritto:
silverrain ha scritto:
Per me l'insegnamento del dialetto può essere una materia utile, ma dovrebbe essere fatto sia su base volontaria che al di fuori dei programmi scolastici. Ad esempio nel doposcuola...

Comunque sfido nelle città trovare persone dai 30 anni in giù che sappiano parlare correttamente il dialetto e soprattutto a scriverlo
PÒTA! ALÙRA! FÀGA CHI?

Non dirmi che tu hai meno di 30 anni :lol:
 
99octane ha scritto:
Gtdriving ha scritto:
Non ho niente contro i dialetti ma mi dà fastidio quando con il pretesto di argomentazioni culturali si cerca di costruire nient'altro che barriere linguistiche contro presunti "invasori". E insegnarli a scuola mi sembra assolutamente inutile: il killer dei dialetti in Italia è stata la televisione, per tutelarli andrebbe abolita quella.
Piuttosto andrebbe insegnato meglio e tutelato l'Italiano (con la I maiuscola), perchè non viene parlato in nessun'altra parte del mondo ed è una lingua bellissima. E a chi dirà che anche l'italiano era, in origine, un dialetto rispondo: certo, ma è quello che in italia ha preso il sopravvento perchè era il più comprensibile e perchè vi furono scritte opere bellissime. Lingue e dialetti subiscono la stessa pressione selettiva delle specie animali e botaniche: di queste ne scompaiono decine ogni anno, può scomparire anche un dialetto.

Allora, se vogliamo, proprio la televisione e' la prima killer dell'italiano.
Personalmente, so parlare italiano, inglese, un po' di milanese e di francese, e so capire italiano, inglese, francese, spagnolo, milanese e parmense.
Quest'ultimo, parlato dalle mie zie e da mia nonna, con le quali sono cresciuto per i primi anni della mia vita, purtroppo non lo conosco, e mi dispiace.
Conoscere la propria lingua nazionale e' fondamentale, cosi' come conoscerne almeno una straniera.
E' vero che non si deve rimanere attaccati al passato in modo sterile e inerte, ma nemmeno andare avanti dimenticandolo e' una cosa saggia ne' produttiva.

Di quale televisione parli? Se è quella attuale ti dò ragione in pieno, ma io mi riferivo più a quella di 30-40 anni fa, che veramente insegnò l'italiano agli italiani, continuando l'opera iniziata dalla radio, in effetti. Quello che volevo dire è che insegnarli a scuola mi sembra una inutile forzatura, lo voglio vedere il libro di grammatica del friulano...un dialetto è quasi "per definizione" un modo di parlare che si tramanda da una generazione a quella successiva con il semplice ascolto di chi ha più anni sul groppone: se i nostri figli preferiscono guardare la tv piuttosto che stare col babbo o coi nonni cosa gli vuoi insegnare a scuola? Ecco perchè dico che il nobilissimo scopo culturale è in realtà solo un pretesto, secondo me, per far sì che gli insegnanti siano tutti di QUELLA regione e scoraggiare gli "stranieri" (leggi: provenienti da altre regioni) ad iscrivere i propri figli in quella scuola. Finchè si parlerà di SCUOLA ITALIANA tutto questo mi sembra un'assurdità, se un giorno si parlerà di scuola lombarda, veneta, piemontese ecc. allora probabilmente sarà legittimo.
 
ivanpg ha scritto:
krukko ha scritto:
ivanpg ha scritto:
silverrain ha scritto:
Per me l'insegnamento del dialetto può essere una materia utile, ma dovrebbe essere fatto sia su base volontaria che al di fuori dei programmi scolastici. Ad esempio nel doposcuola...

Comunque sfido nelle città trovare persone dai 30 anni in giù che sappiano parlare correttamente il dialetto e soprattutto a scriverlo
PÒTA! ALÙRA! FÀGA CHI?

Non dirmi che tu hai meno di 30 anni :lol:
No. Ma queste sono anche le poche parole del io dialetto che conosco. E pure male....
 
99octane ha scritto:
Mha. A scuola andrebbe benone. Anche i figli di immigrati imparerebbero il dialetto, cosa che aiuterebbe la coesione.
E non farebbe male dedicare qualche ora a qualcosa di utile invece di far studiare futilmente per ore e ore e ore i Promessi Sposi alle medie e poi ancora al liceo: due lezioni dedicate a quel romanzone d'appendice glorificato bastano e avanzano. :D :D :D

Dando per certa la tua buona fede nella prima affermazione, ti dico che secondo me sei in errore e che l'intento di chi ha fatto la proposta è esattamente contrario alla coesione. Sui Promessi Sposi il tempo che vi si dedica forse puà apparire spropositato, però ci sarebbe da dire che ha un indiscutibile valore storico per la lingua italiana perchè è semplicemente il PRIMO vero ROMANZO della nostra letteratura. E se per alcune parti interminabili intrise di morale cattolica lo abbiamo odiato, la bellezza di capitoli come quello della peste e della monaca di monza (per citarne due) valgono tutta l'opera.
 
Nano86 ha scritto:
Ritengo l'insegnamento dei dialetti assolutamente superfluo e dannoso. Non ho assolutamente nulla contro il dialetto in sè, tanto che lo parlo io per primo quando sono con amici che lo parlano. Tuttavia, il dialetto, per sua natura, è una parlata popolare, non accademica, ed è proprio dalla gente che si deve imparare: a insegnare il dialetto, semplicemente parlandolo, devono essere genitori e nonni, non professori, anche perchè non sempre ha una grammatica propria, nè, salvo eccezioni, nasce come lingua scritta.

No, scusa, ma non sono assolutamente d'accordo con te.
Questo e' l'atteggimento di superiorita' spocchiosa che una certa nomenklatura culturale (se cosi' si puo' dire) italiana ha sempre tenuto nei confronti di quelle che sono lingue a tutti gli effetti e che oggi si riconosce che andrebbero tutelate, dopo lo scempio che questi, mi si perdoni ignoranti
ne hanno fatto.
Che si debba imparare l'italiano e' sacrosanto.
Mi fa specie persino che ci sia qualcuno che ritiene necessario specificarlo...
Che i dialetti siano una forma di linguaggio in qualche modo inferiore, no.
L'italiano e' stata una lingua popolare a sua volta e, se si fosse sempre ragionato a questo modo, parleremmo ancora latino.
Invece, e' proprio della cultura (quella vera, non quella autoreferenziale di certi nostri ambiti accademici baronali e sterili) e' di saper riconoscere il valore di un aspetto tanto fondamentale e conservarlo, preservarlo, portare a una sua formalizzazione, se non altro perche' non vada perduto.
Che poi ogni dialetto abbia le forme a se', non devi certo venirlo a dire a me, che mio nonno distingueva il dialetto "di citta'" di Porta Cicca da quello di Porta Vigentina, da quello del suo paese a quello dei "forestieri" verso como :D :D :D
E' chiaro che non si possono insegnare queste finezze, che erano apprese in casa, ma e' altrettanto chiaro che i dialetti stanno svanendo, e se non li si tutela in qualche modo, scompariranno del tutto.
 
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