«Antonio ucciso a pugni
Non possiamo perdonare»
Antonio De MeoAntonio De Meo, 23 anni, sognava una laurea in Agra ria e un futuro con la fidanza ta Annalisa. Sogni interrotti, perché la notte di lunedì 10 agosto fu aggredito e ucciso a pugni in faccia da un grup po di minorenni rom davanti a un chioschetto di Villa Rosa di Martinsicuro, in provincia di Teramo. [...]
Quella sera però Antonio non ha voluto lasciare corre re. Si è arrabbiato con il grup petto di rom, ha alzato un po? la voce ed è andato a sedersi al chiosco per ordinare un pa nino e un?aranciata. La di scussione è ricominciata, più accesa, e i ragazzini sono pas sati ai pugni. Fratture alla ma scella e al setto nasale. Colpi mortali. Antonio De Meo è morto poco dopo i soccorsi. Gli aggressori sono scappati, ma i carabinieri li hanno identificati e arrestati con l?accusa di omicidio preterin tenzionale. Erano in tre, tutti minorenni, di etnia rom. Uno di loro appena tredicenne, e per questo non imputabile. In manette anche il padre di uno dei ragazzi, accusato di favoreggiamento per aver da to alle fiamme uno degli scoo ter (risultato rubato) con il quale i tre si erano dati alla fu ga dopo aver visto Antonio crollare a terra.
Ora la famiglia di Antonio De Meo, la mamma Lucia, il papà Giuseppe, la sorella Ma ria e il fratello Nicola hanno scritto una lettera al Corriere della Sera per raccontare An tonio, così come era nella sua semplicità, per ricordar lo con il suo sorriso e la sua voglia di fare. E per dire che non potranno perdonare i tre assassini.
**************
A me è successa la stessa cosa anni fa.
Hanno pestato mio padre e mio fratello a sangue e nessuno ha fatto niente.
Nessuno li ha accusati, nessuno li toccati, nessuno ha avuto il coraggio di ricambiare la stessa moneta.
Anzi, ci sono dei cretini dell'opera nomadi che li difendono.
Nessuna istituzione ci ha aiutati, il sindaco ci disse di rivolgerci ai carabinieri, i Carabinieri al sindaco.
Salvo poi, in disparte, uno di questi mi ha confessato:
Noi non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate,sono protetti dall'alto.
Posso solo dirti una cosa; Se vuoi "agire" di testa tua me lo dici e noi pattuglieremo un'altra zona.
Abbiamo paura ad entrare nei loro accampamenti, loro hanno i Kalasnikov, noi le beretta di ordinanza.
Le mie condoglianze alla famiglia (e ai 4 giovani morti ad Appignano da un Rom che ha scontato 6 anni per 4 morti, meno il condono...)
Ma il mio consiglio è DIFARSI GIUSTIZIA DA SE.
La giustizia in Italia NON ESISTE.
L'esempio di Ahmentovic è lampante.... pena NULLA e tanta pubblicità., con il condono neanche un anno a morto!
Sono schifato e scusate ma leggendo ho rivissuto il mio dramma.
Non possiamo perdonare»
Antonio De MeoAntonio De Meo, 23 anni, sognava una laurea in Agra ria e un futuro con la fidanza ta Annalisa. Sogni interrotti, perché la notte di lunedì 10 agosto fu aggredito e ucciso a pugni in faccia da un grup po di minorenni rom davanti a un chioschetto di Villa Rosa di Martinsicuro, in provincia di Teramo. [...]
Quella sera però Antonio non ha voluto lasciare corre re. Si è arrabbiato con il grup petto di rom, ha alzato un po? la voce ed è andato a sedersi al chiosco per ordinare un pa nino e un?aranciata. La di scussione è ricominciata, più accesa, e i ragazzini sono pas sati ai pugni. Fratture alla ma scella e al setto nasale. Colpi mortali. Antonio De Meo è morto poco dopo i soccorsi. Gli aggressori sono scappati, ma i carabinieri li hanno identificati e arrestati con l?accusa di omicidio preterin tenzionale. Erano in tre, tutti minorenni, di etnia rom. Uno di loro appena tredicenne, e per questo non imputabile. In manette anche il padre di uno dei ragazzi, accusato di favoreggiamento per aver da to alle fiamme uno degli scoo ter (risultato rubato) con il quale i tre si erano dati alla fu ga dopo aver visto Antonio crollare a terra.
Ora la famiglia di Antonio De Meo, la mamma Lucia, il papà Giuseppe, la sorella Ma ria e il fratello Nicola hanno scritto una lettera al Corriere della Sera per raccontare An tonio, così come era nella sua semplicità, per ricordar lo con il suo sorriso e la sua voglia di fare. E per dire che non potranno perdonare i tre assassini.
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A me è successa la stessa cosa anni fa.
Hanno pestato mio padre e mio fratello a sangue e nessuno ha fatto niente.
Nessuno li ha accusati, nessuno li toccati, nessuno ha avuto il coraggio di ricambiare la stessa moneta.
Anzi, ci sono dei cretini dell'opera nomadi che li difendono.
Nessuna istituzione ci ha aiutati, il sindaco ci disse di rivolgerci ai carabinieri, i Carabinieri al sindaco.
Salvo poi, in disparte, uno di questi mi ha confessato:
Noi non possiamo fare niente, abbiamo le mani legate,sono protetti dall'alto.
Posso solo dirti una cosa; Se vuoi "agire" di testa tua me lo dici e noi pattuglieremo un'altra zona.
Abbiamo paura ad entrare nei loro accampamenti, loro hanno i Kalasnikov, noi le beretta di ordinanza.
Le mie condoglianze alla famiglia (e ai 4 giovani morti ad Appignano da un Rom che ha scontato 6 anni per 4 morti, meno il condono...)
Ma il mio consiglio è DIFARSI GIUSTIZIA DA SE.
La giustizia in Italia NON ESISTE.
L'esempio di Ahmentovic è lampante.... pena NULLA e tanta pubblicità., con il condono neanche un anno a morto!
Sono schifato e scusate ma leggendo ho rivissuto il mio dramma.