DareAvere(exTDI89) ha scritto:Abbiamo concezioni diverse del lavoro evidentemente. Ai vertici della mia scala dei valori c'è sicuramente il senso del dovere e una sorta di riconoscenza verso chi mi consente di vivere discretamente e meglio di molti altri. Io quando c'è stato bisogno sono andato in ufficio anche con la febbre e anche durante le ferie. Qualche estate fa ero in vacanza con la mia fidanzata a Cervinia quando venni a sapere che per deliberare alcune pratiche di una certa importanza era necessaria la mia presenza a Roma in ufficio. Senza che nessuno me lo chiedesse sono salito in macchina e sono andato a Roma, ho fatto quello che dovevo fare e sono tornato in montagna il giorno dopo(ho tirato come un dannato, mitica Audi A4 TDI)... La mia fidanzata mi ha tenuto in muso per tutta la permanenza in montagna, ma quelle pratiche dovevano essere deliberate...
Io veramente in ufficio vedo persone che adesso sono in Sicilia e che dovevano essere a lavoro lunedì ma torneranno il 9.
Un'altra mia collega mi ha chiamato l'altro giorno dicendomi se avevo il numero del suo capo (lei non ce l'ha) per avvertirlo che tornerà anche lei il 9.
Se te, come Empe, volete vivere per il lavoro, potete pur farlo e a me la cosa non dispiace, ma dovete aver rispetto per coloro che vogliono avere anche altri interessi nella vita oltre a quello di lavorare.
Al dilà di tutto, credo che a trarre beneficio dal tuo modo di essere zelante sul lavoro, sia soprattutto te stesso (come è giusto che sia) facendo carriera velocemente ed essendo remunerato adeguatamente.
Per il momento, lavoro anche 12 ore al giorno, ma solo quando "posso" ossia quando non ho altri impegni che reputo prioritari al lavoro stesso.
Ho i miei nonni molto anziani (100 anni e 97 anni) a cui voglio dedicare del tempo e per cui stravolgo ben volentieri gli impegni in agenda pur di cenare/pranzare con loro.
Ho anche una fidanzata e una vita al dilà dell'ufficio e che (per fortuna) occupa del tempo nella mia giornata.
Indi ragion per cui....