Arnaud Belloni, direttore marketing global del marchio Renault, ci spiega come sta cambiando l'immagine della Casa francese dopo l’arrivo della nuova utilitaria elettrica Renault 5. E perché, a sua detta, le elettriche non piacciono agli italiani: "Hanno linee banali".
Elettriche "piatte". Per Belloni, i problemi delle elettriche stanno nelle forme: tanti costruttori, sostiene il manager, stanno perdendo clienti perché puntando su design poco accattivanti. "Molti modelli elettrici sembrano dei pesci", sentenzia. "Per rendere le auto a batteria desiderabili, devono essere più belle di quelle termiche. Le auto interessano ancora, ma è fondamentale creare prodotti che piacciano, non prodotti poco richiesti su cui investire in pubblicità per convincere i consumatori”. Per spiegarsi meglio, Belloni (ovviamente) tira in ballo la nuova Renault 5: "È un'auto molto desiderabile in fatto di design, e se la volete c’è solo elettrica. D’altra parte, i tecnici mi hanno spiegato che nemmeno volendo c’è modo di ricavarne una versione con motore a combustione. La sua piattaforma è specifica per un'auto a batteria."
Lusso e social, ma niente influencer. Per quel che riguarda l'immagine della Renault, Belloni spiega come siano i marchi di lusso (italiani e francesi) ad avere la chiave per un profilo marketing forte e solido. Ed è proprio a questi che la Casa della Losanga si sta ispirando: "Se fate caso alle nostre nuove campagne pubblicitarie, non facciamo mai riferimento al prezzo o sconti d'acquisto. Gli spot nascono per comunicare un'idea, un ricordo a chi magari la vecchia Renault 5 l'ha vissuta davvero. L'attenzione ai colori, alla fotografia, alle musiche, ascoltate da me personalmente, è stata fondamentale per creare i nostri nuovi spot". Inevitabile il capitolo social: "È stato fondamentale in questa nuova visione delle cose, fino a un anno e mezzo fa non avevamo il canale TikTok, ma ora che ci siamo dentro, anche noi abbiamo deciso di farlo seguendo le modalità di brand come Gucci o Dior. Usiamo molto di più i social network, ma non gli influencer: le auto sono un prodotto tecnologico da spiegare e per venderle non basta un faccino carino”.
Marketing centralizzato. Belloni spiega anche la revisione globale delle attività di marketing: "Prima che arrivassi non esisteva una direzione marketing mondiale di Renault e ogni nazione aveva la sua. Questo ha portato a creare, per esempio, nove spot differenti per il lancio della Clio nel 2019, con spese complessive di circa 10 milioni di euro. Con me, per la Mégane, ne abbiamo realizzato uno solo per tutti i mercati, spendendo fra gli 1,5 e i 2 milioni di euro. Ora trattiamo le condizioni economiche per le pubblicità a livello europeo e non più Stato per Stato". Ultimo tassello, ma non per questo meno importante, è stato il riposizionamento delle concessionarie: "Nel tempo hanno abbandonato i centri delle città, ma poi ci siamo resi conto che proprio qui non si vendevano più Renault. Quindi siamo tornati, aprendo dei punti più piccoli (150-200 metri quadri al massimo) in precisi quartieri. Questi showroom chiamati RNLT (ce n'è uno anche a Milano) sono capaci di offrire un'esperienza diversa e più gratificante a chi decide di entrare."
www.quattroruote.it
Elettriche "piatte". Per Belloni, i problemi delle elettriche stanno nelle forme: tanti costruttori, sostiene il manager, stanno perdendo clienti perché puntando su design poco accattivanti. "Molti modelli elettrici sembrano dei pesci", sentenzia. "Per rendere le auto a batteria desiderabili, devono essere più belle di quelle termiche. Le auto interessano ancora, ma è fondamentale creare prodotti che piacciano, non prodotti poco richiesti su cui investire in pubblicità per convincere i consumatori”. Per spiegarsi meglio, Belloni (ovviamente) tira in ballo la nuova Renault 5: "È un'auto molto desiderabile in fatto di design, e se la volete c’è solo elettrica. D’altra parte, i tecnici mi hanno spiegato che nemmeno volendo c’è modo di ricavarne una versione con motore a combustione. La sua piattaforma è specifica per un'auto a batteria."

Lusso e social, ma niente influencer. Per quel che riguarda l'immagine della Renault, Belloni spiega come siano i marchi di lusso (italiani e francesi) ad avere la chiave per un profilo marketing forte e solido. Ed è proprio a questi che la Casa della Losanga si sta ispirando: "Se fate caso alle nostre nuove campagne pubblicitarie, non facciamo mai riferimento al prezzo o sconti d'acquisto. Gli spot nascono per comunicare un'idea, un ricordo a chi magari la vecchia Renault 5 l'ha vissuta davvero. L'attenzione ai colori, alla fotografia, alle musiche, ascoltate da me personalmente, è stata fondamentale per creare i nostri nuovi spot". Inevitabile il capitolo social: "È stato fondamentale in questa nuova visione delle cose, fino a un anno e mezzo fa non avevamo il canale TikTok, ma ora che ci siamo dentro, anche noi abbiamo deciso di farlo seguendo le modalità di brand come Gucci o Dior. Usiamo molto di più i social network, ma non gli influencer: le auto sono un prodotto tecnologico da spiegare e per venderle non basta un faccino carino”.
Marketing centralizzato. Belloni spiega anche la revisione globale delle attività di marketing: "Prima che arrivassi non esisteva una direzione marketing mondiale di Renault e ogni nazione aveva la sua. Questo ha portato a creare, per esempio, nove spot differenti per il lancio della Clio nel 2019, con spese complessive di circa 10 milioni di euro. Con me, per la Mégane, ne abbiamo realizzato uno solo per tutti i mercati, spendendo fra gli 1,5 e i 2 milioni di euro. Ora trattiamo le condizioni economiche per le pubblicità a livello europeo e non più Stato per Stato". Ultimo tassello, ma non per questo meno importante, è stato il riposizionamento delle concessionarie: "Nel tempo hanno abbandonato i centri delle città, ma poi ci siamo resi conto che proprio qui non si vendevano più Renault. Quindi siamo tornati, aprendo dei punti più piccoli (150-200 metri quadri al massimo) in precisi quartieri. Questi showroom chiamati RNLT (ce n'è uno anche a Milano) sono capaci di offrire un'esperienza diversa e più gratificante a chi decide di entrare."

Renault - "Le auto elettriche? Linee banali, per questo non piacciono"
Quattro chiacchiere con Arnaud Belloni, direttore marketing global del marchio Renault, sul futuro del brand