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Quando non si vuol rinunciare

Mi pare che in questi giorni al tg regionale abbiano parlato più volte del rischio valanghe con i bruschi cambiamenti del meteo a cui stiamo assistendo.
 
Se per questo mi pareva palese che sarebbe stato un fine settimana con tempo pessimo.
Non mi pare ci fosse il minimo spazio per escursioni in alta quota.
La situazione meteo non mi pareva borderline da poter parlare di rischio calcolato.

Fra l'altro in un gruppo la velocità è del più lento.
Essendo in sei, facile qualcuno non fosse fisicamente pronto a sostenere lo sforzo. E nessuno è preparato a lasciare "indietro" qualcuno.
 
Massimo rispetto per chi fa il soccorritore e mette a repentaglio la propria vita anche in casi in cui se ne potrebbe fare a meno se la gente fosse un po' più responsabile.
 
Marzo è un mese instabile penso dalla notte dei tempi. Andare in escursione durante il passaggio di una perturbazione, prevista da settimane (uno dei rari casi in cui ci azzeccano dal 1993, anno della scomparsa di Bernacca), è semplicemente da mentecatti. Imho ovviamente, ma credo anche a livello assoluto...
 
Certo che

Enorme valanga ( dal titolo )
e
diversi metri cubi di neve ( nel testo....III rigo )
'N se ponno guarda'
 
Ultima modifica:
Tutti di una famiglia valdese , da non credere che non sapessero del rischio,mah!
sarà mica che confidano nella provvidenza del... soccorso alpino? Mio padre ne faceva parte e sapevano che un fattore di rischio erano i preti che portavano ragazzi in montagna, rappresentati da boyscout, che ogni 3 o 4 anni si mettono nelle grane, un amico che fa parte al momento del s.alpino dice che è stufo di andare a soccorrere gente che va nei rifugi, mangia e soprattutto beve e poi il gestore stesso li blocca prima che si facciano male alla discesa e giù una chiamata al soccorso...
 
sarà mica che confidano nella provvidenza del... soccorso alpino? Mio padre ne faceva parte e sapevano che un fattore di rischio erano i preti che portavano ragazzi in montagna, rappresentati da boyscout, che ogni 3 o 4 anni si mettono nelle grane, un amico che fa parte al momento del s.alpino dice che è stufo di andare a soccorrere gente che va nei rifugi, mangia e soprattutto beve e poi il gestore stesso li blocca prima che si facciano male alla discesa e giù una chiamata al soccorso...
manca proprio "senso di responsabilità".
Mia figlia la scorsa estate era in escursione con una comitiva.
Una signora "meno giovane" ad un certo punto dichiara che non riesce più a camminare, che serve l'elicottero Ok panico, mia figlia raggiunge uno dei responsabili più indietro per aggiornarlo.
Insomma tempo 5 minuti e la tizia è in piedi che cammina :emoji_astonished:
 
Non so neanche se sia più facile arginare le imprudenze dei turisti rispetto agli autoctoni.
Chi vive in quelle zone,anche se in teoria dovrebbe conoscere bene i rischi,può prendere e partire per un'escursione in qualsiasi momento.
Il turista in teoria dovrebbe pernottare o comunque appoggiarsi a qualche struttura dove potrebbe essere intercettato e convinto a non cimentarsi in imprese pericolose.
Ma se sono zone che vivono anche di turismo è difficile.
 
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