Dunque avevamo da pagare i barattoli più qualche oggetto per la casa, andiamo alla cassa per pochi articoli e passo lo scanner su quelli che pago io e poi su quelli di mio padre tra i quali i quattro barattoli, mentre chiacchieriamo….».
Sembra tutto a posto ma non è così. La ragazza, con il padre, si avvia verso l’uscita ma viene bloccata da un agente della sicurezza che gli chiede una verifica. «Lo lasciamo controllare e in effetti c’erano un prezzo sul coperchio e un altro per il barattolo, io non me ne ero accorta dunque dico all’agente che è colpa mia, li ho presi assieme così com’erano e non ho controllato. Mio padre vuole comunque pagare subito i quattro barattoli, il tipo dice venite con me all’ingresso, devo solo avvisare il mio superiore per il pagamento». Il direttore, però, è tutt’altro che disponibile, anzi. «Chiede a mio padre che cosa è successo, lui lo racconta da capo e si scusa ancora, vuole pagare. Ma il direttore guarda mio padre e gli dice ”insomma avete rubato”. Mio padre risponde ”no, le dico che non abbiamo fatto attenzione, colpa nostra, ma non abbiamo voluto rubare”, ma il direttore continua trattandoci da ladri e mio padre comincia a innervosirsi. Mi dico che forse è meglio intervenire e dico ”mi spiace colpa mia ho passato male gli articoli” e lui che cosa mi risponde? ”Dunque sei tu la ladra!!” E mio padre si arrabbia ancora di più. Il direttore dice ”quindi non ammettete che avete voluto rubare, allora faccio una deposizione di furto”, mio padre dice ”ovviamente non la firmiamo”, il direttore dice ”ok chiamo la polizia”». Li mettono in una sala, arriva la polizia,poi un agente annuncia: «La portiamo via per furto organizzato, adesso arriva un’altra pattuglia per trasportare suo padre, “lei viene con me” e aggiunge ”se provi a scappare ti sparo con il taser”. Ci dicono che staremo in cella 24 ore, mio padre cerca di spiegare di nuovo la situazione, dice che il giorno dopo deve lavorare e io pure, nessuno ci ascolta…».