ma anche non pasticcio: in un nucleo familiare convivente le auto vengono usate da tutti più o meno indifferentemente e quindi è indifferente chi le assicura..la classe di merito è condivisa, così incentivo l´intestare le auto a chi effettivamente è il proprietario. Qua in Germania è la stessa cosa, i figli prendono la classe dei genitori, ma senza classi "interne", solo con un secondo parametro legato all´età (che comunque esiste anche in Italia). Purtroppo questa equiparazione non vale una volta stipulata l´assicurazione..sai che dolori la mia assicurazione dopo un incidente fatto da mio papà con la mia auto..esattamente l´anno prima di andare a vivere per conto mio in altra nazione..hanno visto l´attestato di rischio con un incidente fresco fresco con colpa al 100% e...mi hanno appioppato la 14..La logica della riforma Bersani era giusta: obbligare le compagnie assicurative a concedere la stessa classe di merito ad un soggetto che assicurava, a suo nome, una seconda auto. Cosa che solitamente molte compagnie facevano in automatico, ma
non tutte. Fatto sta che la norma finale previde una cosa sbagliatissima: l’applicazione della classe di merito anche ad un altro componente del nucleo familiare. Quindi, un diciottenne entra in prima classe per il solo fatto che vi è il genitore. Una norma assurda.
Dal canto loro, le compagnie assicurative si sono “difese”: visto che la legge obbliga a fare una forzatura, loro applicano delle classi interne che, di fatto, vanificano la classe di merito universale. Perché le tariffe non sono basate sulla classe ufficiale, ma su quella interna della singola compagnia. Con la paradossale - ma voluta - conseguenza che due soggetti che assicurano la stessa vettura, nella stessa classe di merito, possono pagare premi molto diversi a seconda del fatto di beneficiare o meno del decreto Bersani.
Classico pasticcio all’italiana, come si può notare