Se penso alla mia infanzia, negli anni '80, poi la scuola, l'università, gli anni di adesso, e l'evoluzione della tecnologia in tutti questi anni, mi sembra di essere passata attraverso un secolo di evoluzione, mentre invece sono solo 30 anni.
Il mio primo computer l'ho comprato a 20 anni, il primo anno di università.
Prima avevo solo la mia macchina da scrivere Olivetti.
Alle scuole medie facevo le ricerche sull'enciclopedia Conoscere, ricalcando con la carta velina i disegnini degli animali, delle cellule, di qualsiasi cosa fosse, e attaccandoli con la colla Pritt al mio quaderno a quadretti di scienze.
Al giorno d'oggi le ricerche si fanno in internet, su wikipedia. Il potenziale di informazioni reperibili su internet è esponenzialmente immenso rispetto a quello della mia vecchia enciclopedia Conoscere, ma quasi quasi preferivo i vecchi tempi. Una ricerca richiedeva manualità, impegno, ore di scrittura o ricerca sui libri, e ogni compito o ricerca era una cosa a sè.
L'epoca delle sale giochi l'ho vissuta anche io, anche se le ho frequentate pochissimo, solo al mare in rari casi.
I miei genitori erano sempre stati contrari ai videogiochi, alle ore davanti alla televisione, alle console casalinghe. Mi dicevano che facevano venire "l'acqua nel cervello".
Infatti la mia prima console non me l'hanno comprata, ma l'ho vinta: un Super Nintendo vinto alla presentazione della Fiat Cinquecento nel lontano 1994.
Al giorno d'oggi la nostra vita è piena di tecnologia. Passo le ore della mia giornata china su un computer per lavoro, e nelle altre ore mi districo tra l'onnipresente iPhone, l'iPad, il computer da cui sto scrivendo ora. Questi aggeggi sono onnipresenti nella nostra vita quotidiana, e ormai fanno davvero di tutto: sono anche loro fonte inesauribile di informazioni utili o inutili, nonché console di gioco, e lettori musicali.
Il mio iPhone mi accompagna 24 ore su 24, dalla sveglia la mattina, alla navigazione online, le chiamate, gli sms, le email, la musica mentre vado a correre o collegato all'autoradio, come fotocamera, videocamera, stazione meteo, punto di collegamento tra me e il mondo.
Una volta tutto ciò non era possibile. 20, 15 anni fa scrivevo alle mie "amiche di penna" in Germania con la mia penna su fogli da lettera, mentre ora basta un attimo: un'email e via. Eppure, in certi casi si era più vicini una volta che ora.
Ma anche no. Grazie a questi moderni mezzi di comunicazione come gli smartphone, programmi come Skype, Whatsapp e via dicendo si riescono ad annullare distanze di centinaia di chilometri, in un attimo.
Quindi si stava meglio prima o adesso?
Nonostante tutto...quasi quasi si stava meglio prima. Era tutto più umano.
Nonostante il mio fedele iPhone mi accompagni fedelmente nel mio quotidiano, qualche volta ho la tentazione di lanciarlo fuori dalla finestra e isolarmi da tutto e da tutti. Temo ogni tanto di esserne diventata dipendente.