shendron ha scritto:
La tua é una considerazione che può essere da applausi solo in Italia, e anche in questo caso ci sarebbero alcuni distinguo da approfondire. C'è un enorme dato di fatto che sminuisce le tue osservazioni: nel mercato mondiale, in cui Fiat si è inserita dopo l'acquisizione di Chrysler, il mercato italiano conta come il due a briscola, cioè pochissimo. Perchè è un mercato in forte calo e a bassissima redditività, a differenza di altri in cui il gruppo è presente. E quindi secondo te è meglio investire qui in Italia o altrove? La risposta è ovvia. Per quanto doloroso, bisogna rendersi conto che Marchionne non è A.D. di Fiat Italia ma di Fiat/Chrysler e come tale deve fare scelte mirate, come lasciare in stand by mercati che non rendono.
Certo, io ragiono da italiano... E' come tale che giudico l'abbandono lento e costante del patrimonio industriale, la scelta di non investire sul prodotto europeo, le prese per i fondelli ai lavoratori prima portati a firmare un contratto capestro come clausola per poter lavorare, e poi lasciati comunque a casa dall'assenza di prodotti da assemblare... Dal mio punto di vista sfido chiunque a dirgli bravo... E' altrettanto chiaro che per l'azionista, e soprattutto quello di riferimento, l'operato di Marchionne sia invece valutabile in maniera diametralmente opposta. Come dicevo sopra, dipende dai punti di vista....