iCastm ha scritto:
Quando parlo di pazientare mi rivolgo al vero appassionato, al vero alfista o lancista, non a tutti i clienti. Dico che la situazione si sa quella che è, ma bisogna portare pazienza e non perdere la speranza.
Capisco. E quindi al "vero Alfista" che ha finito di consumare la sua 166, per "pazientare", cosa suggeriresti di fare, di noleggiare un'auto qualunque fino a quando ( 2011, 2013? ) verrà FORSE prodotta una nuova ammiraglia? E quello che ha comprato una 147 dieci anni fa, e la sta consumando fino all'utlima vite in attesa della Milano, ( e che dopo due rinvii è pronta, ma ancora non si è capito quando uscirà) , lui cosa deve fare, rifare il motore nell'attesa?
E chi volesse sostituire la sua Lybra o la sua Thesis finite, cosa deve fare, andare a piedi nell'attesa? Vedo che ti piacciono i discorsi teorici, ma in cosa consiste la "pazienza" che invochi? Nell'andare in bicicletta finchè Fiat non deciderà di rimettere in cantiere un qualsivoglia prodotto in quella lunga serie di segmenti ad oggi del tutto scoperti?
Si deve andare in fondo ai valori del marchio e non fermarsi superficialmente a ciò che c'è di materiale. La storia dell'Alfa l'hanno fatta le prestazioni, la diversità di guida dalle altre auto, non la tecnica anche se è stata molto importante.
In un altro mondo perciò ci vivi tu. Un mondo dove tutto è apparenza, dove l'importante è possedere, guardare alla quantità e non alla qualità, un mondo di stereotipi. Chiediamoci perchè c'è la crisi allora.
Sbagliato. Le Alfa Romeo sono diventate un mito non perchè erano eleganti, ben rifinite ( anzi... ) o altre amenità. Sono diventate mitiche perchè andavano come delle fucilate, *meglio* delle BMW dell'epoca. E dietro a questa tremenda efficacia su strada non c'era l'anima, lo spirito, o la fata turchina con la sua bacchetta magica, come vorresti far supporre tu.
C'era una tecnica di prim'ordine: hardware- C'erano i motori, boxer, busso, gli schemi tecnici mutuati direttamente dalle corse, c'era la trazione posteriore con motore longitudinale e cambio al posteriore, c'erano i freni entrobordo, il ponte de Dion e compagnia cantante. C'erano tutte queste cose, ed erano ESCLUSIVAMENTE QUESTE a fare le prestazioni di quelle automobili. Prestazioni che hanno poi costruito la reputazione del marchio.
A me dell'apparenza non interessa. A me interessa la tecnica perchè con quella si è sempre fatta la prestazione. E se tu sei capace di definire questa superficialità e ricerca dell'immagine, ti devono aver messo un po' di confusione in testa. La fata turchina sta solo nelle fiabe del marketing FIAT, la cui priorità è quella di massimizzare la resa facendo fesso il cliente, riempiendogli la testa di meccatronica e cibernetica.
Mentre gli altri continuano ad investire in hardware più sofisticato.