tanto per cambiare faccio un copiaincolla di un articolo che spiega come l'accordo che si vorrebbe portare a buon fine sia complementare per le due società che non vengono messe in concorrenza come da qualcuno supposto
FUNZIONEREBBE PERCHÈ...
Pubblicata il 15/05/2009
Il matrimonio tra Fiat e Opel porterebbe a un rafforzamento delle due Case, aprendo nuove opportunità nel settore delle citycar ai tedeschi e nelle berline medio-grandi al Lingotto. È quanto sostiene un documento del Centro studi Fleet & Mobility, secondo il quale un'eventuale fusione porterebbe Fiat a essere più competitiva nel segmento C (Fiat Bravo-Opel Astra) e in quello D (Croma-Insignia), dove i margini di ricavo sono nettamente più alti di quelli delle utilitarie.
Nello studio si evidenzia come oggi un costruttore debba produrre in ogni segmento almeno mezzo milione di veicoli l'anno per ripagare gli investimenti fatti per la progettazione del modello e l'allestimento degli impianti: allo stato attuale questa soglia viene raggiunta dalla Opel solo nei segmenti B (Corsa) e C (Astra) e dalla Fiat solo nei segmenti A (Panda/500) e B (Punto).
"Per questo il mercato - spiega la ricerca - sta guardando alle fusioni orizzontali tra brand che offrono prodotti sovrapponibili negli stessi segmenti, come Fiat/Opel o Fiat/Psa; a differenza delle fusioni degli anni 90 che puntavano al completamento dell'offerta in tutti i segmenti, con poche sinergie industriali ed esiti tutto sommato negativi". Come, per esempio, è accaduto nel caso della Ford, che dopo aver rilevato Jaguar, Land Rover, Volvo e Aston Martin per formare un supergruppo, è stata poi costretta a cedere uno dopo l'altro tutti i marchi (ad eccezione di Volvo) perché rivelatisi poco remunerativi.
come ho già detto marchionne a mio parere vuole fare quello che già succede in campo agricolo.
stessi mezzi con minime differenze e marchio diverso.
una fabbrica fa ad esempio le gpunto, le astra, le alfa, e tutto quello che gli assomiglia con differenze minime come già succede in polonia.
ecco perchè qualche stabilimento è a rischio.
FUNZIONEREBBE PERCHÈ...
Pubblicata il 15/05/2009
Il matrimonio tra Fiat e Opel porterebbe a un rafforzamento delle due Case, aprendo nuove opportunità nel settore delle citycar ai tedeschi e nelle berline medio-grandi al Lingotto. È quanto sostiene un documento del Centro studi Fleet & Mobility, secondo il quale un'eventuale fusione porterebbe Fiat a essere più competitiva nel segmento C (Fiat Bravo-Opel Astra) e in quello D (Croma-Insignia), dove i margini di ricavo sono nettamente più alti di quelli delle utilitarie.
Nello studio si evidenzia come oggi un costruttore debba produrre in ogni segmento almeno mezzo milione di veicoli l'anno per ripagare gli investimenti fatti per la progettazione del modello e l'allestimento degli impianti: allo stato attuale questa soglia viene raggiunta dalla Opel solo nei segmenti B (Corsa) e C (Astra) e dalla Fiat solo nei segmenti A (Panda/500) e B (Punto).
"Per questo il mercato - spiega la ricerca - sta guardando alle fusioni orizzontali tra brand che offrono prodotti sovrapponibili negli stessi segmenti, come Fiat/Opel o Fiat/Psa; a differenza delle fusioni degli anni 90 che puntavano al completamento dell'offerta in tutti i segmenti, con poche sinergie industriali ed esiti tutto sommato negativi". Come, per esempio, è accaduto nel caso della Ford, che dopo aver rilevato Jaguar, Land Rover, Volvo e Aston Martin per formare un supergruppo, è stata poi costretta a cedere uno dopo l'altro tutti i marchi (ad eccezione di Volvo) perché rivelatisi poco remunerativi.
come ho già detto marchionne a mio parere vuole fare quello che già succede in campo agricolo.
stessi mezzi con minime differenze e marchio diverso.
una fabbrica fa ad esempio le gpunto, le astra, le alfa, e tutto quello che gli assomiglia con differenze minime come già succede in polonia.
ecco perchè qualche stabilimento è a rischio.