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News da Quattroruote

Si ma vedi c'è un problema. Al di là di numeri e statistiche. Una auto vecchia, magari di quarta mano è un costo non indifferente. Sul nuovo si sganciano i chicchi e via, per chessò cinqeue anni solo taglianti e al massimo le gomme....ma su sti catorci?

E per chi non li ha almeno 15 o anche 20.000 chicchi per un auto nuova ?
 
E si fanno sotto le "cinesi".

Un amico che suona con me ha appena preso una Sportequipe 7GTW, macchinone imponente ma con il 1.5 a GPL. Ha sostituito una BMW Serie 2 Tourer che gli ha dato un sacco di problemi.
 
Non gira più come una volta, fidati, cioè quando nei saloni si trovava l'usato e non l'amarcord....compravendita tra privati, una volta da evitarsi per millemila motivi....può essere....

Nei saloni si trovano auto usate di tutto rispetto, ma non le regalano di certo. Sono stato alla locale concessionaria Renault-Dacia, hanno il piazzale pieno di usato recente. E allora ci sono i privati dove è possibile tirare sul prezzo ( per millemila motivi....). Io ho 3 auto ultradecennali, per il semplice motivo che il prezzo è umano.
 
Si ma vedi c'è un problema. Al di là di numeri e statistiche. Una auto vecchia, magari di quarta mano è un costo non indifferente. Sul nuovo si sganciano i chicchi e via, per chessò cinqeue anni solo taglianti e al massimo le gomme....ma su sti catorci?

Si trovano anche ''catorci'' uniproprietario trattati bene. Quando un'auto così t'ha fatto 5 anni e non t'ha fatto spendere niente ha fatto il suo. Un'auto pagata 4500 euro durata 5 anni sono 900 euro l'anno. Accetabilissimo. ma io punto a 10 anni.
 
compravendita tra privati, una volta da evitarsi per millemila motivi
Non sono d'accordo, in casa abbiamo comprato ben 6 auto da privati e nessuna fregatura, su 3 da salone 1 è stata una fregatura (ma mia moglie si era intestardita di comprarla dall' "amico del cognato") e 4 tra pronta consegna, ordinata o km0, quella ordinata (Panda 900 1996) ha lasciato in panne 3 volte da nuova (difetto di verniciatura ostruiva lo sfiato del serbatoio che andava in pressione negativa e sfilava il contatto della pompa della benzina).
 
A spanne,

4 volte le auto nuove

!?!

Mi e' sfuggito,

ma

" in quanto tempo "

?!?
2024
Di Gian Luca Pellegrini
twitterX.png
@Pellegrini4R
Il cambio di paradigma tecnologico. Le implicazioni (e le contraddizioni) della transizione. I retroscena, i personaggi e le storie di un’industria al centro di una rivoluzione. La passione per le belle macchine e la bella guida. In anteprima, per voi, l'editoriale che troverete sul numero di giugno di Quattroruote

MACCHÉ BEV, L’USATO DOMINA​

Come volevasi dimostrare, il nuovo regime relativo ai fringe benefit delle aziende per le automobili date ai dipendenti in uso promiscuo è un fallimento. Lo scorso gennaio, il governo aveva modificato la norma precedente con un obiettivo chiaro: ridurre la tassazione per i veicoli a zero o bassissime emissioni, penalizzando non quelli con livelli di CO2 superiori, ma più genericamente quelli mossi da motori termici (e da questa rivendicazione di razzismo termodinamico già si capiva che c'era qualcosa che non funzionava). I destinatari, che rappresentano più della metà delle immatricolazioni italiane, si sono messi clamorosamente di traverso: di fronte all'ennesimo diktat, hanno fatto quello che avrebbe deciso qualsiasi oculato padre di famiglia, ovvero prolungare i contratti in essere, evidentemente preoccupati di veri o presunti limiti delle macchine ricaricabili (il vero punto interrogativo rimane quello dei valori residui, perché dalla loro tenuta o meno dipende il costo del noleggio e del leasing). Il palese insuccesso dell'iniziativa è tale da aver indotto Matteo Salvini (che fa il ministro dei Trasporti, ma da vicepresidente del Consiglio ha sicuramente una grande influenza sulle decisioni il governo) ad annunciare una rivisitazione completa della norma: «L'aver premiato, basandosi su presupposti fallaci, gli stessi del phase out, l'adozione nelle flotte di auto elettriche e plug-in è stato un errore del governo. Sono i numeri a dirlo. E quando si accorge di sbagliare, una persona seria lo ammette e interviene». Vedremo quali saranno le conseguenze di tale ammissione, così come vedremo se il leader della Lega manterrà la promessa di togliere finalmente il superbollo, cascame anacronistico di un'era lontana: «È una tassa che cuba circa 200 milioni di euro all'anno. È una cifra che possiamo coprire con un decreto, ma lo dobbiamo fare gradualmente, con modifiche alle fasce di applicazione: alzeremo la soglia dei cavalli oltre i quali entra in vigore. Contiamo di chiudere prima dell'estate»
Quel che è certo è che il clamoroso flop dei nuovi fringe benefit testimonia per la centesima volta che non si può forzare la domanda – paradossalmente il comparto delle aziende già ora rappresenta il settore più avanzato, ricco e moderno delle immatricolazioni, quindi non si capisce perché punirlo – con quelle che gli anglosassoni chiamano "mandate policies". Nel frattempo, il parco circolante continua a invecchiare, anche perché nel silenzio generale il mercato della mobilità si è spostato sull'usato e anche questo la dice lunga su come le intenzioni, pur commendevoli, della transizione stiano sbattendo contro la realtà. Mentre il nuovo stenta e zoppica, il 2024 si è chiuso con la cifra monstre di quasi 5 milioni e mezzo di passaggi di proprietà (+7,4% rispetto all'anno precedente). E la fotografia restituisce una realtà ben differente dai rutilanti destini dell'automobile che Case e dissennati policy maker raccontano. Oltre metà delle transazioni riguarda veicoli con più di dieci anni di età: la gente dà dentro macchine vecchissime, evidentemente sfruttate al di là del pensabile, per prendersi auto vecchie (e qui c'entrano anche le politiche del traffico sempre più punitive di tante città italiane). Non solo: mentre si discetta pensosi sul futuro tutto elettrico, sul phase out del 2035 e sull'ineluttabilità della morte dei propulsori termici, la motorizzazione preferita rimane il sempiterno diesel, che vale ancora il 45% di tutti i passaggi di mano. La transizione, così com'è stata costruita, sta generando l'effetto opposto a quello desiderato. Invece di accelerare il rinnovo del parco, lo rallentiamo. Invece di ridurre le emissioni, prolunghiamo la vita di auto vecchie. Invece di accompagnare il cambiamento, lo rendiamo difficile e, spesso, antieconomico. Visto che è un termine così abusato, ma è vera sostenibilità questa?
Un quadro fosco, che è poi quello temuto e sottolineato a più riprese da Luca De Meo e John Elkann. A dimostrazione della gravità del momento, il ceo del gruppo Renault e il presidente di Stellantis sono arrivati a concedere un'intervista congiunta a Le Figaro, nella quale, senza mezzi termini, hanno affermato che «quest'anno è in gioco il destino dell'industria automobilistica europea» e che «l'Europa deve scegliere se vuole ancora essere una terra di industria automobilistica o un semplice mercato». In filigrana, ci si può leggere l'ennesima invocazione di quel modello Airbus che De Meo invoca da tempo, ovvero la condivisione di tecnologia tra costruttori europei per fornire un quadro favorevole all'acquisto di auto piccole ed elettriche.
 
Ultima modifica:
Perdonami....

5,5 mln, e questo e' il 2024 di usato.
Pero' il numero era monste pure nel 2023
( visto che faceva circa il 7,4% in meno:
ergo era, anche lui oltre i 5....
10,5 mln di usato in 2 soli anni.

Ttttttecredo che e' introvabile e carissimo
 
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