<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Marchionne parla dell'Alfa....................... | Il Forum di Quattroruote

Marchionne parla dell'Alfa.......................

pilota54

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Intervistato da Ezio Mauro, direttore di "Repubblica", ha parlato delle future strategie dopo l'acquisizione del 100% di Chrysler. L'articolo di Quattroruote.it:

http://www.quattroruote.it/notizie/industria/sergio-marchionne-avremo-un-nuovo-nome-e-rilanceremo-l-alfa
 
Stavolta sembra che qualcosa sia veramente cambiato. Almeno nelle intenzioni. Suonano bene certe paroline che dice.

Come assemblaggio e qualità sarà sempre dura per la "scuola italiana" competere con l'approccio crucco (vedi anche recente tentativo Maserati) però a livello di innovazione e raffinatezza tecnica, o meccanica, se vogliono possono fare delle Alfa premium. Eccome!
 
Come ho già detto precedentemente non è necessario eguagliare per forza la qualità delle crucche. Basta avvicinarsi il più possibile. La differenza noi la facciamo con il design delle nostre carozzerie e con la creatività ingegneristica. Ho visto la 4C ed è bellissima. Italiana al 100 %. In fondo lo sappiamo tutti che le auto tedesche, salvo rare eccezioni, come linea entusiasmano poco. Quindi se vogliono possono ancora.

Il mio timore è solo che quando loro usciranno con una splendida berlina 3 volumi trazione posteriore (ed il suo bel propulsore in alluminio) i tempi saranno già maturi per le auto ibride ed elettriche. :?
 
Ciao Fancar,
(tanti e tanti) anni fa fui tra i pochi fortunati che poterono toccare con mano, in un "capannone fantasma" (parole odierne di Marchionne) il nuovo SUV ALFA ROMEO, di cui era IMMINENTE il lancio sul mercato. Avrebbe dovuto essere questione di un pugno di mesi, il prototipo presentato necessitava solo di "alcuni affinamenti per renderlo compatibile alle esigenze di un mercato mutato ed in continua evoluzione".
Puoi immaginare quanti anni sono trascorsi, vero? :cry: :cry:
 
etienne_sb ha scritto:
Ciao Fancar,
(tanti e tanti) anni fa fui tra i pochi fortunati che poterono toccare con mano, in un "capannone fantasma" (parole odierne di Marchionne) il nuovo SUV ALFA ROMEO, di cui era IMMINENTE il lancio sul mercato. Avrebbe dovuto essere questione di un pugno di mesi, il prototipo presentato necessitava solo di "alcuni affinamenti per renderlo compatibile alle esigenze di un mercato mutato ed in continua evoluzione".
Puoi immaginare quanti anni sono trascorsi, vero? :cry: :cry:

Quel SUV se fosse uscito in tempo sarebbe stato il precursore del segmento.
Avevano in mano un asso da briscola e l'hanno sprecato. Ai tempi un SUV marchiato Alfa Romeo faceva un pò inorridire, ma oggi, vedendo come si è "evoluto" il mercato, possiamo facilmente comprendere il successo che avrebbe potuto rappresentare.
 
Bene, intanto cambio di sede, e poi cambio del nome. In considerazione della sede, immagino il nome sia Faad.

Cominciamo a parlare di un produttore ( per mancanza di prove ) AMERICANO.
 
Fancar_ ha scritto:
Stavolta sembra che qualcosa sia veramente cambiato. Almeno nelle intenzioni. Suonano bene certe paroline che dice.

Come assemblaggio e qualità sarà sempre dura per la "scuola italiana" competere con l'approccio crucco (vedi anche recente tentativo Maserati) però a livello di innovazione e raffinatezza tecnica, o meccanica, se vogliono possono fare delle Alfa premium. Eccome!

sono d'accordo ma, ritengo che, se vogliamo, dall' Italia si può avere il meglio (o al limite pareggiare) di tutto e di tutti, compresa la qualità
 
Fancar_ ha scritto:
etienne_sb ha scritto:
Ciao Fancar,
(tanti e tanti) anni fa fui tra i pochi fortunati che poterono toccare con mano, in un "capannone fantasma" (parole odierne di Marchionne) il nuovo SUV ALFA ROMEO, di cui era IMMINENTE il lancio sul mercato. Avrebbe dovuto essere questione di un pugno di mesi, il prototipo presentato necessitava solo di "alcuni affinamenti per renderlo compatibile alle esigenze di un mercato mutato ed in continua evoluzione".
Puoi immaginare quanti anni sono trascorsi, vero? :cry: :cry:

Quel SUV se fosse uscito in tempo sarebbe stato il precursore del segmento.
Avevano in mano un asso da briscola e l'hanno sprecato. Ai tempi un SUV marchiato Alfa Romeo faceva un pò inorridire, ma oggi, vedendo come si è "evoluto" il mercato, possiamo facilmente comprendere il successo che sarebbe potuto essere.

aahhh! Se al tempo avessero fatto la Kamal!
 
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.
 
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.

concordo solo in parte ma ritengo che lancia possa essere un costo fisso da tagliare
inutilmente costoso anche solo fare i rebadge per vendere qualche Y col marchio chrysler e non produttivo per giustificare la linea di montaggio in polonia che costruisce un veicolo che non viene spalmato sui mercati.
flavia voyager e compagnia lasciano il tempo che trovano..la loro importazione era stata decisa per gli stranoti motivi
 
Smargia credo che il basso di gamma (come intende Marchionne) non verrà prodotto in Italia ma all'estero, però qui devono vendere solo quelle vetture perchè l'italiano medio è una fortuna se può permettersi una Panda nuova. Del punto 2 nemmeno io credo che la produzione di vetture premium possa competere coi volumi che si facevano anni fa con le utilitarie, quindi fin che si parla di lavoratori Fiat ci credo poco (magari assumeranno ma non a coprire tutti), riguardo la rete di vendita lì il problema è esterno a Fiat, se il mercato nel giro di qualche anno s'è dimezzato evidentemente l'italiano medio non ha i soldi per comprare la macchina nuova, è un problema economico e sociale che colpisce il mercato nel suo insieme, tutti i marchi non solo Fiat. Punto 3 ho le tue stesse paure, penso che vogliono giocare però soprattutto nei mercati dove i tedeschi non sono Dio in terra (quindi non l'Europa), probabilmente punteranno forte su america, arabia e cina....e russia, i mercati più ricchi del momento già tastati dai brand Ferrari e Maserati (magari con la supervisione di Montezemolo).
La prima mossa "seria" dovremmo vederla a breve con la nuova Crhysler 200, vediamo cosa propongono, come la piazzeranno e se la venderanno pure in Europa col marchio Lancia (immagino manterranno Chrysler come sub premium), sarebbe cosa buona e giusta produrla in Italia col marchio Lancia visto che la piattaforma e i motori vengono già usate su altre vetture, quindi fatta assieme alla Giulietta a Cassino, ne varrà la pena?
 
zero c. ha scritto:
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.

concordo solo in parte ma ritengo che lancia possa essere un costo fisso da tagliare
inutilmente costoso anche solo fare i rebadge per vendere qualche Y col marchio chrysler e non produttivo per giustificare la linea di montaggio in polonia che costruisce un veicolo che non viene spalmato sui mercati.
flavia voyager e compagnia lasciano il tempo che trovano..la loro importazione era stata decisa per gli stranoti motivi
Zero c però guarda i numeri che fa la Ypsilon (visto che è praticamente il grosso di tutta la gamma) e quelli che fa l'AlfaRomeo, praticamente il doppio. La Ypsilon piace e vende, io ne vedo una marea, ha faticato al lancio ma adesso ha preso regime, la Delta può non piacere ma in giro ne vedo tante e spesso guidate da giovanissimi (ieri sera ne ho vista una HardBlack, notevole!!!), probabilmente sul nuovo venderà poco ma ha un suo bel mercato dell'usato....le americane invece latitano e peccato che hanno sostituito la Musa con la 500L (torto o ragione? anche quella fa dei bei numeri)
 
smargia2002 ha scritto:
occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.
.
a mio avviso hanno bisogno di un socio economico , visti i debiti, poi per quanto riguarda il settore premium un dubbio : nulla da dire sulla qualità del made in modena, ma siamo sicuri che le potenzialità siano state sfruttate bene ? o per lo meno che siano state sfruttate in maniera massiva come hanno fatto con porsche ? lasciamo perdere la ferrari , ma non potevano estendere al massimo la gamma maserati ? adesso avrebbero un bel cash ed una certa immagine
 
smargia2002 ha scritto:
Premesso che non mi esprimo sul fatto che si tratti solo dell'ennesimo piano dopo che tutti quelli precedentemente annunciati non sono stati realizzati e premesso che sono convinto che in Italia, per tutta una serie di motivi che non è il caso di ripetere ancora, si debbano e possano produrre (almeno in un'ottica di medio lungo periodo) solo prodotti di alto gamma (non mi riferisco solo all'auto, ovviamente) che sono gli unici che garantiscono margini accettabili e che possano far valere sui mercati il brand "Made In Italy" e premesso che l'importante è che quei prodotti vengano sfornati da manodopera italiana e che poi vengano acquistati da chiunque in qualsiasi parte del mondo possa permetterseli, vorrei far notare qualche punto topico:

Penso che la vera notizia stia nel fatto che tutto il gruppo Fiat (non solo Alfa, ma tutto il groppone, incluso il marchio Fiat) almeno se ho interpretato bene le parole del grande capo, abbandonerà la produzione di massa per andare a confrontarsi solo sulle fasce alte del mercato, precisato che, come detto sopra, tale strategia mi vede grossomodo in accordo ho almeno 3 dubbi:

1): Che fine fanno i famosi 6 milioni di pezzi indicati dallo stesso Marchionne a più riprese, come soglia base minima per garantire la sopravvivenza sul mercato mondiale. Non esiste alcun gruppo, allo stato attuale che riesca a collocare 6 milioni di pezzi sul mercato premium e la concorrenza è spietata. Fiat di fatto è assente in Cina e India, latitante in Africa (indicata da molti analisti come il futuro mercato in espansione, e manche in Sud America inizia a farsi sentire la pressione dei competitore (GM, VW e Jappi in primis). L'unica possibilità che vedo è, se questa è la strategia, l'accordo (non so in quali termini, si può andare dalla semplice collaborazione per singoli prodotti o mercati, alla fusione, all'acquisizione di qualche altro produttore o al farsi acquistare).

2): Il grande capo dice che l'obiettivo è quello di riassorbire tutti i lavoratori italiani.
A mio avviso , però, anche sperando e auspicando che tale obiettivo vada in porto, le ricadute negative di tipo occupazionale ci saranno eccome.
Basta pensare alla rete di vendita, attualmente dimensionata per sostenere le vendite del costruttore N° 1 in termini di volumi sul mercato domestico, che, se l'ottica è quella di cambiare target, dovrà necessariamente ridimensionare i suoi volumi.
Ora va bene che 1.500 operai Fiat in cassa integrazione o mobilità fanno notizia e vanno giustamente in prima pagina, mentre una 30 di dipendenti di una concessionaria, se va bene vanno in un trafiletto sulla cronaca locale, ma sempre di lavoratori si tratta, e se si moltiplica quei 30 per il numero di concessionarie che chiuderanno (o razionalizzeranno, o verranno assorbite da gruppi più grandi, o chiuderanno sedi secondarie o officine esterne evviva discorrendo) il numero può diventare ancora superiore ai 1.500 di cui spira e si tratta di lavoratori per cui non è prevista, in genere né cassa integrazione, né altri ammortizzatori sociali.

3) Competere nel segmento premium vuol dire di fatto entrare nel recinto della triade tedesca. Ora, se è già difficile farlo per marchi che da sempre lo fanno (Jaguar, Land Rover, Volvo, Lexus etc.) figuriamoci per chi, come Fiat ha tutt'altra immagine o come Alfa si concentra solo sul segmento sportivo del mercato premium o come Lancia ha visibilità solo in Italia.
Ammesso e sperando che ci si riesca sarà un percorso lunghissimo e onerosissimo, e in questa ottica mi pare sintomatico il fatto che Serghio metta già le mani avanti, dicendo più volte che tutto avverrà se il mercato terrà, ma il mercato (non parlo di Italia o Europa, ma di mercato globale, che a dispetto di quanto si crede è in crescita e continuerà ad esserlo almeno per i prossimi 10 anni, secondo tutti gli analisti) non può essere subito, ma và aggredito e per questo, a mio modo di vedere, occorrono solo 2 cose:
o tanti, ma tanti soldi (non a caso Audi ha presentato un piano di investimenti mostre
oppure, di nuovo, una qualche spalla solida su cui appoggiarsi.

Insomma, a mio modo di vedere, le incognite sono tantissime e non è detto che sia oro tutto quello che luccica.

A mio modesto parere il semplice dato di Maserati fuga da solo tutte le preoccupazioni che hai manifestato:

1) i 6 milioni di pezzi non servono di per se stessi ma sono semplicemente frutto di calcoli ormai superati. Non conta infatti quante auto si producono ma quanto si guadagna con ciascuna auto prodotta. Dunque a fronte di poche auto prodotte dalTridente si realizzano già oggi tanti utili;

2) stesso discorso per quanto attiene alla piena occupazione: Grugliasco assorbire oggi e assorbirà ancor più domani tanti lavoratori poichè vende tutte le auto che produce e lo fa a prezzi altamente remunerativi;

3) competizione nel mondo premium: scusami Maserati sta incontrando delle difficoltà? Non mi sembra, anzi se andiamo a leggere i suoi numeri ci rendiamo conto come le 50mila vetture l'anno entro il 2015 sono ampiamente alla portata e forse si riuscirà ad andare oltre. Bada bene che Maserati produce non solo assumendo lavoratori ma anche guadagnando, non certo in perdita.

Alfa Romeo e anche Fiat devono cominciare a produrre rientrando, pur se a modo loro, nella stessa logica, esattamente ciò che ha annunciato Marchionne il cui piano di rilancio ha solo un'unica pecca costituita dal ruolo di Lancia, relegata a marchio puramente nazionale non sappiamo se di lusso oppure no.

Avrà tutto il tempo di ricredersi così come ha già fatto per tante altre cose
 
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