Basta con queste usanze stantie del marketing basato sul prodotto!
In una economia globalizzata bisogna dare al consumatore quello che chiede il mercato, adattandosi alle varie realtà.
Dopo qualche anno di understatement, Marchionne si è sentito sicuro ed ha cominciato a dire quello che pensa. Con una mossa incompresinibile anche ai più scafati venditori, ha iniziato affermando che nella gamma alta i tedeschi sono imbattibili ed è inutile perseverare; stava completando dicendo che si meravigliava di quegli imbecilli che avevano acquistato 159, Thesis, Brera e cosi via accompagnando il tutto con il gesto dell'ombrello, ma è stato fermato con un calcio nello stinco dall'addetto alle relazioni esterne.
Ho pensato di dirgli che la mia 159 non è proprio un cesso, ma poi ho realizzato che era inutile: è più facile convertire un fondamentalista islamico che convincere un esterofilo della bontà delle auto italiane.
In perfetta coerenza con quanto sopra, ha appena lanciato due modelli 3,6 litri a benzina lunghi oltre 5 m, ma con una grande innovazione: cambiano nome in funzione del mercato. Chrysler in quelli anglofoni, Lancia in quelli latini, Mohammed in quelli arabi e TurboBongo nel centro Africa; con un simpatico optional è possibile installare un display a led sul cofano dove il marchio si trasforma non appena si passa la frontiera mediante collegamento satellitare GPS.
Ma non è finita qui: l'Alfa è incompresa in Europa, dove la gente non fa altro che lamentarsi e non è mai contenta. Dopo che la Giulia bicilindrica gli è stata sconsigliata anche dal più lecchino dei suoi collaboratori, ha deciso che era ora di andare a fregare gli automobilisti USA. Pare infatti che da un inchiesta di mercato il Duetto sia ancora la spider più apprezzata dai fans del film "Il Laureato"; peccato che ormai abbiano un'età media di 76 anni e non compreranno più un'auto in vita loro. Ma poco importa, per eludere il possibile smacco in nord America (dove del resto la gente non ha più una lira e gli Indiani superstiti nelle riserve di Seattle si domandano ancora perchè quei deficienti non sono rimasti in Europa invece di venire a distruggere loro che stavano così bene con i loro bisonti) è sempre possibile diversificare l'offerta proponendo dei fondi di magazzino in Oceania, Antartide e paesi ex URSS (niente Cina, perchè se si arrabbiano 1,5 miliardi di persone è poi difficile scappare).
L'asso nella manica però è ancora un segreto: tanto scalpore per la nuova Stratos appena rifatta da un tedesco? Bene, di suo pugno ha tracciato la sagoma della nuova Stratos Lancia Chrysler su base del pick up RAM 4 cilindri 2,8 litri: con una carenatura del cassone a mò di Miura sembra proprio la vecchia arma da rally! Francois lo ha guardato ammirato, dicendo che nemmeno a lui sarebbe venuta un'idea altrettanto buona!
Bisogna cambiare, adattarsi alle nuove realtà. Lui stesso del resto è mutevole: italiano di nascita, americano di cultura e svizzero di tassazione.
Saluti
In una economia globalizzata bisogna dare al consumatore quello che chiede il mercato, adattandosi alle varie realtà.
Dopo qualche anno di understatement, Marchionne si è sentito sicuro ed ha cominciato a dire quello che pensa. Con una mossa incompresinibile anche ai più scafati venditori, ha iniziato affermando che nella gamma alta i tedeschi sono imbattibili ed è inutile perseverare; stava completando dicendo che si meravigliava di quegli imbecilli che avevano acquistato 159, Thesis, Brera e cosi via accompagnando il tutto con il gesto dell'ombrello, ma è stato fermato con un calcio nello stinco dall'addetto alle relazioni esterne.
Ho pensato di dirgli che la mia 159 non è proprio un cesso, ma poi ho realizzato che era inutile: è più facile convertire un fondamentalista islamico che convincere un esterofilo della bontà delle auto italiane.
In perfetta coerenza con quanto sopra, ha appena lanciato due modelli 3,6 litri a benzina lunghi oltre 5 m, ma con una grande innovazione: cambiano nome in funzione del mercato. Chrysler in quelli anglofoni, Lancia in quelli latini, Mohammed in quelli arabi e TurboBongo nel centro Africa; con un simpatico optional è possibile installare un display a led sul cofano dove il marchio si trasforma non appena si passa la frontiera mediante collegamento satellitare GPS.
Ma non è finita qui: l'Alfa è incompresa in Europa, dove la gente non fa altro che lamentarsi e non è mai contenta. Dopo che la Giulia bicilindrica gli è stata sconsigliata anche dal più lecchino dei suoi collaboratori, ha deciso che era ora di andare a fregare gli automobilisti USA. Pare infatti che da un inchiesta di mercato il Duetto sia ancora la spider più apprezzata dai fans del film "Il Laureato"; peccato che ormai abbiano un'età media di 76 anni e non compreranno più un'auto in vita loro. Ma poco importa, per eludere il possibile smacco in nord America (dove del resto la gente non ha più una lira e gli Indiani superstiti nelle riserve di Seattle si domandano ancora perchè quei deficienti non sono rimasti in Europa invece di venire a distruggere loro che stavano così bene con i loro bisonti) è sempre possibile diversificare l'offerta proponendo dei fondi di magazzino in Oceania, Antartide e paesi ex URSS (niente Cina, perchè se si arrabbiano 1,5 miliardi di persone è poi difficile scappare).
L'asso nella manica però è ancora un segreto: tanto scalpore per la nuova Stratos appena rifatta da un tedesco? Bene, di suo pugno ha tracciato la sagoma della nuova Stratos Lancia Chrysler su base del pick up RAM 4 cilindri 2,8 litri: con una carenatura del cassone a mò di Miura sembra proprio la vecchia arma da rally! Francois lo ha guardato ammirato, dicendo che nemmeno a lui sarebbe venuta un'idea altrettanto buona!
Bisogna cambiare, adattarsi alle nuove realtà. Lui stesso del resto è mutevole: italiano di nascita, americano di cultura e svizzero di tassazione.
Saluti