PanDemonio ha scritto:Ma anche tu non tieni conto del fatto che non necessariamente (anzi, quasi mai) chi mangia aglio è lo stesso che lo prepara per il consumo.
Per non parlare dell'assoluta prevalenza che attribuisci al tuo fastidio rispetto alla libertà altrui di cibarsi come meglio crede.
No, no e no. Anzitutto è il contrario di ciò che hai detto, avresti dovuto infatti dire che chi consuma aglio è raramente colui che vede arrivare il piatto pronto in tavola (ristorazione, ad esempio).
Consideriamo un nucleo famigliare una singola entità: che cucini lei o lui poco importa.
Se mangi troppo aglio senza aver tolto l'anima, ciò che trasuderai il giorno dopo sarà nauseabondo per chiunque.
Prova tu a stare in una stanza con qualcuno in queste condizioni, vediamo se tolleri o accetti tacendo o ti lamenti.
Quel che tu scrivi sulla libertà si scontra con le regole base della democrazia. Liberi non si è MAI. Esistono delle regole, l'etica e la morale. Cibarsi d'aglio in modo sconsiderato recando danno a chi ti circonda è offensivo e irrispettoso quanto avere il "diritto" di non curare la forfora e lasciare frammenti di cuoio capelluto ovunque. Anche in questo caso, chiunque soffra di forfora non potrà lasciare residui bellamente ovunque, dovrà prendere dei provvedimenti.
Altrimenti pensiamo pure che tutto sia lecito e si abbia il diritto di far quel che si vuole...